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Briciole di pane

Un fondo sulle dismissioni e prime liberalizzazioni

Interventi su professioni e trasporti pubblici locali

Roma, 3 novembre 2011 - Avvio del processo di dismissione del patrimonio pubblico con la costituzione di un fondo da 60 miliardi e la valorizzazione degli immobili della difesa, per incidere sul debito pubblico. Liberalizzazione delle professioni e dei servizi pubblici locali, a partire dai trasporti, per compensare le richieste dei comuni. "Tremonti-infrastrutture" con la detassazione Irap e Ires per le imprese che realizzano opere pubbliche. Un pacchetto ad hoc sul pubblico impiego, che poggia sulla mobilità. Sarebbero questi i punti cardine del maxi-emendamento che il Governo conta di presentare la prossima settimana alla legge di stabilità, all'esame del Senato, per dare rapida operatività ad almeno una parte degli impegni presi con la lettera d'intenti consegnata a Bruxelles. Le linee guida del maxi-emendamento sono state discusse e "formalmente" approvate ieri sera in un Consiglio dei ministri notturno ad alta tensione. Un Consiglio dei ministri preceduto da un lungo vertice del Pdl in cui sarebbero state stoppate, almeno per il momento, tutte le proposte di interventi maggiormente strutturali (a partire dalla patrimoniale) e nel corso del quale sarebbe stato nuovamente criticato l'atteggiamento tenuto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Proprio dopo la visita pomeridiana di Tremonti al Quirinale è stata bocciata l'ipotesi di ricorrere a un decreto legge, che aveva preso quota nel corso della giornata. Un provvedimento d'urgenza, annunciato dallo stesso Berlusconi al vertice del Pdl, che avrebbe dovuto fare da apripista al maxi-emendamento alla legge di stabilità, già dato per certo da martedì, in cui convogliare le misure più ordinamentali. Al termine della riunione a Palazzo Chigi il ministro Altero Matteoli ha comunque affermato che «nel maxi-emendamento alla stabilità saranno inserite parte delle misure della lettera alla Ue e- ha aggiunto- successivamente un decreto e un Ddl». A fare tornare il Governo sulla strada del maxi-emendamento sarebbe stato dunque lo stop al decreto giunto dal Quirinale, anche per la scarsa compatibilità di alcune misure con un provvedimento di urgenza, come ad esempio quelle sul lavoro. Anche se il ministero del Lavoro ha subito tenuto a precisare che l'ipotesi di inserire i cosiddetti "licenziamenti facili" in un Dl non era mai stata presa in considerazione: il veicolo prescelto era infatti un disegno di legge ad hoc. Nel maxi-emendamento confluirebbero comunque le altre misure del pacchetto lavoro, in primis gli incentivi per i contratti di apprendistato e il contratto di inserimento femminile. Il maxi-emendamento, salvo nuovi ripensamenti, non farebbe alcun cenno alle pensioni. Dopo un tam tam durato per l'intera giornata e che annunciava un prelievo forzoso sui conti correnti, smentito definitivamente in serata da Palazzo Chigi così come il ritorno dell'Ici e un possibile aumento dell'Iva, le misure su cui si sono confrontati ministri e tecnici sono sostanzialmente quelle che hanno ispirato gli impegni assunti dal Governo con Bruxelles. All'interno di quel perimetro si sono svolti i lavori di assemblaggio degli interventi che ora dovranno essere trasformati in un articolato vero e proprio. Ieri sarebbero state approvate solo le linee guida degli interventi da far salire sul treno della "stabilità". E se il maxi-emendamento è di fatto ancora una scatola aperta, nulla esclude che nelle prossime ore, dopo la riunione del G20 a Cannes, il premier non si trovi nella condizione di ripescare misure ora accantonate come la patrimoniale o l'Iva, più convincenti per i mercati. Della griglia dalla quale i tecnici del Governo stanno attingendo per comporre il mosaico del maxi-emendamento, fanno parte le opere pubbliche, con la cosiddetta "Tremonti-infrastrutture", e le liberalizzazioni. Ancora da decidere il futuro del nuovo credito d'imposta alla ricerca per le assunzioni di ricercatori under 3o, nonché l'aiuto alla crescita economica delle imprese sotto forma di premio fiscale a chi rafforza la propria struttura patrimoniale evitando il ricorso eccessivo all'indebitamento. Quanto al pacchetto lavoro, si punta a incentivare le assunzioni mediante l'apprendistato con la decontribuzione totale nei primi 36 mesi di contratto. Per le regioni dovrebbe essere possibile dedurre il costo del lavoro legato alla produttività dall'Irap. Sul fronte contributivo scatta invece l'aumento dell'1% delle aliquote contributive per i lavoratori con contratti di lavoro coordinato e continuativo a progetto. Il premier assicura che le misure diventeranno legge in 15 giorni. L'emendamento sarà presentato al Senato dove il termine ufficiale in Commissione scade domani. Un termine che non vincola però il Governo per il quale resta la possibilità di depositare direttamente in Aula (dal 15 novembre) il maxi-correttivo.
