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Briciole di pane

Contrasto antimafia, l'impegno dell'Unione Europea

Il Rapporto sulla criminalità organizzata

Roma, 3 novembre 2011 - Con l’approvazione nella sessione plenaria del Parlamento europeo del 25 ottobre del rapporto sulla criminalità organizzata presentato dalla Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (Libe), avanza e si estende il fronte del contrasto alle attività della criminalità organizzata nell’Unione europea.

Il Rapporto , ricco di considerazioni e spunti di riflessione concreta, ha lo scopo di individuare efficienti strumenti per combattere la criminalità organizzata. Se è vero che l’ostacolo principale ad un efficiente contrasto delle forme di criminalità a base transnazionale, è stato costituito dalle differenze tra le singole legislazioni e dalle conseguenti difficoltà di coordinamento, proprio la volontà di uniformare leggi e tipologie di intervento ha condotto all’approvazione del rapporto sulla criminalità organizzata.

Con l’approvazione di questo rapporto, al Parlamento europeo si è cominciato a discutere di una comune strategia per contrastare il crimine organizzato in tutta l’Unione, superando le diverse esperienze e tradizioni degli Stati membri, esprimendosi così un segnale forte nel contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie.

Ciò nella consapevolezza che la dimensione transnazionale del fenomeno della criminalità organizzata ha assunto tratti sempre più preoccupanti per effetto della crescente globalizzazione delle società. Il progressivo processo di globalizzazione e la presa di coscienza dell’affievolimento dei confini nazionali hanno infatti avuto come conseguenza la sempre maggiore realizzazione di traffici illeciti e delitti su scala sovranazionale, mediante l’impiego di reti operative che superano i confini locali

Di particolare evidenza, nel variegato sfondo di strumenti ed indicazioni disegnato dal Rapporto, alcune innovazioni che riportiamo di seguito, rimandando i lettori alla consultazione del documento originale per una migliore comprensione d’insieme

Istituzione di una Commissione parlamentare antimafia europea

L’organo dopo soli 6 mesi dall’inizio dell’attività, dovrà presentare i risultati della sua indagine sulle organizzazioni criminali che operano attraverso le frontiere, nonché sulle appropriazioni di fondi pubblici e sulle contaminazioni dell’economia legale e del sistema finanziario europei.

Istituzione di una super Procura europea

Il Rapporto affida all’esecutivo di Bruxelles l’istituzione della nuova Procura con il compito di integrare l’efficienza della Corte europea di giustizia, potenziare Eurojust, l’ufficio europeo antifrode (Olaf) ed Europol, con particolare attenzione ai fenomeni di criminalità organizzata transnazionale.

Proposta di direttiva sull’introduzione del reato di associazione mafiosa nel diritto penale europeo

Nelle intenzioni espresse dal Rapporto, il reato di associazione mafiosa, fattispecie attualmente contemplata dalla sola legislazione italiana, dovrebbe diventare l’oggetto di una proposta di direttiva della Commissione europea volta a rendere la fattispecie uniformemente punibile in tutti gli Stati membri

Divieto di partecipazione a gara d’appalto “ex lege ” per imprese legate alla criminaità organizzata

Il Rapporto invita la Commissione a predisporre chiare direttive e adeguate proposte legislative per impedire che imprese legate alla criminalita organizzata e alle mafie partecipino alle pubbliche gare e alla gestione dei pubblici appalti.

Di conseguenza, la Commissione e gli Stati membri sono invitati a porre in atto misure idonee a garantire la tracciabilita dei flussi finanziari in relazione agli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi e a valutare la possibilita di introdurre normative volte a sanzionare le condotte turbative dei procedimenti amministrativi di selezione per l'aggiudicazione di appalti da parte della pubblica amministrazione.

Nel testo si richiede alla Commissione di garantire la piena e corretta applicazione dell'articolo 45 della direttiva 2004/18/CE, escludendo a priori le possibilita di "self-cleaning" (autodisciplina), con l’espressa statuizione che le condanne titolo di esclusione riguardano sia le persone giuridiche che le persone fisiche; viene inoltre richiesto che tale causa di esclusione non riguardi solo il periodo della condanna ma sia perpetua o viga per un periodo di tempo ragionevole.

Sul versante dell’accertamento delle cause soggettive di esclusione, la Commissione è invitata a presentare proposte finalizzate a prevedere cause di esclusione dagli appalti pubblici nei confronti del le persone che sono oggetto di indagini o di procedimenti penali in corso, con ampliamento della gamma di reati che causano l'esclusione in modo da comprendere tutti quelli tipicamente commessi dal crimine organizzato, nonche l'adozione di misure intese a evitare l'elusione della pertinente normativa attraverso l'utilizzo di prestanome e di fiancheggiatori.

Vi è di più: il testo approvato invita gli Stati membri a predisporre misure analoghe a quelle accennate per qualsiasi forma di appalto, concessione, licenza o aiuto pubblico, pur non contemplata dalla legislazione dell'Unione

Aldo Scaramuccia

  Il Rapporto del Parlamento Europeo sulla Criminalità organizzata