Ue studia piano salva-investimenti da 700 mld
Sul tavolo ipotesi costituzione fondo 'ad hoc' presso Bei
Bruxelles, 5 settembre 2014 - Dopo il fondo salva-Stati, il fondo salva-investimenti: e' questo il 'bazooka' per la crescita a cui sta lavorando la Ue per aiutare gli Stati a realizzare quelle infrastrutture chiave, in settori strategici come tlc, energia e trasporti, che gli Stati da soli non riescono a fare con le loro magre risorse e i bilanci da risanare. La capacita' del fondo speciale - secondo le cifre fatte dal ministro polacco dell'economia durante un suo intervento ad un think tank di Bruxelles - dovrebbe arrivare alla cifra record di 700 miliardi di euro, cioe' piu' della meta' di tutto il bilancio Ue che per il settennato 2014-2020 conta su poco piu' di 1000 miliardi. E piu' del fondo salva-Stati (Esm) che ne ha poco meno di 600.
Il piano straordinario - che secondo indiscrezioni circolate sulla stampa dovrebbe essere presentato dal ministro Pier Carlo Padoan, presidente di turno dell'Ue, all'Ecofin di Milano del 12-13 settembre - nasce da una riflessione di fondo: l'Europa ha bisogno di crescere, le infrastrutture aiutano la crescita ma hanno costi che al momento molti Stati non possono permettersi, e quindi bisogna trovare altri sistemi per finanziarle.
Il primo pensiero va alla Banca europea d'investimenti, gia' ricapitalizzata lo scorso anno proprio per sostenere progetti in quei Paesi che faticano a realizzarli. Ma ora non basta piu' aiutare caso per caso, passando attraverso le banche come fa la Bei, anche perche' si rischia di privilegiare le Regioni dove la burocrazia funziona meglio - e quindi e' piu' facile assorbire i finanziamenti - rispetto a quelle che ne hanno davvero bisogno. Quello che serve ora e' invece uno strumento a cui i Paesi possano attingere con agilita' dopo aver individuato un progetto strategico, utile per tutti, come ad esempio la Tav.
Secondo il ministro polacco dell'economia Mateuesz Szczurek, che ha illustrato il piano ad un evento del Bruegel institute, la Bei dovrebbe quindi creare un nuovo fondo ad hoc per gli investimenti, grazie ad una iniezione iniziale di capitale da parte degli Stati, come avvenne per l'Esm. In quel caso, con 80 miliardi di liquidita' iniziale, sul mercato il fondo ne raccolse circa 500. "L'Europa ha bisogno di capitale realmente utilizzato, non solo di fondi extra", ha detto il ministro spiegando che il capitale iniziale raccogliera' fondi sul mercato che saranno immediatamente usati in progetti specifici nei settori individuati cioe' economia digitale, trasporti ed energia.
Anche il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker aveva parlato di un piano di investimenti, da 300 miliardi, da mettere in campo non appena si insediera' la nuova Commissione.