Competitività dell'Unione Europea, il potenziale dell'impresa pubblica
Il Parere del Comitato economico e sociale europeo
Roma, 3 dicembre 2013 – Assenza di innovazione, carenza di investimenti nelle infrastrutture e nelle tecnologie e nel capitale umano. Questi gli indizi del rallentamento di competitività che caratterizza l’Unione negli ultimi anni.
Nel quadro dello sforzo globale di contrasto alla perdurante crisi economica, Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha svolto una articolata riflessione su quale possa essere il contributo specifico che le imprese pubbliche possono recare alla competitività dell'Unione europea, contenuta nel parere esplorativo recentemente pubblicato, che proponiamo in lettura.
Vediamone le linee essenziali.
Secondo la definizione europea, la competitività è la capacità di migliorare in maniera duratura il tenore di vita dei cittadini e assicurare loro un livello elevato di occupazione e di coesione sociale.
Occorre dunque individuare uno o più modelli di sviluppo sostenibile di una diversa qualità della vita, garantendo il buon funzionamento dei servizi di interesse economico generale, e sviluppando un processo graduale di valutazione delle prestazioni fornite da tali servizi, come previsto dai Trattati.
Valutazione, quella da ultimo indicata, che ha la funzione di rafforzare l'efficacia e l'efficienza dei servizi di interesse economico generale, adattarli maggiormente alle mutevoli esigenze dei cittadini e delle imprese, e fornire alle autorità pubbliche gli elementi che consentano loro di compiere le scelte più pertinenti.
La gestione di qualità dei servizi d’interesse economico generale da parte delle imprese pubbliche , è individuata, nel parere del Comitato, come uno strumento d’ impulso alla ripresa economica ed alla competitività dell'Unione.
Come si legge nel documento, dallo sviluppo di settori di interesse generale come le infrastrutture, l'istruzione e la formazione, la ricerca e lo sviluppo,la sanità e la protezione sociale, la tutela dell'ambiente, e dalla possibilità che le autorità pubbliche possano agevolmente ricorrere, allocando investimenti mirati, alle imprese pubbliche come ad uno degli strumenti di intervento disponibili, dipende la competitività dell'Unione.
Due, le possibili linee d’intervento per la ripresa:
• indagare la realizzabilità di uno “statuto dell’impresa pubblica europea” sulla traccia dello “ Statuto della Società europea" (messo a punto nel 2001 ed utilizzabile dall’8 ottobre 2004) per offrire alle imprese che operano in più stati, la possibilità di costituirsi in un'unica società di diritto europeo e di applicare quindi le stesse regole, evitando di doversi conformare alla normativa nazionale di ogni Stato membro e riducendo, di conseguenza,i costi amministrativi.
• valutare la possibilità di costituire delle imprese pubbliche europee per le grandi reti infrastrutturali transeuropee in materia di energia e di trasporti (settore che nei Trattati forma oggetto di una politica comune), che potrebbero cooperare con quelle nazionali o locali attive in questi settori per attuare le nuove disposizioni e competenze contenute nel Trattato di Lisbona, in particolare in materia di politica europea dell'energia .
Il Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla competitività dell'impresa pubblica
