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Briciole di pane

Torino-Lione, ipotesi scavo del tunnel di base solo dalla Francia

Virano: "Plausibile ma la sequenza delle attività verrà decisa dal Cipe"

Torino, 27 giugno 2014 – È giallo sull’inizio dello scavo del tunnel di base della Nuova Linea Torino Lione (NLTL). Secondo quanto anticipato dal quotidiano La Repubblica, infatti, da qualche settimana fra i tecnici italiani e francesi responsabili del progetto circola l’idea di iniziare gli scavi solo dalla parte francese. In questo modo, sarebbero evitati, probabilmente, i problemi legati all’ordine pubblico sul versante italiano. “Forse così – spiega La Repubblica -, la grande battaglia d’autunno non ci sarà. Lo scontro atteso e temuto da molti all’apertura del cantiere del tunnel di base della Torino-Lione a ottobre-novembre, il momento della verità in cui tutti gli oppositori al progetto tenteranno l’ultima spallata a Susa, potrebbe svanire nel nulla”.


L’ipotesi potrebbe essere discussa fra pochi giorni nella riunione della Conferenza intergovernativa italo-francese in programma a Chambery. Concretamente si tratterebbe di scavare anche i 12 chilometri di galleria del versante italiano partendo dalla Francia. Il cantiere dell’area di Susa, dove dovrebbe comunque sorgere la stazione internazionale allo sbocco della galleria, potrebbe aprirsi così essere aperto tra 4-5 anni. Dei 57 chilometri di galleria di base solo 12 sono sul lato italiano.

Le talpe francesi inizieranno tra qualche mese a scavare i primi 45 chilometri di loro competenza. Le macchine cominceranno a lavorare da tre diversi punti: lo sbocco del grande tunnel sul versante francese a Saint Jean de Maurienne e i punti di incrocio tra il tracciato del supertunnel e le tre gallerie di servizio francesi a 8 (Saint Martin la Porte), 17 (La Praz) e 29 (Modane) chilometri dall’ingresso transalpino.

Proprio dalla galleria di servizio di Modane, quella più vicina al confine, potrebbero partire le talpe che scavano verso l’Italia e che potrebbero sbucare 28 chilometri più a est a Susa, 16 ancora in territorio francese e 12 in Italia. “È un'ipotesi plausibile – ha intanto spiegato Mario Virano, Presidente dell’Osservatorio Valsusa e Commissario di Governo -, ma non all'ordine del giorno, per questo non l'abbiamo ancora sviluppata, la sequenza delle attività di cantiere verrà decisa dal Cipe nella prossima riunione. Valutando tutti gli aspetti, anche quelli legati all'ordine pubblico”.


Intanto però, è stato notato che il Governo francese, a differenza di quello italiano, non ha ancora messo a bilancio i 2,2 miliardi di euro necessari a pagare la quota di Parigi nell’opera. Ma la Francia ha tempo fino a febbraio prossimo per trovare i soldi.
 

Andrea Zaghi