Appalti, regole chiare su costi del lavoro e sicurezza
Roma, 14 gennaio 2011 - La sicurezza dei lavoratori non dovrà mai essere messa in secondo piano negli appalti del settore privato. Si incentra su questo principio la circolare di cui il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha annunciato l’emanazione «nei prossimi giorni», intervenendo ieri mattina in Aula al Senato, nel corso della presentazione della seconda relazione annuale della commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro. Il titolare del dicastero di via Veneto ha premesso che il provvedimento si baserà sul pieno rispetto degli obblighi di legge sul costo del lavoro e sugli investimenti per garantire la salute di chi presta la propria opera, in modo che «il massimo ribasso (il meccanismo per cui un’impresa si aggiudica un bando di gara in virtù della minor spesa preventivata, ndr) non possa comprimere» l’ottemperanza delle norme. Mentre, dunque, nel comparto privato si è resa necessaria una dura presa di posizione, in quello degli appalti pubblici la disciplina in vigore «appare in teoria completa e non consente la compressione dei costi». Scettico è il predecessore di Sacconi, l’ex ministro Cesare Damiano (Pd), secondo cui non sarà sufficiente una circolare interpretativa, poichè sono sotto i nostri occhi «ribassi così accentuati da risultare inferiori allo stesso costo dell’ora lavorata» e «questo vale per le aziende a controllo pubblico, come per le private». Inoltre, ha rimarcato Damiano, «un’efficace legislazione può aiutare a prevenire gli incidenti, che in molti casi si annidano nelle lunghe catene dei subappalti e coinvolgono anche imprenditori senza molti scrupoli». In attesa del testo ministeriale, però, i senatori hanno approvato all’unanimità una risoluzione che impegna il Governo a completare in tempi brevi l’attuazione della riforma introdotta dal dlgs n. 81 del 2008 in materia di sicurezza sul lavoro. Primo firmatario del documento Oreste Tofani (Pdl), presidente della commissione infortuni che, come aveva anticipato alla vigilia dell’esame dell’assemblea di Palazzo Madama (si veda ItaliaOggi di ieri), ha segnalato le «differenze e le disomogeneità» di applicazione della legge in Italia, nonchè il problema della sovrapposizione delle competenze da parte degli enti preposti alla vigilanza. Sarebbe opportuno infine, ha auspicato, introdurre incentivi e sgravi fiscali per «premiare le imprese virtuose che investono in sicurezza sul lavoro».
(Fonte Italia Oggi)
