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Briciole di pane

Transpadana, nel 2012 accelerare con le infrastrutture

Parla Luigi Rossi di Montelera, presidente di Transpadana

Torino, 6 febbraio 2012 - Un anno appena trascorso difficile ma denso di risultati, un 2012 impegnativo e importante. Luigi Rossi di Montelera – Presidente di Transpadana – non si nasconde le difficoltà che comporta la promozione e la realizzazione di un Corridoio di trasporto importante come quello che correrà da Lisbona a Kiev, ma vuole anche indicare i risultati raggiunti che sono di tutto rispetto.

Presidente, prima di tutto ci spieghi esattamente che cos’è e che funzione ha Transpadana.

“Il Comitato Promotore Transpadana è stato costituito nel marzo del 1990 su iniziativa di Federazione degli Industriali del Piemonte, Regione Piemonte, Comune di Torino, Associazione per Tecnocity. Nasce quando, nelle previsioni delle Ferrovie dello Stato, esisteva unicamente una linea ad alta velocità/capacità che attraversasse longitudinalmente l’Italia, da Milano a Roma, senza connessioni né internazionali né con i territori economicamente più sviluppati della pianura padana. Il nostro obiettivo era ed è quello di promuovere ed accelerare la realizzazione di una nuova linea ad alta capacità e potenzialità di trasporto per le merci ed i passeggeri tra Lione e Lubiana che colleghi le regioni più industrializzate del nostro Paese ed i porti di Genova, Venezia e Trieste con la rete ferroviaria europea. Da un nucleo iniziale di 5 soci, tutti piemontesi, si è arrivati in questi 20 anni di attività ad una trentina di aderenti, che rappresentano il mondo economico (Confindustrie, Unioni degli Industriali), camerale (Camere di commercio e Unioncamere), infrastrutturale (interporti ed autorità portuali) ed istituzionale (Comuni, Province) delle 5 regioni interessate dalla nuova linea”. Il 2011 è stato un anno importante per le infrastrutture.

Quali sono i traguardi che a suo parere sono stati raggiunti e che sono più efficaci per lo sviluppo della rete infrastrutturale traspadana?

“La situazione delle tratte che compongono la Transpadana è ancora molto variegata e certamente il 2011 è stato un anno difficile. Guardiamo però ai fatti: per la Torino-Lione, nel mese di aprile è stata varata la nuova legge regionale che, sul modello della Demarche Grand Chantier francese, punta ad ancorare al territorio interessato dall'opera il maggior numero possibile di benefici e ricadute positive per favorire i territori interessati. In giugno vi è stata l’apertura del cantiere per la galleria esplorativa di Chiomonte, che ha consentito in extremis di accedere ai finanziamenti europei. In agosto è stato approvato il progetto preliminare ed è recentemente iniziata la progettazione definitiva. In dicembre, Italia e Francia hanno raggiunto l’accordo sulla ripartizione economica e finanziaria della tratta internazionale da Saint Jean de Maurienne a Susa, che prevede la costruzione del tunnel di base di 57 chilometri sotto le Alpi e delle due stazioni internazionali di Susa e Saint Jean de Maurienne; l’accordo è stato poi siglato ufficialmente nei giorni scorsi dai Ministri dei Trasporti e pronto per essere approvato dai rispettivi Parlamenti”.

Tutto bene quindi?

“Diciamo che sono stati compiti passi importantissimi, anche perché avvenuti in un clima non certo idilliaco come quello delle proteste in Valle di Susa, che hanno pienamente dimostrato, come a più riprese chiesto da Transpadana nei momenti di minor fervore, la determinazione degli enti locali piemontesi, dei governi nazionali e dell’Europa alla realizzazione di questa linea”.

E adesso?

“Si è raggiunto, a mio parere, il punto di non ritorno per cui Transpadana ha tanto lavorato in questi anni e soprattutto nell’anno appena trascorso che l’ha vista protagonista di moltissime iniziative trasversali di sensibilizzazione ed informazione, prima tra tutte la realizzazione dello spot “Transpadana: il futuro si costruisce insieme” andato in onda nei mesi di ottobre e novembre su Rai Tre e Rai News. Si è trattato della prima volta di uno spot televisivo sull’argomento; la sua diffusione proseguirà anche nel 2012 attraverso strumenti differenti: internet ed il circuito delle grandi stazioni ferroviarie”.

Nel 2011 non c’è stata però solo la Torino-Lione.

“Certamente no. E’ stato un anno importante anche per il Terzo Valico, il collegamento ad alta capacità che da Genova, sotto l’Appennino, raggiunge la pianura padana per dirigersi, via Novara e Milano, verso i grandi tunnel del Gottardo e del Loetschberg e proseguire, via Germania e Belgio, verso il porto di Rotterdam. Dopo anni di esitazioni, ostacoli burocratici e rinvii (il progetto definitivo è stato approvato nel 2006), a novembre le ferrovie e il General Contractor Cociv, incaricato della costruzione, hanno firmato un accordo, a dicembre il CIPE ha finanziato il secondo lotto costruttivo e nel mese di febbraio verranno aperti i primi cantieri. Un altro risultato raggiunto è stato il finanziamento totale della Treviglio – Brescia, che sta aprendo i cantieri con l’obiettivo di terminare i lavori in tempo per l’Expo 2015”.

Di fronte a questa seria di obiettivi raggiunti, i problemi quali sono?

