Autostrada A19 Palermo - Catania, sul crollo del viadotto
L'interpellanza n. 2-00932 dell'On. Palazzotto e la risposta del Sottosegretario Umberto Del Basso De Caro
CAMERA DEI DEPUTATI
AULA
24 aprile 2015
Interpellanza n. 2-00932: Iniziative di competenza volte ad accertare le responsabilità sulla vicenda del cedimento di un viadotto sulla A19 Palermo-Catania e per garantire interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale e autostradale in Sicilia
TESTO DELL’INTERPELLANZA
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere –
premesso che:
venerdì 10 aprile 2015 un movimento franoso ha investito almeno due piloni del viadotto Hymera al chilometro 61 tra gli svincoli di Scillato e Tremonzelli sulla A19 in direzione Catania;
le conseguenze, ad oggi accertate, consistono nell'abbattimento dei due piloni che sorreggono un segmento del viadotto che si è «adagiato» sulla corsia dell'autostrada in direzione Palermo. Ad oggi non vi è certezza se anche questa corsia sia stata danneggiata;
il piano previsto dall'Anas, protezione civile e regione siciliana per l'abbattimento di entrambe le campate e la loro ricostruzione prevede 18 mesi di lavori e un costo di 30 milioni di euro;
la frana che ha investito i piloni della A19 è attiva dal 2005 nel territorio del comune di Caltavuturo e da allora la frana ha continuato il suo movimento verso valle;
una relazione, redatta dal servizio geologico e geofisico della regione siciliana, metteva in guardia sui rischi di una frana che sin dal 2005 aveva fatto intuire il suo potenziale distruttivo. Nel rapporto si parla di una rilevante massa di terreno che era venuta giù distruggendo la provinciale Scillato-Caltavuturo, uno «scivolamento» di un fronte lungo 200 metri e largo 250. Testualmente si legge che il piede di quella frana «si estende fino al fiume Hymera, sotto l'autostrada». L'unico intervento fatto allora fu l'abbattimento di alcuni alberi di pino;
quello che è accaduto probabilmente si sarebbe potuto evitare solo se si fosse dato seguito alle dieci indagini geologiche commissionate dalla ex provincia di Palermo e scomparse nel nulla.
Quei sondaggi sono costati 30 mila euro e i lavori, iniziati nell'ottobre 2005, furono consegnati nel giugno 2006 e non hanno prodotto una relazione tecnica conclusiva, ma dimostrano comunque i ritardi degli organi competenti per interventi sia sulla sede stradale che sul piano del dissesto idrogeologico, visto che da quelle indagini in poi non è stato posto in essere nessun atto per limitare il pericolo;
nel 2007 il comune di Caltavuturo chiese invano alla provincia di Palermo di inserire fra le priorità i lavori di rifacimento della viabilità locale e di consolidamento del fronte franoso; nel 2008 il consiglio provinciale di Palermo bocciò un ordine del giorno che impegnava la giunta a intervenire sul versante pericoloso;
il 25 giugno 2013 il comune di Caltavuturo ha segnalato all'assessorato regionale al territorio tre frane che hanno segnato il territorio negli ultimi anni (in contrada Favarella, Olivazzo e Arancitello);
in data 13 marzo 2015 il comune di Caltavuturo (Palermo) segnalava alla prefettura di Palermo, al comando polstrada Sicilia occidentale, a polstrada Palermo, alla protezione civile regionale, al commissario della provincia regionale di Palermo, il pericolo frane sulla strada
provinciale 24 scillato-caltavuturo;
in data 23 marzo 2015 il Comune di Caltavuturo ritrasmetteva nota sulla situazione della frana alla presidenza della regione siciliana e all'assessorato infrastrutture e trasporti regionale;
in data 28 marzo 2015 il giornale on line delle Madonie madonielive pubblicava con corredo fotografico l'aumento dell'attività del fronte franoso;
in data 29 marzo a seguito di nuovi smottamenti e alla chiusura parziale della strada provinciale 24 il consiglio comunale di Caltavuturo tornava a chiedere interventi urgenti;
così come riportato da siti di informazione quali madoniepress.it e esperonews.it in data 4 aprile 2015 il movimento verso valle della frana aveva distrutto la sede stradale della provinciale 24, raggiungendo circa 50 metri dalle sedi dei piloni della A19; dalla sequenza degli articoli appare evidente come tra giorno 30 marzo 2015 e 8 aprile 2015 il movimento di discesa della frana fosse aumentato di velocità. Il tutto a poche decine di metri dalla sede dei piloni del viadotto Hymera sulla A19 Palermo-Catania;
