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Briciole di pane

I Paesi del Visegrad puntano all’alta velocità ferroviaria

Collegherà Varsavia con Bratislava, Budapest e Brno

L’alta velocità ferroviaria fa rotta ad Est puntando alla tratta Varsavia – Budapest. Se ne parla diffusamente in Affari & Finanza, il supplemento economico di Repubblica. Nell’articolo firmato da Andrea Tarquini si spiega come al giorno d’oggi questo mezzo di trasporto sia molto alla moda perché sostenibile ambientalmente e in grado di soddisfare la coscienza ecologica di ognuno, il jet set di ieri in molte parti del mondo è diventato lo high speed train set. Da quando nel lontano 1964 i sicurissimi e puntualissimi treni pallottola Shinkansen o Tokaido giapponesi aprirono questa nuova dimensione del viaggio, proprio mentre il Tenno Hirohito accoglieva nello stadio Meiji l'ultimo tedoforo e dichiarava aperte le Olimpiadi di Tokyo.

Da allora, molti sistemi di alta velocità sono nati e si fanno concorrenza in modo sempre più aspro sul mercato mondiale. La prossima grande opera sul tema è lo spettacolare progetto dei quattro paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria) di costruire una loro rete per collegamenti rapidi. Collegata con la Romania e con le reti tedesca, italiana e del resto dell'Europa occidentale. I quattro Paesi si legge,  grazie anche ai fondi di coesione dell'Unione Europea, sono diventati delle locomotive economiche nell'Unione Europea. Per accrescere ulteriormente il loro sviluppo hanno deciso di puntare su una rete ferroviaria superveloce. Il punto principale sarà scegliere quale sistema di alta velocità acquistare: rete di binari con segnaletica, apparati di sicurezza, convogli, tensione. In lizza, si spiega, ci sono tutti, dai giapponesi ai canadesi di Bombardier, anche con i loro splendidi prodotti made in Italy, Frecce e quant'altro, quindi potrebbe essere un bel colpo per lavoro ed export italiano - dai francesi di Alstom ai tedeschi di Siemens. Anche il colosso statale cinese CRRC, ma i rapporti politici tra Pechino e Visegrad non sono proprio dei migliori, con una sola eccezione: l'Ungheria di Viktor Orbán. La quale però ha incassato uno smacco da Pechino: la promessa, in trattato coperto da segreto di Stato, di alta velocità Budapest-Belgrado-Pireo. Gli ungheresi la richiedevano per i  passeggeri, ma i cinesi hanno rifiutato perché volevano destinarla solo alle merci. Il progetto partirà presumibilmente nel 2025 ed è ben ambizioso. Nel dettaglio collegherà Varsavia, capitale dell'economia più rilevante di Visegrad e quinta nella Ue, con Bratislava, Budapest e Brno seconda città ceca. Il tempo di viaggio si accorcerà dalle attuali 10-11 ore a sole 4 ore. Con solo quelle 4 città come fermate, e ardui viadotti e tunnel dai Carpazi alla Moravia. I costi totali non sono ancora quantificati, ma si può fin da ora ipotizzare che non basteranno risorse nazionali e fondi di coesione Ue.

Per cui la Banca Europea degli Investimenti ha mostrato interesse a partecipare, e il progetto potrebbe inserirsi benissimo nell’alta velocità europea.  L’operazione è imponente perché si legge va rifatto tutto ex novo, in Polonia e Cechia corrono i Pendolini italiani, ma su binari vecchi per cui non possono superare i 150 orari. L'alta velocità di Visegrad invece è pensata per velocità tra i 250 e i 350 chilometri orari, con treni, binari, segnaletica e tutto il resto "state of the art", al massimo livello attuale nel mondo. Un altro collegamento ad alta velocità poi sta nascendo tra Budapest e la città romena di Cluj-Napoca, in Transilvania (Ardealul) e un terzo progetto prevede di collegare il nord dell'Est dell'Unione Europea con la località balneare romena di Constanta. Al momento sulle reti interne le velocità sono limitate dalla vecchia rete di binari, non da capacità di utilizzare tecnologia moderna: le ferrovie polacche Pkp e quelle ungheresi Máv utilizzano locomotive Siemens da 230 orari per gli eurocity verso Berlino e Vienna, e i cechi hanno in campo le loro equivalenti, modernissime e ben esportate locomotive veloci multitensione di Skoda. I trasporti ferroviari dunque mirano a fare concorrenza ai vettori aerei low cost come Wizzair ungherese-polacca o internazionali come Easyjet e Ryanair, e insieme a offrire un'alternativa veloce su rotaia alle due compagnie di bandiera esistenti, la Lot polacca e la Csa-Czech Airlines, gettate in gravissime difficoltà finanziarie dalla crisi dei viaggi indotta dalla pandemia pur vantando flotte ben moderne e ottimi piloti con alle spalle addestramento Nato.