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Briciole di pane

Corte dei Conti, normativa sugli appalti da semplificare

"Con i suoi 616 articoli complessivi, il Codice dei contratti e il suo regolamento attuativo hanno mostrato tutti i loro limiti"

Roma, 20 aprile 2013 - Il Codice dei contratti andrebbe semplificato. La normativa sugli appalti pubblici è "elefantiaca" e "intricata", un sistema di regole che "ingessa il mercato" e ostacola l'uscita dalla crisi economica. Lo ha sottolineato il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, secondo cui "con i suoi 616 articoli complessivi, per non parlare di tutte le norme correlate, comprese quelle varate nell'ultimo anno, il Codice dei contratti e il suo regolamento attuativo hanno mostrato tutti i loro limiti e non sono perciò in grado di assecondare gli eventuali sforzi che si volessero fare per investire nelle opere pubbliche risorse capaci di invertire il ciclo economico del nostro Paese".

"In più - ha detto Giampaolino intervenendo a un convegno a Napoli - va considerato che la maggior parte degli articoli del Codice e del regolamento non eccellono per sinteticità. È necessario, invece, un corpo normativo agile e chiaro che rimuova una iper-regolamentazione elefantiaca la quale ingessa e ostacola il mercato".

"È certo - ha affermato Giampaolino - che il problema della iper-regolamentazione, di un complesso di un migliaio di norme, ove si consideri che alle norme del legislatore nazionale si aggiungono quelle del legislatore regionale nonchè delle autorità normative provinciale e comunale, rimane il problema di fondo del nostro ordinamento che dà luogo a un complesso di regole che, da un lato, deresponsabilizzano gli operatori minandone le capacità decisionale e realizzatrice, dall'altro - ha sottolineato - creano ingorghi e trappole dove la stessa attività amministrativa è irretita e nella quale si annidano le occasioni per disfunzioni fino alle cause di un'attività corruttiva".

"Di tutto il programma - ha spiegato il presidente della Corte dei conti - varato agli inizi degli anni 2000 sotto l'egida della Legge Obiettivo sono stati ultimati lavori per non più dell'11%, nonostante il percorso procedurale agevolato che doveva accompagnare la realizzazione delle infrastrutture strategiche".

"È certo - ha affermato Giampaolino - che il problema della iper-regolamentazione, di un complesso di un migliaio di norme, ove si consideri che alle norme del legislatore nazionale si aggiungono quelle del legislatore regionale nonchè delle autorità normative provinciale e comunale, rimane il problema di fondo del nostro ordinamento che dà luogo a un complesso di regole che, da un lato, deresponsabilizzano gli operatori minandone le capacità decisionale e realizzatrice, dall'altro - ha sottolineato - creano ingorghi e trappole dove la stessa attività amministrativa è irretita e nella quale si annidano le occasioni per disfunzioni fino alle cause di un'attività corruttiva".

"La mancanza di bilanciamento - ha aggiunto Giampaolino - tra l'esigenza di predisporre urgenti misure di rilancio dell'economia e l'obbligo di adottare pesanti aggiustamenti fiscali nel mezzo di una doppia recessione, ha innescato una spirale economica negativa da cui urge trovare vie d'uscita. Non sono più procrastinabili, pertanto - ha concluso - iniziative che inneschino percorsi di crescita e di incremento del Pil, idonee a far fronte alle gravi conseguenze economiche e sociali della crisi".

Mario Avagliano