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Briciole di pane

Ue: norme stringenti per le big tech

L'Ue al lavoro per contrastare la presunta condotta anticoncorrenziale per Google, Amazon e Facebook. Margrethe Vestager, commissario europeo per la concorrenza: "È un insieme complesso di questioni"

Normative più stringenti per Google, Amazon e Facebook per limitare la loro presunta condotta anticoncorrenziale. È questo l’obiettivo dell’Unione europea che prevede di introdurre una tassazione più salata e l’obbligo a farsi carico di maggiori responsabilità per i contenuti illegali postati sulle piattaforme. Lo riporta un articolo di MF a firma di Valentina Simonella ricordando che Margrethe Vestager, commissario europeo per la concorrenza, ha delineato un piano globale su come intende frenare i giganti del tech statunitensi. “L'obiettivo alla base – sottolinea l’articolo - è delineare in modo chiaro i confini legali per le aziende tecnologiche, piuttosto che applicare solo le leggi esistenti in materia di regolamentazione antitrust”. “È un insieme complesso di questioni. Non si può affrontare con un solo atto legislativo”, ha spiegato il commissario Ue nel corso di un'intervista. 

In passato, durante il suo ruolo di capo dell'antitrust europeo, Vestager si era imposta con multe salate a Google e ordinato ad Apple di pagare 14,5 miliardi di dollari di imposte presumibilmente non pagate all'Irlanda. Una dichiarazione della stessa Vestager riportata nell’articolo evidenzia infatti che “dopo il primo mandato e i primi casi specifici relativi alla concorrenza, ho compreso chiaramente che sono necessarie delle regole sulla concorrenza severe, ma anche una regolamentazione”.

Pur collaborando con la Commissione, i colossi si stanno dimostrando scettici neiriguardi delle propostedel piano messo a punto da Vestager, che ha il proposito di regolamentare in modo più rigido le società tecnologiche: “La Commissione dovrebbe soppesare attentamente le prove di nuove potenziali teorie rispetto ai potenziali costi di intervento dall'alto verso il basso” ha detto infatti Kayvan Hazemi-Jebelli, consulente in materia di concorrenza e regolamentazione della Computer e Communications Industry Association, facente parte di un gruppo di lobby che rappresenta aziende come Amazon.com, Facebook e Google.

“Nel 2018, l'Unione europea – mette in luce l’articolo di MF - ha varato un regime di protezione dei dati che è stato imitato da altre giurisdizioni e ha ispirato le misure di protezione dei dati introdotte a gennaio in California. Una maggiore regolamentazione in Europa nel settore digitale avrà probabilmente un impatto anche fuori dal continente, con altre giurisdizioni che ne seguiranno l'esempio”.

Sul piano internazionale il dibattito resta acceso: “ll mese scorso, il Dipartimento di Giustizia statunitense ha proposto di ripristinare le norme relative alla responsabilità delle aziende per i contenuti pubblicati dagli utenti sulle loro piattaforme e l'autorità antitrust del Regno Unito ha proposto a sua volta di creare un'unità antitrust speciale focalizzata sui mercati digitali, che potrebbe imporre ai giganti del tech di condividere i dati con le società di dimensioni più piccole. La proposta arriva dopo che gran parte dei governi europei ha lanciato app per tracciare i contatti nei casi di coronavirus, sfruttando il nuovo software framework di Google e Apple”.