malgrado questi alert, la frana di Caltavuturo ha continuato a far danni sino a un mese fa, Travolgendo la provinciale e fino al 10 aprile quando ha colpito il pilone della A19 che ha tagliato a metà la Sicilia;
risulta pertanto chiaro come ci sia stato sia un errore nei ritardi degli interventi di messa in sicurezza sia una chiara e colpevole sottovalutazione della situazione;
la chiusura dell'autostrada A19 tra Scillato e Tremonzelli ha, di fatto, interrotto i collegamenti tra la parte orientale e occidentale dell'isola;
la viabilità alternativa, anche a causa del crollo della provinciale 24, è stata caricata sulla strada statale 643 di Polizzi e sulla strada statale 120;
entrambe le arterie sono assolutamente inadeguate alla funzione assegnata anche a causa di smottamenti, frane, caduta massi e avvallamenti che limitano velocità e sicurezza;
da servizi radiotelevisivi e giornalistici si può chiaramente calcolare in oltre 80 minuti per tratta l'aumento del tempo di percorrenza per raggiungere Palermo da Catania e viceversa;
ancora peggiore la situazione per i veicoli di massa superiore alle 3,5 tonnellate che dovranno utilizzare le autostrade A18 (Messina-Catania) e A20 (Messina-Palermo);
dalle notizie fino ad ora giunte il ripristino, seppure parziale, della circolazione su unica corsia non potrà avvenire prima di almeno 5/6 mesi;
lo stato disastroso delle infrastrutture viarie in Sicilia è testimoniato da numerosi precedenti, anche eclatanti;
in data 21 maggio 2009 il viadotto Geremia II sulla strada statale 626 del Salso che collega Caltanissetta a Gela subiva il distacco del giunto, per crollare in data 28 maggio 2009;
in data 2 febbraio 2013 il viadotto «Verdura» sulla strada statale 115 Agrigento-Sciacca collassava;
in data 7 luglio 2014 il viadotto Petrulla sulla strada statale 626 nel tratto Licata-Ravanusa collassava. A seguito del crollo si accertava una condizione di rischio e instabilità anche sul viadotto «Salso» della stessa 626;
in data 30 dicembre 2014 il viadotto Scorciavacche della strada statale 189 Palermo- Agrigento, inaugurato ma mai collaudato, collassava per «carenze strutturali e costruttive», come riportato dalla relazione della commissione ispettiva istituita dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
in data 6 giugno 2014 il «servizio vigilanza enti» dell'assessorato mobilità e infrastrutture della regione siciliana produceva una relazione sullo stato delle autostrade gestite dal Consorzio autostrade siciliane nel quale evidenti apparivano le condizioni drammatiche e di mancanza di sicurezza;
in particolare, nella relazione si sottolinea: mancanza di segnaletica orizzontale e verticale; disfunzioni e malfunzionamenti negli impianti di ventilazione delle gallerie; carenza delle colonnine di soccorso, manto stradale deformato, assenza manto stradale drenante; ritardi nelle opere di messa in sicurezza anche a causa della mancanza di approvazione dei bilanci 2012, 2013 e 2014; in data 12 marzo 2015 la regione siciliana con delibera n. 76 procedeva con una prima individuazione delle situazioni di rischio sulla mobilità a seguito delle precipitazioni del febbraio 2015. Da tale relazione si evince, per limitarsi alle situazioni di maggior rischio, che: per quanto riguarda la provincia di Agrigento sono state individuate le seguenti situazioni di rischio: relativamente alla strada statale 640, scivolamento e colamento; relativamente alla strada provinciale 8 di Butera, voragini e frane con interdizione alla viabilità; relativamente alla strada provinciale 37 crollo del ponte S. Carlo in territorio del comune di Caltabellotta; relativamente alla strada provinciale 3B smottamenti e frane; relativamente alla strada statale 115 esondazioni presso ponte Verdura; relativamente alla strada provinciale 26, frana con distruzione della sede stradale nel territorio di S.G. Gemini; per quanto riguarda la provincia di Caltanissetta risultano: relativamente alla strada provinciale 8 voragine e frana, con interruzione viabilità nel territorio di Butera; relativamente alla strada statale 121 frane e smottamenti nel tratto Marianopoli-S. Caterina; relativamente alla strada provinciale 7, strada provinciale 26 e