"Cresci-Italia", le proposte dell'Antitrust
Antitrust, la Segnalazione del 5 gennaio
Roma, 12 gennaio 2012 - La politica di consolidamento dei conti pubblici è necessaria per riconquistare la fiducia dei mercati finanziari, mantenere e possibilmente accrescere l’integrazione europea, con il mercato unico e l’euro, che sono stati fondamentali per l’aumento del benessere delle nostre società e per la garanzia di una vasta area geopolitica di pace e di stabilità.
L’effetto cumulato delle tre manovre, approvate nel 2011 raggiungerà nel 2013 la correzione complessiva, tra nuove entrate e tagli di spesa, di circa 81,2 miliardi di euro. E’ dunque urgente affrontare i vari volti della crisi che attraversa l’economia dell’Europa e del nostro Paese; in particolare l’urgenza della crisi richiede di non indugiare e di attuare gli interventi di immediata applicazione, senza peraltro sottovalutare i costi sociali sottesi, nel brevissimo periodo, alle liberalizzazioni.
Per questo, l’Autorità invita le istituzioni della democrazia rappresentativa e le forze politiche ad accompagnare le misure di liberalizzazione con altri interventi diretti a garantire l’equità sociale e a favorire - anche attraverso le opportune riforme del diritto del lavoro - nuove opportunità di lavoro per i soggetti che a causa dei complessi processi di ristrutturazione economica, lo hanno perduto o corrono il rischio di perderlo. In una società ed in un’economia con forti venature corporative le liberalizzazioni non possono che incontrare ostacoli e resistenze da parte di quei gruppi economico-sociali che avvertano comunque il rischio di subire un danno o di rinunciare a una qualche situazione di monopolio o di privilegio, è necessario recuperare la dimensione dell’interesse generale e la sua prevalenza sugli egoismi di categoria.
Le politiche concorrenziali producono solo in un orizzonte temporale medio sia la maggiore efficienza del mercato sia il migliore benessere per i cittadini. Se riteniamo certi i vantaggi che deriveranno al mercato, al consumatore e alla crescita, parimenti non possiamo sottacere come nel brevissimo periodo le politiche concorrenziali penalizzando qualche impresa marginale – possano comportare anche dei costi sociali.
Queste le premesse, sulla cui base l’Antitrust raccoglie il guanto di sfida per una veloce ripresa della crescita del Paese, fornendo, con una Segnalazione del 5 gennaio alle Istituzioni rappresentative - firmata dal presidente Giovanni Pitruzzella e finalizzata a rimuovere ogni ostacolo all’apertura dei mercati, il proprio contributo tecnico nell’intento di individuare le misure che sarebbe opportuno inserire nel disegno di legge annuale per la concorrenza e il mercato.
Indichiamo di seguito, con qualche breve cenno, i contenuti in materia di infrastrutture, trasporti e servizi pubblici locali, rimandando alla lettura del documento i Lettori desiderosi di maggiori approfondimenti.
Le proposte dell’Autorità - Settore Autostradale
La durata delle concessioni
La durata delle concessioni è un fattore di impatto evidente sulla apertura del mercato e sullo standard dei servizi resi alla collettività dal concessionario.
Come intervenire, dunque, su tale fattore? L’Autorità propone di ridurre la durata cinquantennale delle concessioni di importo superiore ad un miliardo di euro, prevista fino a cinquanta anni dal comma 8 dell'articolo 143 del D.Lgs 12 aprile 2006, n. 163,( come modificato dall’articolo 42 del D.L. del 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge dalla L.22 dicembre 2011, n. 214).
Tuttavia, la durata, da valutare anche in relazione alle peculiarità dei diversi settori, non dovrebbe essere eccessivamente lunga, riducendo ingiustificatamente i già limitati spazi per il confronto concorrenziale (di fatto circoscritti al momento del rinnovo e all’affidamento con gara. Nel caso di investimenti non completamente ammortizzati, le procedure di affidamento possono comunque prevedere, laddove il subentrante sia diverso dal precedente concessionario, adeguate forme di compensazione.
La revisione delle tariffe
La regolazione delle infrastrutture autostradali dovrebbe essere inserita tra le competenze dell’Autorità di regolazione dei Trasporti di cui all’art. 37 del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge dalla L. 22 dicembre 2011, n. 214, impregiudicate le funzioni specifiche dell’Agenzia delle infrastrutture stradali e autostradali, la cui direzione è stata affidata a Pasquale De Lise.
