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Briciole di pane

"Sblocca italia" le grandi opere servono a tutti

MODERNIZZAZIONE e moralizzazione per ridare fiato al paese e per superare la principale delle emergenze, quella del lavoro. Sono state queste le parole chiave dell'estate e un quadro come questo non si può sottacere lo sforzo non solo semantico che il governo ha fatto con il decreto «sblocca Italia». Il titolo svela un programma anche culturale che concentra numerosi concetti positivi e che rifugge dall'atteggiamento passivo e fatalista che era invece insito nel «salva Italia». Fra i tanti provvedimenti ve n'è uno che sarà di enorme impatto e implicitamente il più potente: il ritorno alla più alta considerazione degli investimenti in infrastrutture vitali per la comunicazione, il trasporto e la viabilità, l'uscita dall'isolamento di interi territori o persino regioni, come l'Umbria o la Sicilia.

 

CREDO che l'investimento in infrastrutture vitali oltre che ad essere di per sé «prosperizzante» abbia un effetto di rivitalizzazione di un intero settore, trainante e prioritario, quale quello dell'edilizia-costruzioni che oggi può essere visto non già come il mostro «mangiaterritorio» ma piuttosto come occasione di innovazione tecnologica e di sviluppo compatibile con l'ambiente. Le piccole imprese italiane, oltre il 90 per cento, trovano infatti nell'edilizia pubblica quella locomotiva essenziale al proprio sviluppo. I piccoli vagoni diffusi sul territorio di cui siamo strutturalmente composti, come paese impresa, se non trovano il traino di imprese medio-grandi private o delle imprese pubbliche (soprattutto infrastrutturali) non viaggiano, non crescono e non danno lavoro. Qui si gioca molto proprio della partita del lavoro e della distribuzione del reddito alle famiglie. Ripartire da qui non è per nulla banale o retorico. Il sostegno allo sblocco delle grandi opere pubbliche e al loro rilancio sul piano nazionale, pur ancora limitato e in qualche caso incompleto, a causa del contingentamento delle risorse disponibili, è essenziale affinché l'economia nazionale riparta ed esca davvero dal pantano della recessione.

Guido Perosino, Presidente Quadrilatero Marche Umbria Spa (La Nazione, 5 settembre 2014)