strada statale 191 nel territorio di Mazzarino, danni e allagamenti; relativamente alla strada provinciale 12 di Niscemi, colate di fango e smottamenti; relativamente alla strada statale 190 nel Comune di Sommatino, frane; relativamente alla strada provinciale di Sutera-Campofranco, smottamenti; inoltre caduta massi e movimenti franosi si registrano sulle strade provinciali 48, 49A, 49B, 81, 193, 197, 163, 248, 19, 43, 44, 6, 33, 243, 42, 252, 146, 37, 101, 46, 26, 13, 126, 191; per quanto riguarda la provincia di Messina si registrano: relativamente alla strada statale 116 smottamenti; relativamente alla strada provinciale 10 frana; con riferimento alla strada provinciale 85 grave condizione di dissesto; con riferimento alla strada provinciale 27 frana e smottamenti; relativamente alla strada provinciale 25, crollo massi, interdetta alla viabilità; per quanto riguarda la provincia di Palermo si rilevano: relativamente alla strada provinciale 26 frana nel territorio di Cafalà Diana; relativamente alla strada provinciale 110 cedimento sede viaria; relativamente alla strada statale 188 caduta massi e interdizione alla viabilità; relativamente alla strada statale 114 frana e smottamento; relativamente alla strada provinciale 7 smottamenti e frane nel territorio di Piana degli Albanesi; relativamente alla strada regionale 13 di Santa Cristina Gela, voragini e crolli; relativamente alla strada provinciale 9-bis caduta massi; relativamente alla strada statale 113 comune di Trabia, cedimento manto stradale; relativamente la strada provinciale 18, che collega Palermo a Piana degli Albanesi è chiusa al traffico ormai da mesi proprio a causa dei lavori di manutenzione che però non sono ancora stati completati, mentre la strada provinciale 34, seconda e unica alternativa che permette di collegare Piana degli Albanesi con Palermo, è già interessata da altri cedimenti e smottamenti; per quanto riguarda la provincia di Trapani si registrano: in relazione alla strada statale 113 all'altezza di Alcamo, caduta massi; in relazione alla strada statale 118 Salemi, frane e smottamenti; con la stessa delibera n. 76 la regione siciliana stanziava 49 milioni di euro per il ripristino delle situazioni di rischio sulla mobilità, ma nel marzo 2015, la direzione infrastrutture della provincia di Palermo redigeva un calcolo sui costi per la messa in sicurezza della viabilità nel territorio provinciale. Da tale documento risulta che le opere necessarie ammontano a: 19 milioni di euro per l'area del partinicese, 70 milioni di euro per l'area delle alte Madonie, 40 milioni di euro per l'alto corleonese, 2 milioni di euro per l'area di Termini Imerese, 27 milioni per le basse Madonie, 12 milioni per l'area del lercarese, 35 milioni per l'area del basso corleonese;
si evince, pertanto, l'assoluta inadeguatezza delle risorse ad oggi stanziate dalla regione siciliana per l'intera regione; a seguito delle misure in stabilità sui fondi della politica agricola comune non impegnati alla data del 30 settembre 2014 si registra come con questa misura si siano perse le risorse per interventi per mitigazione del rischio idrogeologico; con la stessa misura non risultano più disponibili ulteriori risorse per diverse centinaia di milioni per opere relative alla viabilità: tra queste, 57 milioni di euro per la mobilità provinciale e 7 milioni per interventi per la sicurezza stradale; in data 12 aprile 2015, il Giornale di Sicilia riporta che la spesa per il ripristino delle condizioni di sicurezza ammonterebbe a 650 milioni di euro; la viabilità secondaria su strada provinciale è spesso fondamentale per i percorsi casa lavoro, nonché per raggiungere in modo rapido le vie principali, anche per motivi di pubblica sicurezza e in caso di emergenza. Pertanto, la condizione drammatica delle strade provinciali è fonte di enormi disagi per intere comunità;