Anche il sistema di revisione delle tariffe previsto dalla Convenzione tra Anas e Autostrade per l’Italia S.p.A., approvata dall’art. 8 duodecies, comma 2, del D.L. 8 aprile 2008, n. 59, convertito in legge dalla L. 6 giugno 2008, n. 101, andrebbe modificato con l’introduzione elementi idonei a promuovere un uso efficiente della capacità e un’altrettanto efficiente allocazione del traffico.
Il ragionamento seguito dall’Autorità. L’attuale sistema, prevedi, per tutta la durata della convenzione, una formula di revisione automatica delle tariffe ancorata all’inflazione. Manca, in questa ottica, uno strumento che incentivi gli operatori alla riduzione dei costi e al miglioramento della qualità e agli investimenti.
Di qui, il suggerimento : il meccanismo di adeguamento tariffario dovrebbe prevedere la sottrazione dal tasso di inflazione del tasso di produttività attesa e, soprattutto, un consistente premio per un miglioramento della qualità del servizio e per i progetti di investimenti futuri, adeguatamente verificati;
Le proposte dell’Autorità - Settore Servizi pubblici locali
Per garantire che i principi di liberalizzazione recentemente approvati abbiano effettiva applicazione, occorre introdurre l’obbligo per gli enti locali di definire in via preliminare gli obblighi di servizio pubblico. Stabilito il perimetro, gli Enti Locali dovranno verificare la possibilità di una gestione concorrenziale con procedure aperte di manifestazione di interesse degli operatori del settore a gestire in concorrenza i servizi.
Solo in caso di fallimento di questa procedura, i medesimi soggetti potranno mantenere la gestione in esclusiva affidata con gara a un privato, mentre l’affidamento in house (direttamente gestito dall’ente pubblico con una sua società) è consentito solo a fronte di un’analisi di mercato che ne dimostri in modo chiaro i benefici diretti.
Occorre inoltre accelerare le scadenze degli affidamenti che non sono il frutto di un confronto competitivo, dando però all’ente locale la possibilità di evitare la scadenza anticipata attraverso l’immediato avvio di una procedura di cessione a privati con gara delle quote della società pubblica (totalitaria o mista). La procedura dovrà concludersi entro un termine ravvicinato, pena sanzioni per l’ente locale.
Le proposte dell’Autorità - Settore Appalti pubblici
Per quanto riguarda gli appalti pubblici, viene suggerito l'inserimento nel Codice dei contratti pubblici di un espresso divieto di affidamento in house di lavori o forniture. Per gli appalti di servizi vanno inseriti precisi limiti e, in ogni caso, occorre un’analisi di mercato che evidenzi i concreti benefici dell’affidamento in house. Dovrà essere previsto un obbligo di ricognizione degli affidamenti: in caso di mancato rispetto scatta la sanzione della scadenza anticipata degli affidamenti. Anche in questo caso va prevista la clausola in base alla quale gli affidamenti possono essere confermati in caso di cessione della società in house.
Le proposte dell’Autorità - Settore Trasporto ferroviario
Per il trasporto ferroviario, l’Antitrust auspica che sia resa rapidamente operativa l’Autorità dei Trasporti, nell'intento di rendere possibile vigilare sulla “terzietà” della gestione di tutte le infrastrutture ritenute essenziali per lo svolgimento di un corretto confronto concorrenziale nei servizi di trasporto ferroviario merci e passeggeri. La stessa Autorità dovrebbe individuare misure idonee a mantenere in equilibrio il finanziamento degli obblighi di servizio pubblico (ad esempio il pagamento di un contributo a carico dei nuovi operatori, per lo svolgimento del servizio universale, almeno per gli ingressi relativi a numero di treni e frequenze più significativi).
Nel trasporto ferroviario regionale vanno previsti “premi”, in termini di risorse pubbliche, per le amministrazioni regionali che decidano di non rinnovare per altri sei anni l’affidamento diretto con Fs. Per agevolare la partecipazione alle gare per l’affidamento dei servizi di trasporto ferroviario regionale del più ampio numero di concorrenti, occorrerebbe prevedere che la disponibilità del materiale rotabile già al momento della gara non costituisca un requisito di partecipazione.
Le proposte dell’Autorità - Settore Autotrasporto su gomma
In vista della maggiore apertura concorrenziale dei mercati l'Autorità suggerisce lì'abrogazione dele disposizioni normative che impongono o comunque agevolano la fissazione di tariffe minime per i servizi di autotrasporto.
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