Ue, Piano d'azione per la Coesione: rimessi in circolo fondi per 5,7 miliardi
Oggi il ministro Barca ha incontrato le Regioni, al via la terza riprogrammazione del Piano
Roma, 11 dicembre 2011 – È stata presentata oggi a Roma la terza riprogrammazione del Piano d’azione per la Coesione, lo strumento elaborato dal ministero per la Coesione territoriale, d'intesa con le Regioni, per accelerare l’attuazione dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013.
Grazie a questa terza (e ultima) riprogrammazione, illustrata dal ministro Barca e da governatori e assessori delle Regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Valle d'Aosta, saranno rimessi in circolo 5,7 miliardi di euro che correvano il rischio di non poter essere utilizzati. I fondi sono ripartiti in tre “pilastri”:
- 2,5 miliardi per misure, discusse anche con le parti economiche e sociali, finalizzate a contrastare gli effetti recessivi della crisi sui lavoratori, promuovere le imprese e sostenere le famiglie in difficoltà;
- 1,9 miliardi per salvaguardare i progetti più validi già avviati dalle Regioni, che rischiavano di non essere ultimati nei tempi previsti dall'attuale programmazione europea;
- 1,3 miliardi per finanziare nuove azioni delle Regioni e per le compensazioni ambientali in Val di Susa, per favorire l'inserimento territoriale della linea ferroviaria Torino-Lione.
Il ministro Barca ha elogiato l’impegno delle Regioni, affermando che “un Paese che pretende più fondi deve dimostrare di saperli usare” e che “se l'Italia ha potuto a Bruxelles parlare con voce alta è perché le Regioni e le amministrazioni hanno preso questa sfida sul serio e questo ha determinato una forte accelerazione nell'utilizzo dei fondi che supera la soglia del 30%: andremo dunque oltre la soglia che ci eravamo prefissi”.
Il ministro ha anche tracciato un bilancio sullo stato di attuazione della prima e della seconda programmazione, che rimodulavano risorse per 6,4 miliardi di euro. Risultati positivi si sono registrati sul credito d'imposta, per cui è stato completamente esaurito il budget dedicato, e nelle linee d'intervento per le ferrovie: ad esempio, il contratto di sviluppo per la direttrice Napoli-Bari-Lecce-Taranto, finanziata da 3,5 miliardi di euro. Tra le note negative, invece, i tempi di attuazione degli interventi per l'agenda digitale.
Anche i rappresentanti delle Regioni che hanno partecipato alla conferenza hanno espresso il loro compiacimento per la rimodulazione del Piano.
Il governatore della Campania, Stefano Caldoro, ha affermato che il Piano d'Azione mostra “un sud virtuoso e credibile”. Per la Campania, la riprogrammazione del Piano d'azione incide per 1,8 miliardi da poter destinare anche alle “misure anticrisi: politiche di sostegno al reddito, politiche attive e passive del lavoro, crescita e poi misure a favore delle infrastrutture”. Caldoro si è poi soffermato sulle azioni messe in campo per la salvaguardia di alcuni programmi significativi a cui la Campania ha destinato circa 600 milioni, riguardanti temi quali ad esempio la portualità, la logistica e la ricerca.
Il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, ha spiegato che il senso dell'adesione della propria Regione al Piano d’Azione è di avere il pieno riconoscimento degli obiettivi del Piano per il sud. “Nostro obiettivo – ha aggiunto – è favorire la coesione nazionale attraverso le grandi infrastrutture di trasporto: la Sardegna soffre di un deficit infrastrutturale ancora molto profondo, e la scelta va nel senso di voler contrastare, con interventi concreti, questo deficit''. I fondi saranno quindi utilizzati per incentivare la creazione di reti ferroviarie, metropolitane e della grande viabilità stradale, tra cui Cappellacci mette in primo piano la Sassari-Olbia. Nel dettaglio, saranno quasi 400 i milioni di euro su fondi europei destinati alla Sardegna con la rimodulazione del Piano, dei quali quasi 123 milioni riguardano la rete viaria isolana e quasi 100 milioni la rete ferroviaria.
Il governatore della Puglia, Nichi Vendola, ha affermato che “i risultati già presentati e quelli che ci saranno, sfateranno il luogo comune secondo il quale il sud è terra di incapacità nella spesa e nella rendicontazione”. “Noi abbiamo condiviso questo impegno importante”, ha aggiunto “rinunciando a quote significative di cofinanziamento nazionale e destinandole a obiettivi importanti, come i 100 mln per l'efficientamento energetico delle scuole, 100 milioni per il finanziamento della Bari-Napoli, 30 milioni per gli ammortizzatori sociali”.
Luca Bianchi, assessore al Bilancio della Regione Siciliana, ha definito il Piano d'Azione “uno strumento fondamentale per il riavvio della crescita a livello regionale”. Il Piano d'azione e coesione vale per la Sicilia 1,6 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo per azioni nuove o per far fronte alle emergenze, mentre gli altri 600 milioni consistono in fondi riprogrammati. “La Regione – ha aggiunto l’assessore – ha deciso di puntare un miliardo su scelte strategiche” tra cui: agenda digitale (quasi 100 milioni), edilizia scolastica (110 milioni) e 200 milioni per le infrastrutture.
Infine Antonella Stasi, vicepresidente della Regione Calabria, ha affermato che “negli ultimi 2 anni, la Calabria ha avuto una accelerazione importante che ha riguardato i programmi e i fondi previsti dal Piano d'Azione e di Coesione” e che “grazie a questo lavoro abbiamo concentrato gli interventi su progetti tangibili, immediatamente cantierabili”. Sono previsti aiuti per le aree a disagio socio-economico e inoltre la Regione punterà molto sul turismo: “ci sono bandi pronti – ha concluso Stasi - e riusciremo ad essere in linea con i tempi. Punteremo sul turismo e sul rilancio del marketing promozionale e sul rilancio del sistema aeroportuale”.