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Briciole di pane

Ferrovie, Fs: "Bene il piano europeo di liberalizzazioni, si rispetti principio reciprocità"

L'Ad dell'azienda Elia a Strasburgo ha incontrato gli eurodeputati e la commissaria ai Trasporti Bulc

Bruxelles, 11 febbraio 2015 - Le ferrovie italiane, con il loro piano industriale 2014-2017, guardano all'Europa “come naturale terreno di sviluppo”. È quanto ha spiegato l'amministratore delegato dell'azienda, Michele Mario Elia, a Strasburgo dove ha incontrato i deputati italiani del Parlamento Europeo e la commissari ai Trasporti, Violeta Bulc. Per questo, ha sottolineato la compagnia in una nota, “è necessaria la nascita di un unico mercato ferroviario europeo, davvero liberalizzato, che non ponga restrizioni all’accesso alle reti di ciascun paese e che non sia asimmetrico, rispettando i principi di reciprocità”.

Ferrovie italiane si è detta favorevole all’istituzione di un regolatore unico europeo, per fare in modo che vengano abbattute le barriere tecniche e amministrative che spesso impediscono di fatto il processo di liberalizzazione. “Basti pensare che il nuovo Frecciarossa 1000 dovrà essere omologato in ogni singolo Stato europeo in cui Trenitalia vorrà farlo viaggiare, con procedure spesso lente, ripetitive e costose”, si legge ancora nella nota.
 

Su questo punto, contenuto nel “pilastro tecnico” del Quarto pacchetto ferroviario in discussione a Bruxelles, è stato raggiunto un primo accordo tra i Paesi membri e il Parlamento Ue. L'obiettivo è potenziare il ruolo dell'Agenzia ferroviaria europea (Era) per facilitare l'ingresso di nuovi operatori nel mercato ed evitare discriminazione. In futuro ci dovrebbe essere un doppio sistema di autorizzazioni per veicoli e certificazioni di sicurezza, con l'Era che dovrebbe fungere da sportello unico per l'autorizzazione dei veicoli destinati alle operazioni transfrontaliere e il rilascio dei certificati di sicurezza alle imprese ferroviarie coinvolte sempre nel traffico transfrontaliero, mentre le autorità nazionali continueranno a esistere ma rilasceranno autorizzazioni solo per i veicoli che svolgeranno il loro servizio all'interno dei confini del Paese. L'obiettivo è raggiungere una maggiore liberalizzazione di tutti i servizi dalla fine del 2019. Una clausola di reciprocità dovrebbe impedire alle imprese provenienti da mercati chiusi di competere in quelli liberalizzati.

 


Punto più difficile su cui trovare un accordo resta il “pilastro politico”. La proposta originale della Commissione proponeva di rafforzare le norme sulla separazione tra i gestori dell'infrastruttura e le imprese che forniscono i servizi. Gli Stati membri hanno voluto frenare su questo punto e hanno proposto misure più rigorose di salvaguardia per garantire l'indipendenza del gestore dell'infrastruttura allo scopo di evitare problemi riguardo ai servizi gestiti direttamente dal pubblico.

 

Questa linea è sostenuta anche dalle Ferrovie italiane che affermano di sostenere “la proposta dell’Europarlamento in tema di governance, con un modello di impresa a holding che assicuri la trasparenza dei flussi finanziari tra le diverse società controllate e l’indipendenza del Gestore dell’infrastruttura”. Per l'azienda di trasporti “tale modello è sufficientemente flessibile per adattarsi alle diverse realtà ferroviarie europee e favorisce anche la tipologia di percorso verso la privatizzazione del Gruppo FS Italiane prevista dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano, con l’entrata in borsa di una quotazione minoritaria nel corso del 2016”.
 

Sul punto sotto la presidenza italiana era stato raggiunto un compromesso iniziale, ben lontano però dal trovare i favori dell'intero Consiglio, e ora la presidenza lettone ha in mente di presentare un nuovo compromesso che punta ad approvare nel suo semestre.
 

Lorenzo Robustelli