Sostenibilità: è Melbourne la città più vivibile al mondo
Seguono Vienna e Vancouver secondo l'Economist

Roma, 2 settembre 2013 - Ancora una volta è Melbourne la città più vivibile al mondo. Per il terzo anno consecutivo, infatti, la città australiana si piazza al primo posto nella classifica stilata dell'Economist Intelligence Unit (Eiu), la sezione di ricerca e informazione per il business dell’Economist Group, editore del settimanale The Economist.
Seguono Vienna e Vancouver. La graduatoria sulla vivibilità dell'Eiu è contenuta nel Global Liveability Ranking and Report stilato dal centro di analisi e ricerche britannico, che valuta la qualità della vita in 140 città in tutto il mondo - tra i paesi G8, BRIC e CIVETS - assegnando un punteggio nelle cinque macro categorie: stabilità, sanità, cultura e ambiente, istruzione e infrastrutture.
In particolare, Melbourne ha ricevuto il punteggio massimo nelle valutazioni di sanità, istruzione e infrastrutture, superando le altre città mondiali in lizza.
''La riconferma di questo risultato si traduce nell'orgoglio di tutti i Melbournians e nella consapevolezza di tutti noi di vivere in una delle realtà più stimolanti e invidiate al mondo, all'insegna della multiculturalità e dell'innovazione'' ha commentato il primo cittadino della regione del Victoria, Robert Doyle.
Questo riconoscimento, aggiunge, "è un risultato importante per il turismo della regione e un modo per far conoscere l'eccellenza del sistema di istruzione di Melbourne''.
Sempre nella top ten delle città più vivibili troviamo: Toronto e Calgary in Canada, le australiane Adelaide, Sidney e Perth, Helsinky in Finlandia, e Auckland in Nuova Zelanda. Nella lista delle prime 10, quindi, l'Australia conquista quattro posizioni.
Fanalino di coda della classifica sono Port Moresby (Papua Nuova Guinea), Dhaka (Bangladesh) e la capitale della Siria, Damasco. Il conflitto, infatti, e' responsabile di molti dei punteggi più bassi e lo dimostra il fatto che Damasco in 12 mesi ha perso 10 posizioni.
La ricerca è disponibile agli utenti registrati sul sito dell' Economist Intelligence Unit.