Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Appalti, misure per la riduzione dei costi amministrativi

Autorità per la Vigilanza, Segnalazione n. 1 del 2012

Roma, 14 febbraio 2012 -  Fare sì che i contratti pubblici possano costituire un migliore supporto di altre politiche di sviluppo; come rendere l’aggiudicazione degli appalti pubblici più facile e flessibile; far fronte con maggior efficienza alle esigenze delle amministrazioni aggiudicatrici, predisponendo misure che prevedano la riduzione degli oneri connessi;una maggiore flessibilità nell’esame dei criteri di selezione e di aggiudicazione, la promozione, specie per le amministrazioni aggiudicatrici di piccole dimensioni, delle procedure già disponibili (centrali di committenza, accordi quadro) o lo sviluppo di strumenti più flessibiliL

Questi i punti di approdo condivisi dall’Unione e dalla Corte dei Conti Europea, nello sforzo teso ad individuare gli strumenti più efficaci per una effettiva modernizzazione del mercato degli appalti pubblici, lo sviluppo e la competitività delle imprese, senza aumenti della spesa pubblica.

Polarizza, tuttavia, l'attenzione il tema della  riduzione dei costi, che nonostante le varie misure di semplificazione adottate nel corso del tempo ed il ricorso al sistema delle cd. “autocertificazioni”, sono, nel settore dei contratti pubblici, tuttora eccessivi sia dal lato privato che dal lato pubblico

Un obbiettivo ambizioso, stante la articolata varietà degli aspetti normativi, procedurali, applicativi del quadro di specie.

Richiamiamo l’attenzione del Lettori, con l’occasione della recentissima Segnalazione dell'Autorità per la Vigilanza, sui temi degli oneri amministrativi e dello sviluppo del mercato degli appalti, su alcune delle significative osservazioni contenute nell’atto dell’Autorità.

La riduzione dei costi : la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici come strumento per superare l’attuale sistema dei controlli

E’ necessario, a tale scopo, far sì che la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici  diventi il punto di raccordo delle banche dati delle amministrazioni certificanti attraverso un sistema di cooperazione applicativa: l’utilizzo della BDNCP dovrebbe permettere di centralizzare il processo di controllo dei requisiti, consentendo, a regime, una verifica in tempo reale delle informazioni relative al possesso dei requisiti di ordine generale, tecnico ed economico, mediante accesso ad un unico sistema e secondo modalità che consentano di tracciare le verifiche effettuate.

Per raggiungere tale scopo - osserva l'Autorità - è necessario stabilire ex lege un obbligo, a carico delle amministrazioni e degli enti certificanti, di cooperare  mettendo a disposizione i dati in proprio possesso attraverso sistemi di sinergia applicativa.

Da ciò conseguirebbe, per gli operatori economici: l’attenuazione del pericolo di incorrere in false dichiarazioni, che  caratterizzano non poco il sistema, producendo rischi di sospensione dal mercato, e per le stazioni appaltanti un dupèlice vantaggio:

  • un più efficiente supporto nella verifica dei requisiti, usufruendo di un unico sistema in cui reperire la documentazione necessaria e garantendo un risparmio di tempi e costi, nonché la certezza dei controlli;
  • Accentramento su un unico interlocutore(AVCP)P:- le amministrazioni certificanti usufruirebbero di un unico interlocutore (AVCP) per la raccolta della documentazione.

Un suggerimento (lo segnaliamo all’attenzione dei Lettori) recepito dal testo del decreto legge sulle semplificazioni (articolo 20) che istituisce presso l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori servizi e forniture la “Banca dati nazionale dei contratti pubblici” , allo scopo di favorire la riduzione degli oneri amministrativi derivanti dagli obblighi informativi e di assicurare l’efficacia, la trasparenza e il controllo in tempo reale dell’azione amministrativa. Attraverso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici, dal 1 gennaio 2013, sarà dunque possibile Il controllo dei requisiti da parte delle stazioni appaltanti e degli enti aggiudicatori

La riduzione dei costi : Strumenti alternativi di risoluzione delle controversie

Dalla attività di vigilanza svolta, è emerso un utilizzo improprio dell’istituto in questione nella soluzione delle controversie, in sede di esecuzione del contratto. L’accordo bonario dovrebbe essere finalizzato a risolvere eccezionali situazioni di criticità, mentre spesso viene attivato sulla base di richieste pretestuose ed utilizzato per il riconoscimento di corrispettivi imputabili ad ulteriori e maggiori lavori, in elusione della disciplina sulle varianti in corso d’opera. In questo modo, l’accordo bonario può essere impropriamente utilizzato per ottenere maggiori compensi rispetto a quelli quantificati in sede di formulazione dell’offerta.

Lo sviluppo: la classificazione delle stazioni appaltanti

A parere dell’Autorità,.la centralizzazione della committenza, anche nella modalità recentemente introdotta dal decreto legge 201 del 6 dicembre 2011, convertito in legge n. 22 dicembre 2011, n. 2144 - o le committenze uniche regionali, che consentono comunque ottimizzazioni di scala - non costituiscono, di per sé, la soluzione ottimale, principalmente per interventi infrastrutturali o nel campo dei servizi innovativi, in cui la capacità di project management deve qualificare l’operazione nel suo complesso, compresa la fase di esecuzione del contratto.

Al contrario, la classificazione delle stazioni appaltanti in relazione alla loro effettiva capacità organizzativa e professionale - in base ad una determinata classe di importo del contratto o ad una tipologia di appalto complessa o che richiede economie di scala – senza scalfire il principio costituzionale della autonomia degli enti locali, crea un sistema incentivante alla crescita manageriale delle stesse stazioni appaltanti, in special modo locali.

Detta classificazione dovrebbe essere effettuata in relazione alle diverse fasi di realizzazione di un appalto: in particolare, sull’esempio di quanto fa la Banca Mondiale, occorre approfondire, anche sulla base di questionari, gli aspetti organizzativi, le capacità della struttura tecnica e del personale, i sistemi di controllo interno, le procedure utilizzate, le iniziative anticorruzione adottate, il contesto ambientale, misure di contrasto del lavoro nero, controllo dei subappalti.

Lo sviluppo: la qualificazione delle imprese

E’ auspicabile - si legge nel testo -  una evoluzione del sistema volta a far acquisire da parte delle imprese quelle caratteristiche imprenditoriali che consentono di competere sul mercato in primo luogo nazionale, ma anche internazionale. La qualificazione dovrebbe costituire un elemento sostanziale e non meramente formale, in grado di selezionare gli operatori economici sulla base di effettive capacità.

A questo fine, si potrebbe prevedere che l'idoneità dell'impresa venga dimostrata anche dal possesso di taluni requisiti di carattere reputazionale, ossia inerenti la storia imprenditoriale dell'azienda e la solidità patrimoniale e finanziaria, valutati in maniera oggettiva e trasparente da un soggetto terzo, quale l’Autorità, con un procedimento che preveda l’esercizio del diritto al contraddittorio per l’impresa. Tale sistema dovrebbe comunque consentire che nuovi operatori, con tecnologie innovative, possano entrare nel mercato senza subire inammissibili barriere all’ingresso.

Aldo Scaramuccia

  Avcp, misure per la riduzione dei costi negli appalti pubblici