Unindustria, Stirpe: La politica dia risposte a imprese
Il presidente di Unindustria in un'intervista a Il Messaggero ha affermato: L'ossigeno sta finendo
Roma, 28 marzo 2013 - “Purtroppo, tranne le esportazioni, nessun indicatore ci autorizza a dire che il peggio è alle spalle, servirebbero decisioni forti che ci consentano di intercettare quella ripresa che in altri Stati d'Europa sta per arrivare. Serve un governo, l'ossigeno sta finendo, l'economia reale non può più aspettare". È l'appello di Maurizio Stirpe, presidente di Unindustria, in un'intervista a Il Messaggero.
Per Stirpe le urgenze "sono diverse. Prima fra tutte il forte indebitamento della pubblica amministrazione verso le imprese. Uno stato deve pagare i suoi fornitori". Nel Lazio la situazione è peggiore che altrove: "I numeri sono impressionanti: oltre il debito consolidato di 12 miliardi di euro, che costano da soli 900 milioni l'anno, la Regione ha un ulteriore debito di 10 miliardi", sottolinea. "Zingaretti dovrebbe intervenire subito su quei 900 milioni. Altra urgenza è allentare i vincoli del patto di stabilità perché gli Enti locali hanno nelle proprie casse risorse utilizzabili subito", sottolinea Stirpe che aggiunge: "Non si trovino alibi. La politica per prima deve affrontare le scelte più giuste per rispondere pienamente alle emergenze dell'economia reale. Le soluzioni non sono facili ma io sono fiducioso che riusciremo tutti insieme a superare questa fase".
Stirpe indica poi le priorità per le infrastrutture della regione: “Primo il raddoppio di Fiumicino. Poi la Roma-Latina, che prevede anche la Cistema-Valmontone, opera già finanziata dal Cipe. Solo chi non ha mai percorso la Pontina può essere contrario a questa opera fondamentale, sia per la sicurezza, è la più pericolosa strada d'Europa, sia come occasione di crescita per un'area con un alto potenziale di sviluppo economico. La terza il completamento della Orte-Civitavecchia".
Nella sanità la politica dei tagli lineari "è tramontata, si poteva fare molto meglio, con criteri qualitativi e non solo quantitativi. Va riformulata l'offerta sanitaria, serve un riequilibrio tra Roma e il resto delle province del Lazio in termini di posti letto. Serve una selezione di strutture di eccellenza". Altro nodo i rifiuti: "Serve un piano regionale, questa può essere finalmente un'occasione di sviluppo e per uscire finalmente dai monopoli".