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Briciole di pane

UE, in crescita mercato delle biciclette

In Italia, Spagna e Gran Bretagna la vendita delle due ruote a pedali supera quelle delle auto

Roma, 23 settembre 2013 - Ci sono molte cause dietro al ritorno in grande stile della bici nell’Unione europea. Dalla Spagna, passando per il nostro paese fino alla Gran Bretagna, è euro boom per la due ruote. Naturalmente, la crisi che investe l’Europa è la principale indiziata del superamento della vendite di bici sulle auto: risparmio di carburante e parcheggio hanno ricadute positive nelle tasche degli europei. E a sostegno di questa tendenza c’è il dato abbastanza probante secondo il quale solamente il 16% dei giovani tra i 18 e 29 è realmente interessato all’acquisto dell’auto. Chissà che questo scenario non rappresenti l’anticamera della de-motorizzazione: la contrazione del parco auto circolante.

Per la prima volta, infatti, nel 2012 il saldo tra nuove immatricolazioni e radiazioni è stato negativo (-38.000 veicoli). Ma sicuramente c’è anche un aspetto che va al di là del dato strettamente economico che giustifica la crescita delle due ruote a pedali: la maggiore attenzione per la tutela dell’ambiente, la moda, l’incremento del cicloturismo, settore in grande espansione, la crescita di aree a traffico limitato e il conseguente sviluppo di forme alternative di mobilità come car pooling e carsharing.

Oltre all’Italia che nel 2012, per la prima volta, dopo 48 anni, sono state vendute 1.748.000 bici a fronte di 1.450.000 automobili), anche la Spagna ha assistito a una riscossa della bici. Nel paese iberico la disoccupazione salita a oltre il 20%, il caro benzina e il rincaro del prezzo dei biglietti dei mezzi pubblici, hanno spinto molti spagnoli ad acquistare una bici al posto di un’auto: il risulta è stato di 780 mila bici contro le 700 auto.

"In Spagna si dovrebbero vendere un milione di auto l'anno, il che significa il paese è del 30% sotto il suo obiettivo" ha detto Federico Suarez Leco, direttore commerciale di 'Castellana Motor', citato dal 'Guardian'. "Nel 2007 abbiamo venduto 390 vetture individualmente, escluse quelle aziendali, ma nel 2012 solo 300 - ha spiegato - e questa è una delle più grandi sale d'esposizione di Seat a Madrid. Nel resto del paese va molto peggio e parecchie concessionarie stanno chiudendo".

Nonostante il governo spagnolo abbia varano numerosi incentivi per stimolare la vendita di auto, come gli incentivi a rottamare le auto con più di 12 anni, le vendite in poco più di un decennio si sono ridotte del 34%.

A parte la crisi, a determinare la corsa alla bici è stata una tendenza modaiola che ha riguardato un po’ tutte le capitali europee, come per esempio l’apertura di bar 'byker-friendly', a Madrid, ma soprattutto a Londra. Veri e propri ciclo-bar come quello del 30 enne Tamy Marques che sorge in quartiere molto alla moda di Madrid, dove gli avventori non parlano d’altro che di ciclismo. "Non si può semplicemente creare una pista ciclabile, bisogna mettere la gente in condizione di usare la bici il più possibile", ha osservato Marques.

Tra le varie capitali d’Europa, Londra è stata la prima a dare il là all’impiego a 360 gradi della bici. A testimonianza dell’interesse della City e dell’Inghilterra per la bicicletta, i 148 milioni di sterline messi sul tavolo dal premier David Cameron e dalle autorità locali per migliorare la sicurezza delle strade dedicate ai byker. Ma un dato su tutti fotografa l’esplosione della bici mania nella City: negli ultimi anni, nella sola capitale, l’uso delle due ruote è cresciuto del 110%.

Attenti sociologi hanno rilevato che il ricorso massiccio dei londinesi alla bicicletta non dipende soltanto dal crisi, dalle nuove tendenze, da una maggiore comodità e velocità negli spostamenti, ma da componenti culturali. In Gran Bretagna è scoppiato un vero e proprio culto per la bicicletta.

Secondo un sondaggio, infatti, oltre il 50% dei britannici si mette in sella per scopi amatoriali e non strettamente legati al trasporto; e l'87% sprona i propri figli a fare lo stesso. Insomma, un uso della bici a tutto tondo.

Christian D'Acunti