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Briciole di pane

Unificare partendo dai nodi

Intermodalità e innovazione sono tra le priorità per superare il gap Nord-Sud. Cruciali semplificazioni, dialogo con il territorio e riforma dei porti

Roma, 12 giugno 2013 – Far sì che non esistano più due Italie, il Nord e il Sud, grazie all'«unificazione infrastrutturale» del Paese e alla sua connessione con l'Europa e il Mediterraneo e il Nord Africa, avere più attenzione ai nodi e all'intermodalità, quindi all'ultimo miglio che le merci percorrono per arrivare a destinazione, snellire le procedure perla realizzazione delle grandi opere dialogando con le popolazioni e riformare i porti.
Sono queste le priorità che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, indica al Sole 24 Ore per superare il gap che ancora divide la parte più produttiva dell'Italia dal Mezzogiorno. Con la sua dotazione di oltre 2,5 miliardi di euro, il Programma operativo nazionale (Pon) 2007-20013 è strategico per modernizzare la rete ferroviaria, favorire lo scambio modale, gestire il traffico con sistemi di trasporto intelligenti.
«Le infrastrutture hanno il compito di riunificare le "due Italie" - questa la visione del ministro - nelle reti, nell'accessibilità, nelle tempistiche e nella qualità. Solo creando questa precondizione è possibile lavorare sull'obiettivo di rendere competitivo il Mezzogiorno: la programmazione delle opere punta a colmare le sperequazioni e a innovare la rete per renderla più efficiente e competitiva, e anche sostenibile ed equiparata agli standard europei».
Nella definizione della politica dei trasporti il Governo vuole adottare una prospettiva innovativa, spostando l'attenzione dalle reti - grandi archi, grandi corridoi - ai nodi, intesi come luoghi in cui fare la differenza e produrre valore, investendo sull'intermodalità e sulle tecnologie applicate alla mobilità di persone e merci.
«Circa la condivisione con le popolazioni delle scelte sui progetti da realizzare - continua Maurizio Lupi - il metodo del mio lavoro sarà l'ascolto, il dialogo e poi la decisione, dove, secondo i ruoli di ciascuno, ci si assume la responsabilità di fare e portare avanti le decisioni prese».
Venendo al funzionamento del nostro sistema trasportistico al servizio della logistica, per il ministro occorre garantire i collegamenti con i principali nodi di movimentazione passeggeri e merci da e verso l'esterno: porti ed aeroporti. «L'ultimo miglio ferroviario infatti - aggiunge - è un anello mancante, o un collo di bottiglia, che rischia di compromettere la funzionalità dell'intera rete. Non si tratta di abbandonare la politica delle grandi opere, ma di affidarla a strumenti attuativi che facciano i conti con altri tempi realizzativi».
Proprio per evitare che le difficoltà finanziarie del momento portino alla realizzazione di infrastrutture che non garantiscono servizi di alta qualità nei tempi dovuti, il ministro precisa che si può pensare a una realizzazione graduale, per affrontare in primis i nodi principali e in seguito completare l'opera per fasi, con uno snellimento delle procedure e una costante attenzione all'ambiente.
Il Pon, con i suoi investimenti tesi a migliorare e completare le connessioni tra nodi logistici, poli produttivi e armatura portante rappresentata dai corridoi Ten-T, anche attraverso lo sviluppo di collegamenti complementari tra porti, aeroporti ed entroterra, dà un contributo fondamentale. Nell'ultima riunione del Comitato di sorveglianza, lo scorso 5 giugno, alla presenza di Commissione europea e ministero dello Sviluppo economico, è emersa l'esigenza di «mettere in sicurezza» quei progetti del Pon che presentano difficoltà di attuazione e conclusione nei tempi previsti. Tale messa in sicurezza comporterebbe un ripensamento significativo del piano finanziario, che verrebbe ridotto ma in modo da destinare comunque le risorse stornate a infrastrutture e trasporti del Sud, pur se fuori dal Pon.
Il ministero sta lavorando alle priorità per il nuovo Pon 2014-2020: «Stiamo discutendo - annuncia Lupi- la bozza di Accordo di Parternariato, che va inviata a Bruxelles entro luglio. Solo dopo aver approvato il Contratto passeremo alla redazione del Programma operativo. Garantiremo che i fondi derivanti dalla politica di coesione siano indirizzate sui nostri target strategici».
Intanto questa settimana la Commissione europea ha approvato la scheda Grande progetto del nodo ferroviario di Napoli, sbloccando 67 milioni: «Sulle grandi aree metropolitane - spiega il ministro - interverremo anche con il Piano città e attraverso la revisione e il ridisegno dell'offerta di trasporto pubblico locale».
E infine, ma non per ultimi, i porti, attraverso cui passa oltre l'85% dell'import-export del Paese. «Nel prossimo futuro la competitività - conclude Lupi - non si misurerà più tra porti all'interno del Mediterraneo ma tra sistema Mediterraneo e Golfo Persico. Per superare queste anomalie ed evitare che si continui a rimanere legati a gratuiti provincialismi, sarà necessario varare quanto prima la riforma dell'ordinamento portuale».
 

Morena Pivetti (Il Sole 24 Ore – Focus)