Si amplia la gamma di veicoli per lo street food
Un decreto della Motorizzazione riconosce i motoveicoli "ad uso negozio"

La zoologia, si sa, è una scienza decisamente complicata, nella quale hanno importanza basilare le questioni tassonomiche e classificatorie: ogni animale viene inserito in una classe, un ordine, una famiglia, un genere, una specie.
Non arriveremo certo a dire che il regno dei veicoli circolanti su strada sia articolato quanto il regno animale, questo no. Ma, ormai, poco ci manca. I veicoli si ripartiscono infatti in dodici categorie, dalla lettera a) di “veicoli a braccia” alla n) di “veicoli con caratteristiche atipiche”. Alcune di queste categorie (come i motoveicoli, o ancor più gli autoveicoli) presentano svariate sottocategorie le quali, a loro volta, possono ulteriormente scindersi: per esempio, sono circa una trentina gli autoveicoli (autospazzatrici, autoambulanze, autopompe, autofunebri...) che formano la sottocategoria “autoveicoli per uso speciale”. Per non parlare, poi, degli elenchi in base alle categorie internazionali.
L’ultima specie scoperta dagli scienziati – pardon, l’ultima classificazione operata dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – è quella dei motoveicoli ad uso speciale per uso negozio: Decreto della Direzione Generale Motorizzazione 7 agosto 2018 n° 315. E’ stato sdoganato, in pratica, un protagonista del cosiddetto street food (fino ad adesso potevano essere classificati ad uso speciale “uso negozio” soltanto autoveicoli e rimorchi).
I motoveicoli in questione, a tre o quattro ruote, sono caratterizzati da particolari attrezzature installate permanentemente sugli stessi (celle frigorifere, banconi, friggitrici, scaffalature, ecc.) funzionali all’attività di vendita al dettaglio; attrezzature che, beninteso, durante la marcia del veicolo debbono essere contenute in una struttura chiusa. Nelle annotazioni sulla carta di circolazione verrà attribuita una portata fittizia ai fini fiscali.
Chiaramente, la vendita o somministrazione di alimenti e bevande utilizzando tali nuovi veicoli resta soggetta alla normativa sul commercio in forma itinerante, ai regolamenti locali e al sistema di autocontrollo haccp.
Il successo sociale dei food truck – ora anche a tre ruote, come si è visto – risulta, negli ultimi anni, abbastanza percepibile. Non è solamente una sofisticata evoluzione di quello che a Roma e dintorni chiamano “er porchettaro”, ma un portato della lunga crisi economica: per l’esercente un veicolo comporta spese inferiori rispetto al locale tradizionale, mentre il cliente ha l’aspettativa di gustare una specialità regionale senza troppo gravare sul portafoglio.