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Briciole di pane

Sicurezza stradale, una detrazione fiscale per i centauri

Dovrebbe essere del 50% , secondo, l'ANCMA, e destinata all'acquisto di paraschiena e airbag

Roma, 19 ottobre 2016 – Seducenti e potenti. Solo a guardarle, trasmettono un senso di velocità e di libertà. Le moto, perché di loro stiamo parlando, generano, inoltre, un indotto commerciale importante. Possedere questi bolidi, oltre che entusiasmante per i patiti del genere, presuppone abilità di guida non indifferenti.

Chi viaggia sulle “due ruote”, infatti, alla normale prudenza deve sommarne dell’altra perché chi è sulle “quattro ruote”, molto spesso, è disattento e dà per scontato che il primo possa fronteggiare, senza difficoltà, qualsiasi evenienza.

Così non è, purtroppo. Basta soltanto pensare che quando si è in motocicletta si è sopra il mezzo, all’interno quando si è in macchina. Il che cambia, oggettivamente, tutto il contesto. E di molto.

Il centauro è esposto in maniera più rilevante ai rischi del traffico.

 

Nel nostro Paese circolano circa otto milioni di ciclomotori e motocicli. Le statistiche dicono che nel 2015 sono stati 471 gli incidenti mortali che hanno interessato i motociclisti. Ottantuno in più, rispetto al 2014.
Come garantirgli, è la domanda che ci si pone, una maggiore sicurezza? Registriamo, in tal senso, la proposta dell’ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) di introdurre la possibilità di detrarre il 50% del prezzo di acquisto di paraschiena e airbag per moto. Proposta interessante, a nostro avviso, perché, uno studio svolto dell’Istituto Superiore di Sanità (Progetto ST.E.P.-Studio Efficacia Paraschiena), in collaborazione con la Polizia Stradale, ha evidenziato che l’utilizzo del paraschiena riduce del 40% il rischio di lesioni, gravi o mortali, alla colonna. Il fatto è che, attualmente, solamente uno su dieci dei motociclisti se ne avvale.

 

E dire che, è stato quantificato in soldoni, con un contributo di 2,5 milioni di euro si risparmierebbero i ventuno milioni di costi sociali collegati, in qualche maniera, agli incidenti che interessano le “due ruote”.

Carlo Argeni