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Briciole di pane

Solo ora al Mose le risorse Cipe del 2008

Con l'opera simbolo di Venezia il record di ritardi da parte del Governo nel trasferire i fondi dopo l'assegnazione del Comitato

Roma, 3 ottobre 2011 - Dopo le delibere Cipe che assegnano i finanziamenti al Consorzio Venezia Nuova per proseguire i lavori del Mose, il ministero dell'Economia impiega mesi, anche anni, prima che le risorse vengano effettivamente rese disponibili. E le imprese sono costrette ad avviare i lavori con finanziamenti ponte da parte delle banche. Risultato: ritardi e maggiori costi.
DOPO LE DELIBERE
La delibera Cipe del 30 agosto 2007, che assegnava al Cipe 243 milioni di euro, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 18 dicembre 2007, ma le risorse sono state trasferite al Consorzio solo nel gennaio 2009, 17 mesi dopo. E più si va avanti più la situazione peggiora. La delibera del 31 gennaio 2008 (400 milioni) è stata pubblicata il 29 luglio 2008, e i fondi sono stati resi disponibili nel dicembre 2009, 23 mesi dopo la delibera. La decisione Cipe del 18 dicembre 2008 (800 milioni) è stata pubblicata i125 maggio 2009, ma i fondi sono arrivati nel marzo 2011 per i primi 320 milioni, 27 mesi dopo la delibera (due anni e quattro mesi) e nei giorni scorsi, settembre 2011, per gli ultimi 480 milioni, 33 mesi dopo (due anni e nove mesi). Dopo le delibere (pubblicate) i lavori vanno avanti, perché le imprese sono abituate a chiedere alle banche prestiti ponte, fondi che gli istituti concedono senza problemi forti della delibera uscita in Gazzetta. Ma tutto questo comporta maggiori oneri finanziari, che saranno riconosciuti dallo Stato nella revisione prezzi in corso di negoziazione. E in generale ritardi e maggiori oneri sono derivati nel caso del Mose da un generale ritardo nell'assegnazione dei fondi rispetto a quanto richiesto in base al ritmo dei lavori.
LA REVISIONE PREZZI
Quanto costi il Mose, e dunque quanti fondi lo Stato debba ancora assegnare con delibere Cipe, è questione peraltro ancora non del tutto definita. In occasione del Cipe del 18 novembre 2010 una relazione del magistrato delle Acque indicava che l'ultimo aggiornamento di costo (delibera Cipe 115/2008: 4.271,6 milioni) era superato, e a esso andavano aggiunti 1.224,4 milioni, così articolati: 1) aggiornamento dei prezzi «a corpo» contrattualmente previsto con il concessionario (406 milioni); 2) lavori conseguenti a richieste da parte di enti terzi, tra le quali l'inserimento architettonico delle opere a vista (260 milioni); 3) infrastrutturazione dell'area nord dell'Arsenale di Venezia per installarvi le attività di manutenzione e gestione del Mose (280 min); 4) compensazione e riqualificazione ambientale delle aree oggetto di intervento, come richiesto dalla Commissione Ue (199 min); 5) prosecuzione delle attività del servizio informativo per il Mose (80 milioni). Il costo totale sarebbe dunque salito a 5.496 milioni. Ma il ministero dell'Economia, nella seduta del 5 maggio 2011, fece sapere di ritenere irricevibile tali richieste, e che il costo doveva rimanere quello del 2008. Non si decise allora nulla, e fonti del Cipe fanno ora sapere che saranno probabilmente accolti gli aumenti di costo derivanti dalla revisione prezzi con le imprese (si veda anche il servizio a fianco) e quelli derivanti da richieste Ue, ma non quelli per la sistemazione dell'area dell'Arsenale e quelli chiesti da "enti terzi". Il costo totale salirebbe dunque a circa cinque miliardi di euro, dunque la cifra ancora da stanziare da parte dello Stato sarebbe di circa 1.378 milioni di euro (si veda il grafico nella pagina a fronte).
I RITARDI DEL PIANO MATTEOLI
Se per il Mose il problema è stato il ritmo dei finanziamenti, sono un insieme variegato di intoppi e frenate ad aver rallentato il piano Infrastrutture (cosiddetto "Matteoli") deciso dal Cipe nel giugno 2009 con tanto di dettaglio di opere, e rimasto in buona parte inattuato. Secondo la ricognizione effettuata dall'Ance per «Edilizia e Territorio» (tabellone a destra), su 11,3 miliardi di valore del piano (delibera giugno 2009 e successive integrazioni) sarebbero ancora da assegnare fondi per 3.685 milioni (ad esempio 900 milioni per le opere ambientali e oltre 400 per la seconda tranche di edilizia scolastica), mentre tra le opere assegnatarie di fondi (7.614 milioni) gli interventi già trasformati in cantieri ammonterebbero a soli 1.666 milioni. Entro l'anno è annunciato tuttavia l'avvio dei cantieri della Treviglio-Brescia e del terzo Valico Mi-Ge.

Alessandro Arona - Il Sole 24 Ore