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Briciole di pane

Gare solo per le grandi opere

Lo Statuto delle imprese innalza a 1,5 milioni la soglia per la trattativa privata nei lavori pubblici

Milano 21 marzo 2011 - La trattativa privata senza pubblicità triplica e sfonda il muro del milione e mezzo di euro. Alle stesse attuali condizioni: gestione e scelta affidata al Rup, cinque soggetti da invitare. Anche per i progettisti scompaiono le gare sotto soglia: tutto passa con affidamento diretto. La norma che cancella con un colpo di spugna l'80% delle gare solo per i lavori pubblici è stata agganciata al treno dello Statuto delle imprese, il disegno di legge pensato per le Pmi (in attuazione dei comandi europei dello Small business act) che ha già superato il primo si della Camera e ora inizia l'iter di approvazione anche al Senato. L'idea è nata su impulso della Lega (prima firmataria la vicentina Manuela Lanzarin) ma ha raccolto l'adesione entusiasta di due deputati altoatesini della Sud Tiroler Volkspartei e — soprattutto — è stata approvata la scorsa settimana con una maggioranza trasversale bulgara: 485 sì su 487 presenti e due soli astenuti. Praticamente un plebiscito. La soglia triplicata rispetto agli attuali 500mila euro (già quintuplicati tre anni fa) del codice degli appalti è stata inserita nel provvedimento destinato alle piccole e medie imprese con un chiaro e dichiarato intento protezionistico a favore. appunto, delle realtà di. ridotte dimensioni che operano prevalentemente senza spostarsi di molto dalla propria sede: «Al fine di favorire l’accesso delle micro, piccole e medie imprese agli appalti pubblici di lavori e servizi» recita appunto in testa l'emendamento, che subito dopo dispone l'innalzamento delle attuali soglie. Ma la scelta va letta poi insieme con l'altra clausola che — seppure in modo più sfumato — apre una corsia preferenziale alle assegnazioni di lavori con precedenza alle imprese locali. Un altro articolo dello Statuto delle imprese, infatti, l' 11, chiede alle amministrazioni di «introdurre modalità di coinvolgimento nella realizzazione di grandi infrastrutture, nonché delle connesse opere integrative o compensative, delle imprese residenti nelle regioni e nei territori nei quali sono localizzati gli investimenti, con particolare attenzione alle micro. piccole e medie imprese». Come si possano realmente coinvolgere le Pmi — se non appunto con la procedura negoziata — è tutto da chiarire anche perché bisogna fare i conti con Bruxelles: sia la Corte di giustizia, che la Commissione infatti hanno sempre bocciato «le riserve» di quote di mercato alle imprese locali, bollandolo come protezionismo contrario alla concorrenza. Ma certo la possibilità che il semplice dirigente dell'ente locale scelga in via diretta per appalti di una certa rilevanza fino a 1,5 milioni può rappresentare sicuramente una forma di attuazione di questo «coinvolgimento». Del resto l'emendamento della Lega interpreta gli umori e le richieste che arrivano soprattutto dal territorio e in particolare dal Nord. Conferma, codifica e riproduce su scala nazionale, ad esempio, l'esperimento fatto in Veneto con il piano delle piccole opere, in cui ogni opera finanziata per i Comuni era stata appositamente mantenuta sotto i 500mila euro per poter essere poi affidata a procedura negoziata, pena. la perdita del finanziamento stesso. E le istanze di una maggiore attenzione al territorio si sono moltiplicate proprio per l'effetto crisi. Da segnalare infine, sempre per i lavori pubblici, che cresce fino a due milioni il limite entro cui si può appaltare con la licitazione privata semplificata.
LA PROGETTAZIONE - La procedura negoziata aumenta anche per i servizi di ingegneria, E passa dagli attuali 100mila euro alle soglie europee. Che sono due: 125rnila euro è quella di riferimento per le amministrazioni centrali; mentre 193mila euro è quella per tutte le altre stazioni appaltanti (enti locali, soprattutto).
LIBRO VERDE - Il forcing italiano sulla procedura negoziata sembra in qualche modo anticipare quelle che potrebbero essere le linee europee di tendenza Nel Libro verde pubblicato di recente, come sondaggio preliminare per la modifica delle direttive appalti, la Commissione chiede a Stati e operatori se non sia il caso di estendere la procedura negoziata. Vedremo naturalmente a giugno quale sarà la risposta degli operatori. Ma una differenza c' è: la procedura negoziata disegnata dalla Ue va sempre pubblicizzata con un bando.
LE SEMPLIFICAZIONI - Per le micro, piccole e medie imprese (in base alle regole Ue sono quelle con meno di 250 dipendenti e 50 milioni di fatturato) tutti i requisiti per partecipare a tutte le gare di lavori, servizi e forniture diventeranno autocertificabili. Chi dichiara il falso rischia l'esclusione fino a tre anni. In più il Ddl sullo statuto delle imprese prevede che i controlli sulla documentazione vengano svolti solo per l' aggiudicatario e non più a campione sul 10% dei partecipanti.
I NUOVI BANDI - Una volta. approvato il Ddl sullo Statuto delle imprese, le amministrazioni dovranno mettere di nuovo mano ai bandi: devono. ad esempio, suddividere gli appalti in lotti ed evidenziare le possibilità di subappalto, «garantendo — si legge sempre all'articolo 11 — la conoscibilità della corresponsione dei pagamenti da parte della stazione appaltante nei vari stati di avanzamento». Bisognerà anche facilitare alle Pmi l'accesso agli appalti privilegiando le Ati, i consorzi e le reti di impresa.
I RITARDI NEI PAGAMENTI - Su questo fronte il Ddl cerca di fornire qualche strumento in più alle micro, piccole e medie imprese. È prevista ad esempio l'impossibilità di rinunciare agli interessi di mora, l'obbligo per la Pa di non derogare in via unilaterale ai termini di pagamento. Un futuro decreto dovrebbe stabilire un sistema di sanzioni e diffide per sollecitare i pagamenti pubblici.

Valeria Uva - Il Sole 24 Ore Edilizia e Territorio