Le misure sul tavolo in vista dei vari provvedimenti
PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO
Credito d'imposta 
Sebbene non citato dal comunicato di palazzo Chigi nella versione finale del maxiemendamento alla legge di stabilità potrebbe finire un nuovo credito d'imposta dell'80% per l'assunzione di ricercatori under 30 Semplificazioni Nell'eventuale pacchetto ricerca potrebbe trovare spazio una serie di semplificazioni, a cominciare dal tetto di 90 giorni per l'erogazione dei contributi alle imprese che accedono a un bando
EFFICIENTAMENTO DEL MERCATO DEL LAVORO
Dall'apprendistato alle donne
Per promuovere l'occupazione giovanile mediante il contratto di apprendistato si punta a una decontribuzione totale per i primi 36 mesi sui nuovi contratti attivati nelle imprese fino a 9 dipendenti. Assunzione con contratto di inserimento per donne, di qualsiasi età, disoccupate da almeno 6 mesi. Previsto l'aumento di un punto della contribuzione per gli iscritti alla gestione separata dell'Inps (tra cui i cocopro). Possibilità di ricorso al telelavoro
APERTURA DEI MERCATI IN CHIAVE CONCORRENZIALE
Servizi pubblici locali
Comuni e province saranno obbligati a verificare sempre, prima di affidare un servizio pubblico locale «in esclusiva», che le condizioni di mercato non rendano possibile «una gestione concorrenziale» del servizio, con la compresenza di più operatori
Liberalizzazione professioni Ordini professionali riformati entro 12 mesi con decreto del presidente della Repubblica. Addio definitivo ai minimi e a qualunque riferimento ai tariffari nel concordare la parcella col cliente.
SOSTEGNO A IMPRENDITORIALITÀ E INNOVAZIONE
Premio per capitalizzazione Un aiuto alla crescita economica delle imprese potrebbe arrivare sotto forma di premio fiscale alla capitalizzazione (Ace). L'agevolazione potrebbe trovare posto nel maxi-emenda mento alla legge di stabilità. Secondo le prime stime, potrebbe valere circa 1,5 miliardi di euro e dovrebbe applicarsi su base incrementale e sulla base di un plafond con l'applicazione di un'aliquota media sotto la quale non si potrà scendere
Zone a burocrazia zero
Quello che era previsto per il solo Sud verrà esteso a tutto il territorio fino alla fine del 2013. Per le amministrazioni scatta il divieto assoluto di chiedere a cittadini e imprese certificati che sono già stati prodotti in passato e di cui è già in possesso
Un tetto alle procedure
Arriva un vincolo alla produzione di nuove procedure, oneri o obblighi amministrativi, rispetto a quelli strettamente richiesti nelle nuove direttive Ue recepite nell'ordinamento italiano
Taglio alla durata delle cause
Obiettivo tagliare a durata delle cause di almeno il 20% in 3 anni
Impugnazioni in corso
Fissando come punto di riferimento l'estate del 2009, verrebbe prevista l'estinzione dei giudizi in appello e in Cassazione peri quali non è stata presentata un'istanza di trattazione del procedimento
Motivazione breve decisione
Possibile l'inserimento nel Codice di procedura civile della «motivazione breve della decisione»
Defiscalizzazione delle opere
Previsto il «finanziamento di opere infrastrutturali mediante defiscalizzazione». È la cosiddetta «Tremonti infrastrutture» che prevede sgravi Ires e Irap per i soggetti che parteciperanno al capitale per la realizzazione di opere pubbliche. Nel maxiemendamento potrebbero entrare anche quelle che rendono più agevole l'emissione di project bond da parte dei concessionari
Fondo da 60 miliardi
Il Governo sta pensando a istituire un fondo per le dismissioni immobiliari dal valore di 60 miliardi. I primi beni indiziati a finire sul mercato sono beni già in uso alle amministrazioni ministeriali e, in quanto tali, più facilmente valorizzabili. Ma non è escluso che nel contenitore possano finire anche i cespiti interessati dal federalismo demaniale L'idea a cui si sta lavorando a via XX Settembre sarebbe quella di affidare a una Spa il compito di cederei beni ai privati per poi riprenderli in affitto.


Marco Mobili, Marco Rogari - Il Sole 24 Ore