a titolo di esempio, si richiama la situazione sulla strade SP 2, Partinico-San Cipirrello fondamentale per raggiungere gli istituti scolastici di Partinico dai comuni dell'area limitrofa e la strada provinciale 4 Corleone-San Cipirrello che è stata ripristinata dagli abitanti del comprensorio in modo non conforme pur di poter raggiungere i propri appezzamenti di terreno;identica situazione, con frane non segnalate, avvallamenti e rischi, si vive sulla strada provinciale 20 San Giuseppe Jato-Monreale e la strada provinciale 34 San Giuseppe Jato-Piana degli Albanesi, come denunciato dai sindaci della zona, che hanno chiesto interventi urgenti senza, però, ottenere riscontri positivi da regione e provincia per mancanza di fondi; il lungo elenco di crolli, situazioni di rischio e di degrado della rete stradale in Sicilia dimostra lo stato di abbandono e di incuria in cui versano centinaia di strade urbane, extraurbane e autostrade che avrebbero bisogno di manutenzione ordinaria e straordinaria al fine di eliminare ogni situazione di rischio per i viaggiatori;
purtroppo, si deve invece prendere atto di come nessun intervento viene programmato e realizzato neanche quando ci sono dei chiari segnali di pericolo, come nel caso del viadotto Hymera sulla A19 Palermo-Catania richiamato in premessa, dove un movimento franoso in atto già da tempo si avvicinava sempre di più dalla montagna ai piloni dell'autostrada;
probabilmente, la situazione siciliana non è tanto diversa da quella di altre regioni e se si facesse una seria mappatura della rete stradale nazionale, ci si accorgerebbe che la situazione è disastrosa in gran parte del Paese ed è per questo che, a parere degli interpellanti è giunto il tempo di aprire una riflessione sulle inefficienze e sulla gestione dei lavori delle grandi e piccole infrastrutture, delle ordinarie manutenzioni, dei collaudi, degli interventi straordinari –:
se il Governo non intenda intervenire, per quanto di competenza, per accertare le responsabilità sulla vicenda del cedimento del viadotto Hymera sulla A19 Palermo-Catania, specialmente in relazione alla sottovalutazione del rischio già accertato e denunciato alle autorità competenti circa un movimento franoso in atto dal 2005 e intensificatosi negli ultimi giorni fino a giungere ad una distanza di circa 50 metri dai piloni ceduti;
se il Governo non intenda avviare un attento monitoraggio sullo stato dei collegamenti stradali al fine di stanziare le risorse necessarie per effettuare gli interventi più urgenti di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, come quelle descritte in premessa;
se il Governo intenda utilizzare, almeno in parte, le risorse della programmazione europea 2014/2020 per consentire agli enti locali di avere gli strumenti finanziari necessari per effettuare
interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade autostrade e in particolare, delle
strade extraurbane che, specialmente in Sicilia, si trovano oggi in pessime condizioni, sono interessate da cedimenti e smottamenti e rappresentano un serio rischio per l'incolumità dei cittadini e delle cittadine.
La risposta del Sttosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Umberto Del Basso De Caro
Lo scorso 10 aprile un esteso movimento franoso, originatosi a circa un chilometro dall'autostrada A19 Palermo-Catania, sul versante a monte del fiume Imera, in contrada Giambretti del Comune di Caltavuturo, tra gli svincoli di Scillato (km 56,800) e Tremonzelli (km 72,900), ha investito alcune pile del viadotto Himera 1 e ne ha provocato l'inclinazione e il conseguente spostamento degli impalcati.
L'ANAS riferisce di essere prontamente intervenuta, chiudendo al transito l'infrastruttura ammalorata, come misura di prima sicurezza. La stessa ANAS ha di seguito individuato percorsi alternativi per consentire al traffico leggero, medio e pesante, di svilupparsi in assenza della agibilità del tratto chiuso al transito.
Per i mezzi leggeri, pubblici e di emergenza, è stato individuato un percorso che prevede l'uscita obbligatoria allo svincolo di Scillato, la deviazione sulla strada statale n. 643 e sulla strada statale n.120 e il rientro in autostrada allo svincolo di Tremonzelli. Percorso inverso, invece, per i mezzi diretti verso Palermo.
Per gli automezzi con massa a pieno carico fino a 3,5 tonnellate e diretti verso Catania, il percorso alternativo prevede l'uscita sull'autostrada A19 a Resuttano, la deviazione sulla strada provinciale n.10 fino ad Alimena, quindi la strada statale n. 290 fino al bivio Madonnuzza, la strada statale n.120 fino al bivio Geraci, la strada statale n. 286 fino allo svincolo Castelbuono-Pollina, la A20 Palermo-Messina e il rientro sulla A19 allo svincolo di Buonfornello.
