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Briciole di pane

Riserve e varianti, la stretta resta

A parte l'esclusione dal tetto alle modifiche per i vecchi contratti restano i paletti di Tremonti

Roma, 12 dicembre 2011 – È una marcia indietro solo parziale quella che la manovra Monti fa sulla stretta di Tremonti agli appalti. Alla fine, infatti, non sono molti i ritocchi che limitano il giro di vite durissimo attuato dal Governo precedente, in particolare sulle riserve e sulle varianti.

LE RISERVE

È rimasta intatta la norma che ha imposto il limite del 20% alle riserve e che le ha totalmente vietate sui progetti già validati. Si tratta di una norma che preoccupa molto i costruttori, ma non nel presente immediato. Già nel decreto sviluppo che l'ha introdotta, infatti, è precisato che il tetto si applicherà solo ai contratti stipulati dopo il decreto stesso, cioè dopo il maggio di quest'anno. Quello che in realtà non era proprio piaciuto agli appaltatori era l'addebito esclusivo degli oneri e dei maggiori costi emersi in fase di esecuzione a carico del costruttore stesso, in caso di progetto validato (e lo sono tutti, in modo più o meno convincente, dopo il regolamento).

Ebbene anche in questo caso nulla cambia con la manovra: il divieto resta, per tutte le opere. C'è un'apertura molto vaga e molto annacquata nella versione definitiva per le sole opere sopra i venti milioni: per queste, infatti, si introduce un'obbligatoria consultazione preliminare tra la stazione appaltante e i concorrenti. In pratica la stazione appaltante deve chiarire fin dal bando che convocherà i concorrenti dopo la fase di prequalifica (la gara è a procedura ristretta). Tutto qui: dal testo sono scomparse le norme di dettaglio che spiegavano come e con quali effetti questa consultazione si sarebbe dovuta svolgere. Nell'idea caldeggiata dai costruttori (in particolare dalle grandi imprese dell'Agi) l'incontro doveva svolgersi non solo con la stazione appaltante ma anche e soprattutto con il progettista e il validatore, che ora sono scomparsi. Così come non si trova traccia della responsabilità solidale di progettisti e validatori invocata anche questa dai costruttori (e osteggiata ovviamente dai professionisti) che avrebbe permesso all'appaltatore di rifarsi con un risarcimento sui tecnici in caso di errori progettuali emersi comunque sul progetto validato.

Alla fine, quindi, non è affatto chiaro a cosa dovrebbe portare questa consultazione preliminare e quali garanzie in più possa offrire ai concorrenti.

LE VARIANTI

Più che una marcia indietro la manovra porta a un chiarimento, anche temporale. Con un intervento sul periodo transitorio del Dl Sviluppo, infatti, diventa chiaro che tutti i tetti alle varianti sia sulle opere strategiche che su quelle ordinarie si applicano solo ai contratti stipulati dopo il decreto stesso (in vigore fin dalla sua prima versione dal 3 maggio scorso, lo ricordiamo). Dunque il taglio pari alla metà dei ribassi d'asta per i fondi a disposizione per varianti scatta solo per i contratti firmati dopo questa data.

Fonte: il Sole 24 Ore Edilizia e Territorio