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Briciole di pane

Il trasporto di cavalli, tra elusioni degli obblighi e illegalità

Imprescindibile un incremento dei controlli su strada

Roma, 31 agosto 2015 - La realtà odierna offre parecchi trasporti “di nicchia”. Molto “di nicchia”, potremmo dire. Nondimeno, meritano di essere esaminati visto che in essi ritroviamo, centuplicate, tutte le difficoltà e le problematiche dell’autotrasporto in genere.
Un interessante punto d’osservazione è rappresentato, per esempio, dal trasporto di cavalli. Un’inchiesta recentemente condotta dalla rivista “TIR” ne ha evidenziato le criticità: basta poco per scoprire che sono, in realtà, le criticità di tutto il comparto, solo assai più accentuate, più drammatiche.
Innanzitutto, la concorrenza sleale che, nel mondo dell’ippica, arriva soprattutto dal “finto” conto proprio. Spesso avviene che scuderie dotate di automezzi per i trasferimenti veterinari o di corto raggio, trasportino i cavalli degli iscritti nascondendo il corrispettivo nella quota di iscrizione annuale al circolo: un vero aggiramento della legge, secondo cui il trasporto, professionale e remunerato, di cose o animali altrui configura, a tutti gli effetti, un conto terzi.
C’è poi una committenza che non paga, vuoi per la crisi economica, vuoi per altri motivi. Il problema può anche assumere, in quell’ambiente, tinte grottesche: capita che il committente paghi il trasporto solo se il suo cavallo vince la corsa e che la controparte accetti, pur di non perdere il cliente. Il corrispettivo del trasporto, sinallagma contrattuale secondo il codice civile, è così degradato a mera scommessa.
Terza problematica, diretta e logica conseguenza delle prime due: l’inevitabile chiusura delle imprese italiane di trasporto animali in regola. Con un impoverimento non solo economico, ma professionale e culturale. In tale settore, infatti, trasportatori non ci si improvvisa. Oltre alla normativa su circolazione stradale e tempi di guida, serve conoscere a menadito le specifiche regole sul trasporto di animali vivi, a partire dal Regolamento (CE) 1/2005. Regole che, beninteso, valgono anche per il conto proprio, atteso che la loro precipua “ratio” è la tutela del benessere dell’animale. Solo una lunga esperienza, assieme a una vera passione per il proprio lavoro, può assicurare al cavallo, durante un viaggio di più ore, la giusta alimentazione e le soste necessarie, con riposo a terra.
A completamento del quadro, troviamo controlli su strada assolutamente sporadici e superficiali. Non tanto per scarso impegno delle Forze di polizia, quanto per oggettive difficoltà di coordinamento tra Amministrazioni (è necessaria quasi sempre l’assistenza di un veterinario dell’ASL) e di tipo logistico (il sequestro del carico implica il ricovero degli animali in strutture idonee, operazione che può presentare, al lato pratico, enormi complicazioni). Una simile carenza, va detto, pesa come un macigno sulle prospettive di riordino e sviluppo.
Non c’è dubbio, infatti, che l’effettività dei controlli su strada sia la vera leva strategica (la mossa del cavallo, se ci è consentita la battuta) per ridare legalità al comparto. Non solo in chiave di sicurezza stradale o di polizia veterinaria: il discorso si fa molto più ampio. Le grandi organizzazioni criminali che esercitano attività economiche, infatti, possono occultare (ci riescono benissimo) produzione, smercio e consumo; possono gestire intere filiere “in nero”; ma non possono fare a meno di utilizzare la strada come infrastruttura trasportistica. E’ questo il loro punto debole. Lo scorso anno un controllo della Polizia Stradale su un camion che trasportava cavalli purosangue inglese ha permesso, partendo da un banale certificato sanitario falso, di attivare una pista investigativa che ha portato al mercato delle corse e scommesse clandestine, dominato dalla grande criminalità organizzata. Non è che un esempio: sufficiente, però, per comprendere quanto possa essere “produttiva” la scelta politica di “investire” sull’effettuazione dei controlli in termini di mezzi, uomini, risorse. La considerazione vale per tutti i tipi di autotrasporto, ovviamente. Qualunque sia la merce, o l’essere vivente, che si carica sul camion.

Carlo Sgandurra