Tale percorso, di circa 80 chilometri, ha un tempo di percorrenza di circa 1 ora e 40 minuti. Per i mezzi superiori alle 3,5 tonnellate, il percorso alternativo prevede l'utilizzo delle autostrade A18 e A20.
Effettivamente, la chiusura al transito della A19 per i mezzi pesanti, dirottati sulla Messina-Palermo e successivamente sulla Messina-Catania, rappresenta un problema di ordine primario per l'economia siciliana, trattandosi di arteria fondamentale per il collegamento tra la Sicilia occidentale e quella orientale. Per tal motivo, a seguito del sopralluogo congiunto con la Protezione civile, alla presenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, 1'ANAS ha individuato, quale soluzione temporanea, la realizzazione di una bretella di bypass di circa 2,5 chilometri, che consentirà la circolazione con il minor disagio possibile per gli utenti.
Nel medesimo sopralluogo, purtroppo, si è constatato che entrambe le piste dei viadotti Himera 1 – in ragione dell'esteso scarrocciamento dell'impalcato della pista direttamente investita dalla frana, che ha investito nella traslazione l'impalcato della pista non direttamente toccata dalla frana – risultano non recuperabili al traffico. Quindi si dovrà procedere alla demolizione dei viadotti, alla stabilizzazione della frana ed alla successiva ricostruzione delle campate demolite. Tale operazione comporterà un intervento di medio periodo.
Informo, altresì, che in relazione a tale evento il Ministro Delrio ha disposto la nomina di una Commissione ministeriale ispettiva, composta da personale di comprovata esperienza, capacità e professionalità, con il compito di verificare e analizzare le cause di quanto accaduto. I fondi necessari per la immediata costruzione della bretella di bypass e per la copertura delle operazioni di ripristino a medio termine della completa agibilità della A19, sono stati allocati nello schema di contratto di programma 2015 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e l'ANAS, che verrà sottoposto al CIPE nei prossimi giorni.
La problematica generale delle situazioni di dissesto idrogeologico, che coinvolge tutte le regioni italiane, è già oggetto dell'attenzione del Governo e dei Ministeri delle infrastrutture dei trasporti e dell'ambiente. Nel corso del tavolo tecnico già istituito con la regione siciliana e dei tavoli che verranno istituiti con le altre regioni, si individueranno in primis le situazioni incombenti sulle arterie di grande comunicazione, le modalità di intervento e i fondi necessari per la loro esecuzione.
Per completezza di informazione, riferisco che i competenti uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in previsione dell'aumento del traffico sulle autostrade A18 e A20 gestite dal Consorzio autostrade siciliane, ha invitato lo stesso a porre in essere tutte le iniziative per agevolare la corretta fruizione delle proprie infrastrutture, tra cui il potenziamento del servizio di sorveglianza con gli ausiliari della viabilità per dare la massima assistenza agli utenti, il maggiore presidio dei caselli di esazione e la corretta gestione di eventuali code.
La replica dell'interpellante
Non solo non ci riteniamo soddisfatti, ma non possiamo non constatare in quest'Aula come si sia verificato quello che esattamente temevamo, ovvero una risposta burocratica fornita dagli uffici rispetto agli interventi di emergenza che vengono fatti per ripristinare la viabilità sull'autostrada A19.
Al netto delle valutazioni che si possono fare, questi sono interventi normali, nel senso che, davanti a questa situazione, l'unica cosa che si può fare è tentare di ripristinare un collegamento, cercando di accorciare i tempi di percorrenza. Ma lei non ci ha risposto rispetto alle questioni che abbiamo messo in campo e che oggi stanno determinando un disastro, non solo infrastrutturale in Sicilia, ma un disastro dal punto di vista sociale, economico e dal punto di vista dell'immagine. Ma non si tratta solo dell'immagine esterna della rappresentazione, ma anche della sfiducia che i cittadini siciliani cominciano ad avere nei confronti delle istituzioni.
Noi abbiamo avuto una serie, una dietro l'altra, di disastri che erano più o meno annunciati e che in qualche modo hanno costruito l'immagine della Sicilia, che era quella che rappresentavo nella prima parte, ovvero una Sicilia che cade a pezzi.
