Ecco le priorità europee dell'Italia per il 2014 su trasporti e infrastrutture
Tra sei mesi il nostro Paese sarà alla guida dell'Unione, diversi i provvedimenti che vedranno la luce
Bruxelles, 23 gennaio 2013 - Tra poco più di cinque mesi l'Italia sarà chiamata alla guida dell'Unione europea. Nel suo semestre di presidenza di turno, che inizierà a luglio, il nostro Paese dovrà gestire le trattative tra i ministri dei ventotto Paesi membri, la nuova Commissione europea e il nuovo Parlamento che verrà eletto nelle elezioni del maggio prossimo.
Il governo ha pubblicato una Relazione programmatica in cui spiega le linee guida della sua azione di quest'anno all'interno dell'Unione europea, con particolare attenzione agli obiettivi del suo semestre.
L'Italia “intende valorizzare il progresso nello sviluppo sostenibile, efficiente e sicuro del sistema dei trasporti e delle infrastrutture al fine di migliorare il funzionamento del mercato europeo e la costruzione di collegamenti e reti transeuropee” si legge nel testo. Per farlo cercherà di portare a compimento, o quantomeno di velocizzare, l'iter legislativo di diversi provvedimenti a partire dal regolamento sulla semplificazione del trasferimento all’interno del mercato unico dei veicoli a motore immatricolati in un altro Stato membro, che si punta a emanare al massimo nei primi mesi del 2015, e la proposta di revisione della direttiva sull'omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, che dovrebbe essere adottata a breve dall'esecutivo e esaminata dagli Stati per la prima volta proprio durante il semestre italiano.
Si discuterà poi la proposta di regolamento per lo sviluppo del sistema eCall di bordo, che prevede che gli Stati mettano in piedi entro il 1 ottobre 2015 l'infrastruttura necessaria per ricevere e gestire in modo adeguato tutte le chiamate di emergenza automatiche provenienti da questi apparecchi montati sui veicoli. Anche questa proposta potrebbe vedere la luce sotto la nostra guida. Il governo cercherà di dare spinta anche a quei provvedimenti comunitari “volti a promuovere i principi ‘chi usa paga’ e ‘chi inquina paga’ anche nell’uso delle infrastrutture stradali”.
Tra questi la direttiva “in corso di definizione” da parte della Commissione europea sulla “tariffazione equa ed efficiente per il trasporto sostenibile” all'interno del “pacchetto del mercato interno stradale” che intende promuovere “l’uso dei sistemi di pedaggio stradale basati sulla distanza mediante modalità evolutive degli attuali sistemi di tariffazione”, nonché la proposta di direttiva che stabilisce, per taluni veicoli stradali che circolano nell’Unione, le dimensioni e i pesi massimi autorizzate nel traffico nazionale e internazionale, allo scopo di favorire il trasporto intermodale. Anche di questa normativa si potrebbe discutere per la prima volta nel semestre italiano. Infine si proverà a portare a compimento la proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sul livello sonoro dei veicoli a motore, per ridurre l'inquinamento acustico.
Per quanto riguarda il trasporto su rotaia il 2014 sarà l'anno decisivo per il cosiddetto ‘Quarto pacchetto ferroviario’, a cui l’Italia “presterà particolare attenzione”. Si tratta della proposta che completa lo spazio ferroviario europeo e che la Commissione ha indicato tra i provvedimenti prioritari per l’adozione nell’anno in corso. In particolare si cercherà di raggiungere la posizione comune sul parte che stabilisce uno spazio ferroviario unico europeo, per quanto riguarda l’apertura del mercato dei servizi di trasporto ferroviario nazionale di passeggeri e la governance dell’infrastruttura.
Nel capitolo trasporto aereo si punta a dare invece un “forte impulso” ai negoziati sul Cielo unico europeo e si cercherà di finalizzare i negoziati col Parlamento per approvare il pacchetto sui diritti dei passeggeri aerei in materia di compensazioni per ritardi o cancellazioni dei voli.
Ultimo capitolo le reti transeuropee. Questo mese entrano in vigore i regolamenti concernenti le Ten-T. L’Italia è presente con 9 nodi urbani, 33 aeroporti di cui 11 prioritari, 39 porti di cui 14 appartenenti alla rete centrale, 6 porti interni tra cui 5 porti core e 27 terminali ferroviario-stradali tra cui 15 classificati prioritari, che beneficeranno di aiuti finanziari definiti nell’ambito del regolamento che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa. Roma tenterà pertanto di “assicurare la massima continuità alle opere in corso di realizzazione” e “soprattutto” ai valichi ferroviari transfrontalieri. Il tutto però “nei vigenti limiti imposti dal Patto di Stabilità”.