"Cresci Italia", il Consiglio dei Ministri approva il pacchetto
Uno sguardo alle linee genrali del provvedimento
Roma, 23 gennaio 2012 - Adottato dal Consiglio dei Ministri ddel 20 gennaioi, con decreto-legge un pacchetto di riforme strutturali per la crescita.
Due i fattori critici del Sistema Italia che il provvedimento si propone di contrastare e neutralizzare nel breve periodo:: l’insufficiente concorrenza dei mercati e l’inadeguatezza delle infrastrutture.
Analisi condotte dall’OCSE evidenziano infatti come l’adozione di misure di liberalizzazione che conducano a livelli di regolamentazione del settore dei servizi simili a quelli dei Paesi con i migliori standard produrrebbero una crescita significativa della produttività totale dei fattori nei settori che impiegano tali servizi, quantificabile in oltre 10 punti percentuali.
L’apertura al mercato, incidendo in modo diretto sulle politiche aziendali delle imprese (quelle di grandi dimensioni, ma anche quelle piccole) è in grado di determinare una sensibile riduzione dei prezzi, con vantaggi evidenti per i consumatori. E’ stato calcolato che una riduzione delle rendite nel settore dei servizi al livello medio degli altri Paesi dell’euro si assocerebbe, nel medio periodo, a un aumento del prodotto dell’11%; il consumo privato e l’occupazione crescerebbero fino all’8%, gli investimenti del 18%; i salari reali di quasi il 12% senza effetti negativi sull’occupazione.
Apertura alla concorrenza, meno vincoli agli operatori dei diversi mercati ma non assenza di regole. Il testo attribuisce, infatti, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di monitorare la normativa regionale e locale al fine di individuare disposizioni in contrasto con la tutela e la promozione della concorrenza ed eventualmente sollecitare l’adozione dei poteri governativi sostitutivi, ai sensi dell’articolo 120 della Costituzione, per la tutela dell’unità giuridica ed economica dello Stato.
Obbiettivo del provvedimento: consentire all’economia nazionale , nel breve periodo, di essere traghettata fuori dalla spirale recessiva e possibilmente, nel medio/lungo periodo, ed allinearsi ai ritmi di crescita dei partners europei e internazionali.
Crescita ed equità ; questi i due i pilastri sui quali poggia il decreto, non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, dei cui contenuti diamo qualche generico cenno, nell’attesa di conoscere il testo definitivo.
Crescita come sostegno al tessuto imprenditoriale. Nel decreto la crescita economica è stimolata dall’eliminazione dei vincoli burocratici (nulla osta, autorizzazioni, licenze) che oggi ostacolano l’avvio delle attività d’impresa. Il decreto, dunque, apre alla concorrenza in molteplici settori.
Di sicuro rilievo sono le misure assunte sul fronte infrastrutturale, che consentiranno di aprire nuovi cantieri e creare nuova occupazione, anche nel settore dell'edilizia, e di semplificare l'attività delle imprese, anche attraverso il coinvolgimento di capitali privati mediante innovativi strumenti finanziari come i project bond.
Queste le linee generali degli interventi in materia infrastrutturale, tesi ad incentivare l’attrazione di capitali privati :
• Revisione della disciplina in materia di emissione delle obbligazioni da parte delle società di progetto nell’ambito delle operazioni di finanza di progetto, con l’introduzione dei cosiddetti “project bond” garantiti, da parte del sistema finanziario e dei fondi privati, anche durante il periodo di costruzione dell’opera, tradizionalmente scoperto;
• Introduzione del diritto di prelazione nella finanza di progetto per le infrastrutture strategiche, allo scopo di incentivare gli investitori privati ad assumere il ruolo di promotore in grandi opere, anche non previste negli strumenti di programmazione;
• Migliore e più accurata predisposizione dei bandi e dei piani economico-finanziari per le opere da affidare in concessione,i in modo da assicurare adeguati livelli di bancabilità delle opere, così da consentire agli istituti finanziatori di poter contare almeno su un progetto definitivo dell’opera da realizzare in concessione;
• misure di correzione delle norme in materia di concessioni di costruzione e gestione di opere pubbliche, allo scopo di rendere più flessibile il meccanismo di subentro. Rileva, inoltre, nella bozza del provvedimento un chiaro sforzo di semplificazione e di alleggerimento procedurale, in tema, ad esempio, di approvazione di progetti, affidamento di servizi finanziari, di documentazione a corredo dei piani economico-finanziari.
Da ultimo, segnaliamo di seguito alcuni interventi di natura tributaria :
• la destinazione di parte dell’extragettito IVA, relativo alle operazioni riconducibili all’infrastruttura oggetto dell’intervento, può essere destinato alle società di progetto per le opere portuali con conseguente crescita del contributo al PIL nazionale quantificabile in 2,75 euro ogni euro di investimento pubblico o privato;
• l’ anticipo del recupero delle accise per autotrasportatori; la disposizione, che garantirebbe la pace sociale nel settore dell’autotrasporto ha un costo per la finanza pubblica pari a 29 milioni di euro, già coperto con le risorse destinate al settore.
Sul versante dell’equità.
Nell’ottica dell’equità, il decreto include misure a sostegno dei soggetti più vulnerabili. Prevista, nel testo, la riduzione degli oneri di accesso ai piani di rateazione dei debiti tributari e la più ampia tutela a fronte di condotte ingannevoli o aggressive da parte di imprese e soggetti erogatori di servizi. Nella stessa direzione, anche le misure che incentivano la trasparenza e la semplificazione. Si tratta dei nuovi provvedimenti che aboliscono le tariffe professionali. Sono, inoltre, comprese le norme che impongono un regime di trasparenza rafforzato in tema di clausole vessatorie.