Il 21 maggio 2009 il viadotto Geremia sulla strada statale n. 626, che collega Caltanissetta a Gela subiva il distaccamento del giunto, per crollare in data 28 maggio 2009 definitivamente. La Caltanissetta-Gela non è una strada di viabilità secondaria, è una delle strade principali e collega il polo industriale di Gela con il sistema autostradale.
Il 2 febbraio crollava il viadotto Verdura sulla strada statale n. 115 Agrigento-Sciacca. Anche quella non è un'arteria secondaria, perché, avendo noi in Sicilia appena due autostrade (una che collega Palermo e Catania e un altro pezzetto che collega Palermo, Messina e Catania), abbiamo tutta la parte della Sicilia occidentale – da Sciacca ed Agrigento va verso la Sicilia orientale – che fa affidamento su questa statale. Pertanto, se crolla un viadotto la regione, anche in quel caso, rimane divisa in due tronconi.
Il 30 dicembre è caduto il viadotto Scorciavacche sulla strada statale n. 189 Palermo-Agrigento. Era stato inaugurato e mai collaudato. Collassava per carenze strutturali e costruttive, come riportato dalla relazione della commissione ispettiva istituita anche in quell'occasione dal Ministero delle infrastrutture. È un'attività molto frequente al Ministero delle infrastrutture istituire commissioni ispettive rispetto ai crolli delle strade in Sicilia. Probabilmente dovreste istituire anche una commissione per aggiustare le strade in Sicilia, per metterle in sicurezza, così risolviamo il problema delle commissioni ispettive, che immagino abbiano anche dei costi.
In data 6 giugno 2014 il servizio di vigilanza enti dell'assessorato mobilità e infrastrutture della Regione siciliana produceva una relazione sullo stato delle autostrade gestite dal Consorzio per le autostrade siciliane – quindi, la Palermo-Messina e la Messina-Catania – nel quale, appunto, evidenti apparivano le condizioni drammatiche e di mancanza di sicurezza su quella strada, come citavo nella parte introduttiva.
Noi ci troviamo davanti a questa condizione e lei non ci ha dato nessuna risposta in merito agli interventi che si intendono mettere in campo. C’è una commissione ispettiva che dovrà accertare le responsabilità. Aspettiamo di vedere. Infatti, come le dicevo, la commissione ispettiva istituita per il crollo del viadotto Scorciavacche ha prodotto una relazione rispetto alle cause del crollo, ma non ci ha detto quali erano le effettive responsabilità. Si è aperta una querelle tra il Ministero, l'ANAS e la ditta che aveva costruito il viadotto e nessuno ci ha spiegato perché quel viadotto non era stato collaudato benché inaugurato.
Questa è la situazione in cui noi ci troviamo. Dobbiamo constatare che da questo Governo non arriva nessuna risposta. Dobbiamo constatare che in questo momento voi avete tolto 3 miliardi e mezzo di euro di fondi europei alle regioni del sud che servivano per l'infrastrutturazione, spiegando che servivano per ragioni di economia generale. Li avete destinati alle misure di sgravi fiscali per le imprese e poi avete condannato la Sicilia, come altre regioni del sud, a questa condizione.
Vede, dalla Sicilia partono ogni anno 50 mila giovani, per lo più, in generale 50 mila siciliani, che, non credendo più nella possibilità di sviluppo di quella terra, decidono di fare le valige e, come accadeva nei primi del secolo o come accade ora per molte persone che lo fanno rischiando la vita nel Mediterraneo, prendono armi e bagagli – come si suole dire – e se ne vanno altrove, spesso al nord, la maggior parte delle volte all'estero, a cercare miglior fortuna. Infatti, sicuramente è difficile in Sicilia credere che ci sarà una possibilità di sviluppo, quando si vive in una terra in cui può crollare l'autostrada e non si sa che cosa accadrà un minuto dopo.
E lei può immaginare quali siano i danni, sul piano economico e sociale, che una situazione di questo tipo sta producendo. Le imprese siciliane devono raddoppiare i costi rispetto alle imprese di qualunque altra parte d'Europa per poter trasportare le proprie merci, perché noi siamo totalmente isolati e tagliati fuori da un sistema di comunicazione ordinaria. Non sono mai stati spesi i soldi per le infrastrutture, non sono mai state fatte le autostrade. Come le dicevo, è crollata una delle due autostrade che ci sono in Sicilia, una regione che ha 5 milioni di abitanti, che ha nove province, che è un'isola e ha un perimetro che non è coperto da una rete autostradale, come accade in quasi tutti i Paesi occidentali.
