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Briciole di pane

Tem, ultima chiamata per 120 milioni

Oggi l'assemblea dei soci vota l'aumento di capitale necessario per evitare lo stop alle opere e il naufragio della società

Milano, 12 settembre 2012 – È una sorta di ultima chiamata quella che va in scena oggi nell'assemblea di Tangenziale esterna spa, controllata da Tem: una delle opere pubbliche di cui si parla da un decennio ma che soltanto nell'ultimo anno ha visto l'apertura dei primi cantieri. I soci dovranno decidere se varare l'aumento di capitale da 120 milioni senza i quali non soltanto le opere in corso si fermeranno di qui a un mese, ma si ritroverà a rischio la stessa «continuità aziendale della società».
È un termine tecnico, questo, che si usa quando la situazione finanziaria di una società è diventata insostenibile. Del resto Tem è una società di scopo, in cui i soldi in qualche modo devono entrare se si vuole che l'opera vada in porto. Ma la situazione in cui si trova è ancora peggiore: in cassa ci sono soldi sufficienti solo per qualche settimana, tanto che si potrebbe addirittura arrivare a non pagare gli stipendi.
Prima di arrivare a questo punto, i soci hanno ancora la possibilità di intervenire. I 120 milioni servono per finanziare un prestito ponte con le banche per arrivare poi l'anno prossimo al project financing vero e proprio da 1,4 miliardi (complessivamente l'opera costa 2 miliardi). La sensazione, però, è che in questo momento i soci siano più alle prese con giochi politici che con il rispetto dei passaggi finanziari, per quanto possano mettere in pericolo opera e sopravvivenza della società. Come dimostrano le continue polemiche del presidente di Tem, il pidiellino Stefano Maullu, nei confronti dei vertici di Tangenziale Esterna, frutto più che altro del tentativo di questi ultimi di rimanere autonomi nelle scelte relative alle procedure e all'assunzione di personale. Chiamata a rispondere è soprattutto la Provincia di Milano, che controlla la maggioranza della Serravalle (che, a sua volta, possiede il 68 per cento di Pedemontana e il 32 di Tem, la società di controllo di Te) e quindi di Asam, la holding provinciale a cui fanno capo tutte le principali infrastrutture lombarde (possiede direttamente il 15 per cento di Tem e il 52 di Serravalle).
La Provincia sembra invece più interessata alla gara con cui verrà messa in gara la quota di maggioranza di Serravalle e non vuole prendere impegni finanziari anche se, in caso di cessione, l'onere toccherà all'acquirente. La prima rata dell'aumento di capitale dovrà essere pagata nel marzo 2013.

Fonte: La Repubblica, Milano