Valdastico, A4 Holding prende tempo e apre all'ingresso di Trento
Verona, 9 giugno 2013 — L'ostacolo vero, a questo punto, è a ottobre. Ovvero, le elezioni per la scelta del presidente della Provincia di Trento e il rinnovo del consiglio provinciale. E fino ad allora, è chiaro, con la campagna elettorale che incombe, scelte vere sulla Valdastico Nord non se ne potranno fare. Pena il far riemergere il no storico di Trento al prolungamento verso nord dell'A31, con il rischio che ancora una volta non se ne faccia nulla. Salvo che stavolta il no sarebbe definitivo e metterebbe a rischio la stessa sopravvivenza della Serenissima, che alla realizzazione della Valdastico Nord vede legato il prolungamento al 2026 della concessione.
Quindi si tratta di prendere tempo. E sembra questa la strategia della Brescia-Padova, all'indomani della sentenza con cui la Corte costituzionale ha di fatto stabilito un pareggio tra i fronti pro e contro l'autostrada, stabilendo - su un ricorso di Trento del 2012 - la legittimità per lo Stato di inserire l'opera nelle reti transeuropee e di avviare il progetto, salvo l'obbligo di avere l'assenso della Provincia autonoma, nel momento in cui si volesse procedere con la realizzazione. Niente di nuovo, verrebbe da dire. Salvo che nel frattempo, entro fine mese, secondo la concessione, va approvato al Cipe il progetto definitivo sulla realizzazione dell'A31, che contempla l'assenso di Trento; per poi, sulla base del risultato, avviare una trattativa di sei mesi con lo Stato sul prolungamento della concessione alla Brescia-Padova dal 2013 al 2026.
Ed è qui che si cerca di prender tempo. I contatti sono in corso tra Brescia-Padova, il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e la Provincia di Trento. L'idea è di giungere a un pronunciamento del Cipe che sposti a fine anno l'approvazione, invocando i tanti elementi non di responsabilità della Brescia-Padova che hanno ritardato la decisione. Brescia-Padova guadagnerebbe mesi preziosi. Per lavorare sulla breccia che pare essersi aperta a Trento. E tentare un'ulteriore carta, che potrebbe rivelarsi decisiva. Quella dell'ingresso dei trentini nel capitale di A4 Holding. Fatto che risolverebbe il problema del traffico, e dei relativi guadagni da pedaggio, che la Valdastico Nord drenerebbe all'Autobrennero, che gestisce l'A22. Avviando, tra l'altro, nei fatti, un primo passo verso quel sistema autostradale unico del nord che lo stesso ministro Lupi vedrebbe con favore. Insieme alla realizzazione della Valdastico Nord: con la «fame» di grandi opere da mettere in moto per generare Pil e crescita, senza aver soldi a disposizione, per lo Stato pare un'assurdità perdere un'infrastruttura da 2 miliardi pagata da altri.