Noi ci troviamo davanti a questa condizione e constatiamo che qui il Governo viene a dare una risposta burocratica, ci spiega che da domani si farà una deviazione di un chilometro e mezzo. Non ci ha detto una parola rispetto alle condizioni di sicurezza dell'intero asse autostradale. Non sappiamo quali interventi verranno svolti sull'autostrada Palermo-Messina e sull'autostrada Palermo-Catania. Le ripeto, il problema non riguarda il crollo. Non è un singolo evento, è una situazione disastrosa che riguarda il sistema autostradale e, complessivamente, tutto il sistema stradale siciliano e, ancora di più, il sistema dello smottamento del territorio, che sta letteralmente mangiando porzioni di territorio in Sicilia.
Noi ci aspettavamo non dico una risposta esaustiva, ma almeno una risposta. Le domande erano precise nell'interpellanza. Almeno su questo vorrei darmi delle rassicurazioni: infatti, noi chiedevamo se il Governo non intenda intervenire per quanto di competenza per accertare le responsabilità e lei ci ha detto che si farà l'ennesima commissione ministeriale; se il Governo non intenda avviare un attento monitoraggio sullo stato dei collegamenti stradali al fine di stanziare risorse necessarie per effettuare gli interventi più urgenti, e lei non ci ha detto niente. Vuole questo Governo fare un monitoraggio sulla situazione stradale in Sicilia ? È suo compito e sua competenza? O lo dobbiamo iscrivere nell'elenco di omissioni che vengono fatte da chi governa questo Paese rispetto a quelli che sono i propri doveri e i diritti dei cittadini ad avere un Governo che governi e non che amministri un condominio e male ?
Noi chiediamo di sapere se il Governo intenda utilizzare almeno in parte le risorse della programmazione europea 2014-2020 per consentire agli enti locali di avere strumenti finanziari necessari per effettuare gli interventi di infrastrutturazione e di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade e delle autostrade. Lei non ce l'ha detto.
Noi vogliamo sapere se nella prossima programmazione ruberete di nuovo i soldi destinati alla infrastrutturazione del Mezzogiorno per fare le vostre campagne elettorali con le leggi di stabilità oppure, almeno questa volta, ci lascerete le risorse per fare questi investimenti. Lo dico sapendo che queste sono solo le vostre responsabilità, perché poi il fatto che voi lasciate quei soldi stanziati non significa che quei soldi verranno investiti, perché ci sono le responsabilità delle classi dirigenti siciliane, che davanti a questa situazione sono i primi responsabili. Ma io oggi sono nell'aula del Parlamento italiano e pretendo dal Governo italiano delle risposte esaustive rispetto alle azioni che questo Governo intende mettere in campo.
Da domani gireremo la Sicilia per cercare di avere una risposta almeno dal Governo regionale su quali interventi intenda mettere in campo, perché ad oggi, a parte un po’ di balbuzie rispetto agli interventi che il Governo nazionale doveva mettere in campo, perché, come sa, in Sicilia molto spesso la colpa è sempre degli altri, il Governo regionale non ci ha detto che cosa intende fare. E allora, da questo punto di vista, noi vi chiediamo di assumervi delle semplici responsabilità e, se non vi volete assumere delle responsabilità del passato – perché restiamo in questa condizione per responsabilità politiche gravissime di chi ha governato questo Paese e di chi ha governato la Sicilia –, almeno assumete le responsabilità politiche per il futuro ! Almeno impegnatevi a spendere dei soldi per restituire ai cittadini siciliani una condizione di normalità, per rendere la Sicilia un posto in cui è possibile continuare ad investire per il proprio futuro, un posto in cui è possibile vivere in condizione di normalità per i cittadini siciliani e per i cittadini italiani !
Il mio sogno è che un giorno ci possa essere una Sicilia in cui, invece di andare via 50 mila persone ogni anno perché non lo ritengono più un luogo dove costruire il proprio futuro, ce ne siano 50 mila che arrivano perché pensano che Sicilia sia il lungo migliore dove costruire la propria vita.