“Per esempio i grandi ritardi nella direttrice che promuoviamo, perché se è vero che ad ovest sono stati fatti significativi passi avanti, lo stesso non si può dire per le tratte ad est di Brescia, che non hanno registrato nell’anno appena trascorso alcun significativo passo avanti. E’ questo il motivo per il quale abbiamo deciso di creare due sedi distaccate della nostra Associazione, a Venezia ed a Trieste. Gli obiettivi a breve termine sono di arrivare alla progettazione definitiva per la Brescia – Padova, l’approvazione della progettazione preliminare per la Venezia – Trieste che passa attraverso la scelta del tracciato sul versante veneto, non imposto dall’alto ma concertato con il territorio, e l’avvio della progettazione preliminare sulla Trieste – Divaccia, previa creazione dell’organismo italo-sloveno che dovrà condurla. Di tutto ciò si occuperanno i punti operativi di Venezia e Trieste. Quest’ultimo si occuperà di dare vita ad un centro di monitoraggio delle linee Venezia – Trieste e Trieste – Divaccia, destinato alle relazioni con il territorio ed con i media, per migliorare e semplificare l’informazione. Saranno attivati per questo dei tavoli tecnici con soggetti a vario titolo già coinvolti sui progetti (Enti locali, RFI, Italferr, Università, autorità portuali) che avranno il compito di razionalizzare gli studi settoriali esistenti su tematiche spesso oggetto di disinformazione quali beneficio per l’utenza pendolare, riattivazione linee esistenti, pericolosità degli scavi in galleria e tutela del paesaggio, costi eccessivi da sostenere tramite il solo bilancio pubblico. Per la nostra sede in veneto, invece, l’obiettivo per il 2012 sarà l’individuazione di un tracciato condiviso della tratta AV/AC Verona – Padova e la relativa stima e verifica della congruità del costo in project financing.

Ecco, parliamo di costi delle grandi opere e in particolare di partenariato pubblico-privato.A suo parere qual è il nocciolo della questione?

“In tema di ferrovie, l’applicazione del partenariato pubblico - è un’operazione ancora piuttosto inesplorata in Italia, ed è per questo che, assieme al Gruppo di Lavoro composto dalla Regione Veneto e dagli industriali locali, abbiamo scelto per approcciarla una tratta relativamente breve e che non abbia grosse incognite progettuali come la Verona – Padova. Benché negli ultimi anni la normativa in materia di partenariato pubblico – privato e di project financing in Italia si sia progressivamente allineata a quella dei Paesi europei più avanzati e tutte le maggiori banche italiane abbiano costituito specifiche strutture dedicate, permangono alcune criticità che possono rendere difficile il finanziamento delle grandi opere attraverso la tecnica della finanza di progetto. Si tratta di problemi legati principalmente alla lunghezza e complessità delle procedure decisionali ed al difficoltoso processo di acquisizione del consenso, e Transpadana sta dando il proprio contributo affinché tali variabili siano sempre meno influenti”.

Presidente, al di là delle azioni mirate e concrete, qual è l’approccio strategico che Transpadana vuole mettere in campo per le infrastrutture in Italia?

“Guardi, Traspadana si è sempre ispirata ad un credo di fondo, che oggi assume un significato di maggior rilievo. Uno dei fattori decisivi per risollevare la nostra economia è la realizzazione di un efficiente sistema infrastrutturale di comunicazione come le linee ad alta capacità che promuoviamo ed il loro sistema di interconnessione con le strutture dell’intermodalità (porti, interporti e piattaforme logistiche). Questo obiettivo deve essere perseguito non considerando le infrastrutture come un fine, ma come mezzi per offrire servizi di qualità, in grado di rispondere al fabbisogno del mercato e alle esigenze di gestione dei flussi delle merci e dei passeggeri. Per questo l’obiettivo di Transpadana non è essere limitato alla realizzazione fisica delle infrastrutture, che è pure importante in quanto rimette in moto il ciclo occupazionale, ma deve tendere anche alla promozione della qualità dei servizi offerti affinché l’obiettivo del riequilibrio modale a favore della ferrovia sia realistico. Parallelamente, la realizzazione delle nuove infrastrutture ferroviarie deve essere accompagnata da un’adeguata politica di trasporto, che ne garantisca l’efficienza e la qualità. In quest’ottica, la liberalizzazione del mercato ferroviario, il processo di apertura del mercato, la realizzazione di un sistema di accesso alla rete ferroviaria in condizioni trasparenti e non discriminatorie sono strumenti fondamentali per migliorare la competitività del servizio ferroviario”.

Misure concrete e strategia ad ampio raggio quindi. E’ possibile parlare anche di lobby?

“Certamente sì. Anzi, nel 2012 l’altra importante attività sarà la lobbying nei confronti dell’Europa. Quest’anno infatti il Parlamento europeo deciderà il proprio budget 2014-2020 ed in particolare saranno assegnate le risorse di cofinanziamento alle tratte che compongono la Transpadana; organizzeremo quindi azioni mirate di presentazione dei nostri progetti. Più in generale, è chiaro che Transpadana continuerà a perseguire l'obiettivo di lavorare con tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nella realizzazione del sistema infrastrutturale italiana, quindi anche ANAS. Ciò che conta in una situazione di forti difficoltà congiunturali come quella che stiamo attraversando, è infatti la condivisione di esperienze e soluzioni per la realizzazione di grandi opere, senza preclusioni di comparto. Da questo punto di vista, per esempio, la condivisione con ANAS di casi ed esperienze concrete può risultare utile e importante”.

Andrea Zaghi