Tajani: riallocare i fondi Ue su lavoro e infrastrutture
Roma, 21 agosto 2013 - “Ricollocare i fondi Ue su lavoro e infrastrutture” è l’auspicio lanciato ieri dal Meeting di Comunione e Liberazione da Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue e commissario responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria. La spesa dei fondi europei, dopo l’impulso di fine 2012, è tornata infatti a rallentare e cresce il rischio di perdere quote consistenti dei 31 miliardi che l’Italia ha ancora da utilizzare per il triennio 2013-2015. Governo e Regioni devono dunque riprogrammare le risorse incagliate destinandole ad interventi immediatamente spendibili. Secondo il vicepresidente della Commissione europea, sulla scia di quanto ha già fatto il governo Letta con il dislocamento di un miliardo di risorse per finanziare gli sgravi per l’assunzione dei giovani, i fondi Ue ancora non utilizzati dovrebbero essere riallocati in fretta in infrastrutture e in politiche per il lavoro. «Io penso che i fondi ancora da spendere – ha sottolineato Tajani nel corso del suo intervento alla platea di Rimini - debbano essere destinati, più che alla sagra delle salsicce e a cose minori, alla creazione di infrastrutture e alle politiche di incentivo alle imprese per creare nuova occupazione. Occorre fare di tutto per non perdere quei fondi senza piangersi addosso. Un grande Paese come l'Italia non può permetterselo». Ieri a Rimini Tajani ha poi ricordato che il nodo dell’accesso al credito e dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, non è un problema solo italiano, ma che nel nostro Paese è più sentito che altrove. Per quanto riguarda i crediti vantati dalle imprese, il vicepresidente della Commissione Ue ha ricordato che l'Italia rischia la procedura di infrazione se non rispetterà la direttiva sui pagamenti della Pa in 3O giorni. A settembre ci sarà una prima verifica sullo stato dell'applicazione in tutti gli Stati, e la direttiva prevede sanzioni pari all' 8% dell'importo oltre agli interessi per chi non adempie. Sui debiti pregressi dell'Italia Tajani ha aggiunto: «È incredibile che non si sappia quanti siano effettivamente. Si dice 30, 40, 100 miliardi, ma non ci sono dati certi. Comunque credo che il nostro Paese possa chiudere le pendenze arretrate nell'arco di due anni». Sul fronte del credit crunch, invece, Tajani ha ricordato che «la Commissione Ue ha fatto in modo che la Basilea 3 non si applichi alle Pmi fino a un milione e mezzo di euro». Tra i meriti della Commissione Ue - aggiunge Tajani - anche la proposta di un pacchetto per l'accesso al credito di 100 miliardi (dai fondi regionali, dalla Banca d'investimenti europea e dal pacchetto Cosme, il programma perla competitività delle imprese) che ha ricevuto il via libera degli Stati membri.