Ue, al via a bandi per 11,9 miliardi destinati alle infrastrutture dei trasporti
Gli Stati hanno tempo fino al 26 febbraio prossimo per proporre i propri progetti e ottenere i fondi

Bruxelles, 11 settembre 2014 - La Commissione europea ha pubblicato il primo bando del programma “Meccanismo per collegare l'Europa” (Connecting Europe Facility, Cef) invitando gli Stati membri, che avranno tempo fino al 26 febbraio 2015, a proporre progetti per utilizzare 11,9 miliardi di euro di finanziamenti dell’Ue destinati a migliorare le infrastrutture dei trasporti. I finanziamenti si concentreranno su nove corridoi che formeranno la rete centrale dei trasporti comunitari e si indirizzeranno e andranno a quei progetti che mirano a eliminare le strozzature, rivoluzionare i collegamenti est-ovest e snellire le operazioni transfrontaliere di trasporto per le imprese e i cittadini.
“Le zone d’Europa sprovviste di buoni collegamenti non sono destinate a crescere o a prosperare. Gli Stati membri devono cogliere questa opportunità di finanziamento per avere migliori collegamenti, essere più competitivi e garantire spostamenti più rapidi e confortevoli a cittadini e imprese”, ha esortato Siim Kallas, vicepresidente della Commissione e responsabile per i Trasporti.
I finanziamenti comunitari destinati ai trasporti sono triplicati nell'ultimo bilancio, passando da 8 miliardi di euro per il periodo 2007-2013 a 26 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 nell’ambito del nuovo meccanismo per collegare l’Europa. “L’insieme di queste innovazioni – si legge in una nota della Commissione – equivale alla più radicale revisione della politica delle infrastrutture dei trasporti dell’Ue dalla sua istituzione negli anni ‘80”. L'obiettivo finale è fare in modo che progressivamente, entro il 2050, la grande maggioranza dei cittadini e delle imprese europei non disti più di 30 minuti di viaggio dalla rete principale.
A livello europeo sono cinque le grandi problematiche che Bruxelles intende affrontare: i collegamenti mancanti, in particolare nelle tratte transfrontaliere, che costituiscono un ostacolo importante per la libera circolazione delle merci e dei passeggeri; la notevole disparità sotto il profilo della qualità e della disponibilità di infrastrutture tra e all'interno degli Stati membri (strozzature); la frammentazione dell'infrastruttura dei trasporti tra i diversi modi di trasporto con i collegamenti multimodali in molti terminali merci, stazioni passeggeri, porti interni, porti marittimi, aeroporti e nodi urbani che non sono all'altezza del loro compito; la necessità di contribuire a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti del 60% entro il 2050; infine le differenze tra norme e requisiti operativi nei vari Paesi, in particolare in materia di interoperabilità.