RC Auto, le associazioni dei consumatori chiedono una maggiore riduzione dei premi
Il divario medio nei costi delle polizze tra Italia e resto d'Europa è tra il 25 e il 30%
Roma, 16 settembre 2014 – Ai neopatentati italiani possedere una automobile costa veramente caro. Spendono infatti circa il 338% in più per la polizza auto rispetto ai guidatori senior. E’ questo uno dei principali dati che emergono dall’indagine del progetto RCeAsy, incentrato sulle tariffe RC Auto e promosso da Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva e CTCU.
In Italia le tariffe sono ancora molto elevate, nonostante, anche a causa della crisi, si sia ridotto considerevolmente l’utilizzo dell’automobile e con esso il numero dei sinistri. Mediamente la spesa si assesta infatti sui 604 euro annui, un costo notevole per le famiglie italiane, come ha sottolineato il Presidente dell’Associazione Difesa Orientamento Consumatori, Lamberto Santini. “Negli ultimi cinque anni il divario medio tra i costi di una polizza italiana e una europea è stato del 25-30% - ha dichiarato Santini - e mentre in Italia l’impatto sul reddito della RCA si attesta al 3,2% su base annua, mediamente in Europa l’impatto è solo dell’1,8%”.
Secondo le associazioni dei consumatori, la penalizzazione dei cittadini italiani risulterebbe ancora più marcata a causa dell’assenza diffusa di una valida alternativa all’utilizzo della macchina, cosa che porterebbe ancora circa il 70% dei lavoratori/studenti a dover utilizzare la quattroruote per spostarsi.
La patata bollente delle RC Auto non accenna dunque a stiepidirsi. Solo lo scorso luglio, in occasione dell’ assemblea annuale dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicurative (Ania), era stata affrontata la questione, tra denunce di costi eccessivamente elevati e tentativi, da parte dell’associazione di categoria, di giustificare i prezzi. Si era espressa a tale proposito anche il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, rimarcando come i costi dei premi fossero diventati insostenibili per molte categorie di assicurati, soprattutto in alcune aree del nostro paese. Una disomogeneità tale che, aveva dichiarato il ministro, “in province come Napoli, Bari, Reggio Calabria e anche Roma un diciottenne che sottoscrive la sua prima polizza per guidare un’utilitaria, deve pagare un premio ben superiore a 3mila euro l’anno”.
Dal canto suo, Ania, dalla viva voce del suo Presidente Aldo Minucci, aveva sottolineato che le ragioni degli prezzi consistenti sono da ricercarsi nell’alto costo dei sinistri e nell’elevato numero di frodi che vengono commesse. Nel valutare la differenza con gli altri paesi europei dovrebbero inoltre essere tenute in considerazione la normativa differente rispetto all’estero e le maggiori imposte italiane.
Tutte motivazioni ragionevoli, non c’è dubbio. C’è però anche un altro dato, emerso di recente grazie ad una inchiesta de Il Sole 24Ore, al quale non si può non guardare. Per sottrarsi al salasso, moltissime persone scelgono di non sottoscrivere alcuna polizza assicurativa: si contano circa 4 milioni di auto senza contrassegno. Inoltre, come evidenzia l’indagine del progetto RCeAsy, sono in aumento i veicoli in circolazione con polizze “lowcost” e contraffatte.
“Dalle attività di questa annualità del progetto e dall'incrocio tra i dati del settore e quelli della ricerca presentata emerge chiaro il fenomeno della diminuzione dell'utilizzo dei mezzi privati e quindi di quello dei sinistri”, ha dichiarato Tina Napoli, responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva. “Chiediamo che le compagnie assumano un atteggiamento conseguente ed auspichiamo di poter registrare nella prossima annualità una maggiore riduzione dei primi, in linea con quella dei sinistri. Questo produrrebbe benefici indiscutibili, in primo luogo conterrebbe il preoccupante dato sui numeri, sempre più alti, di veicoli in circolazione senza copertura assicurativa”.