Undici imprese di ingegneria italiane nel ranking mondiale delle 100 maggiori imprese
La prima impresa italiana è la SAIPEM del Gruppo ENI
La prima impresa italiana è la SAIPEM del Gruppo ENI, specializzata nelle attività di prospezione petrolifera e gas in zone remote e in acque profonde e leader nella fornitura di servizi di ingegneria, procurement, project management e costruzione di impianti, che si colloca al sesto posto con un fatturato di 11,6 miliardi di dollari.
Le altre società italiane che figurano nei primi 50 posti sono tutte imprese di impiantistica e ingegneria. Infatti troviamo al 36 posto Il Gruppo Danieli, con sede a Butrio (Udine), uno dei leader mondiali nella produzione di impianti siderurgici, con un fatturato di 2,9 mld, seguito al 38 posto dal Gruppo Techint, una delle più prestigiose società d'ingegneria italiane, con sede a Milano e filiali in Argentina e Messico. Il Gruppo Techint Engineering & Construction, specializzata in progettazione, ingegneria e costruzione di impianti industriali e grandi infrastrutture ha consolidato una particolare esperienza nel settore delle raffinerie, del power, degli impianti petrolchimici e di rigasifficazione e degli ospedali. Il suo fatturato è stato nel 2010 di 2,8 mld di dollari, ma bisogna evidenziare che la società ha perso 10 posti in graduatoria ed il suo ranking è sceso dal 27 al 38 posto.
Segue al 39 posto la Maire Tecnimont, società con sede a Roma con un fatturato di 2,5 mld che è un player internazionale di ingegneria, main contracting, attivo in diversi settori industriali fra cui Oil & Gas, power, energie rinnovabili, infrastrutture e compete con i giganti europei, asiatici e americani nella filiera dell’ingeneering e delle costruzioni.
Fra le società italiane di ingegneria, ma più orientate alle infrastrutture e alle grandi opere troviamo al 50° posto IMPREGILO (Milano) che perde dieci posti in graduatoria, passando dal 40 al 50 posto con un fatturato di poco inferiore ai 2 mld di dollari. Segue al 65 posto la ASTALDI (Roma) con 1,5 mld di fatturato e TREVI (Cesena) all’81 posto con un fatturato di poco superiore a un miliardo di dollari. Infine troviamo nelle parti basse della graduatoria la SALINI Costruzioni (Roma) al 90 posto che perde 19 posti i passando dal 71 al 90 con un fatturato di 970 milioni e al 99 posto BONATTI Spa (Parma) che invece guadagna 16 punti in graduatoria con un fatturato di 761 milioni.
In questa zona della classifica si collocano anche altre società italiane di ingegneria e impiantistica come la Ansaldo STS al 93 posto con 966 milioni di fatturato, la Ansaldo Energia al 93° con 956 milioni entrambe con sede a Genova e infine la ABB Process Automation Division con sede a Sesto San Giovanni la 98° posto con 840 milioni di fatturato.
Le conclusioni che si possono trarre dall’analisi di questa classifica indicano che le imprese italiane, anche quelle che consideriamo “grandi” secondo i parametri nazionali sono in realtà “piccole” nel confronto internazionale e con risorse e capitalizzazione molto inferiore rispetto alle omologhe imprese europee, asiatiche e americane con le quali devono competere. Considerata la crisi e le politiche fortemente restrittive della spesa pubblica che hanno caratterizzato gli ultimi 4 anni nei paesi europei, le opportunità per le imprese che vogliono essere international contractors si trovano soltanto nei paesi emergenti e in particolare in quelli che stanno crescendo di più: i paesi petroliferi del Golfo, quelli emergenti del Sud asiatico, i paesi dell’America Latina e alcuni dell’Europa centrale e orientale.
Quindi la concorrenza è e si farà sempre di più accanita e con una serie di articoli cercheremmo di capire nelle prossime settimane : quali sono le strategie dei maggiori competitor per le imprese italiane di costruzione, quali capacità innovative e di marketing sono necessarie per entrare nei mercanti emergenti e quali sono per le imprese italiane i mercati più promettenti e in cui l’accesso può essere più facile.