Incidentalità stradale, tempi duri per gli automobilisti indisciplinati
Una Direttiva del ministro Minniti incentiva l'attività di prevenzione e repressione delle violazioni al Cds

Non ci sentite con le buone? Fate finta di nulla? Ve ne infischiate della vostra e altrui sicurezza? Bene, anzi: malissimo! E allora si passa alle maniere dure. D'altronde, la posta in ballo è alta: la vita umana. Perché sulle strade si continua a morire.
Nel 2016 si sono verificati, in Italia, 175.791 incidenti stradali con lesioni a persone; le vittime sono state 3.283 e i feriti 249.175. I morti diminuiscono rispetto allo scorso anno (-4,2%); in lieve aumento incidenti e feriti (rispettivamente +0,7% e +0,9%). A questo si aggiunga che il parco veicolare è aumentato dell’1,4% rispetto all’anno precedente: abbiamo più di 624 autovetture ogni mille abitanti in Italia. In base alle stime del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il costo sociale totale degli incidenti stradali con lesioni a persone è quantificato in circa 17 miliardi di euro: l’1,1% del Pil nazionale. Nel 2016 si sono registrati 1.470 decessi tra conducenti e passeggeri di autovetture, seguono motociclisti (657), pedoni (570), ciclisti (275), occupanti di autocarri e motrici (136), ciclomotori (116) e altre modalità di trasporto (59).
Molte di queste morti, continuiamo a ripeterlo, si sarebbero potute evitare con un pizzico di senno in più. Ma, visto che i ripetuti solleciti a una condotta di guida più attenta sembrano non sortire gli effetti sperati, il ministro dell'Interno, Marco Minnniti, ha pensato bene di richiamare l'attenzione sul fenomeno e sulla necessità, da parte delle Forze dell'Ordine, di una maggiore attività di prevenzione e repressione delle violazioni al Codice della Strada.
L’indirizzo operativo del ministro, tradottosi in una Direttiva emanata il 21 luglio scorso, è volto ad assicurare un'azione “coordinata delle Forze di polizia per la prevenzione e il contrasto dei comportamenti che sono le principali cause di incidenti stradali”. L'oggetto della disposizione evidenzia, da subito, il contenuto e gli obiettivi. Polizia, Carabinieri e Vigili Urbani dovranno sanzionare, in particolare e con ancora maggiore attenzione e severità, chi è al volante in stato di ebrezza o sotto l'effetto di stupefacenti; l'eccesso di velocità; il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e dei seggiolini per i bambini e l'uso dello smartphone senza il vivavoce. Minniti pone l'accento pure sull'opportunità di acquistare e utilizzare, con frequenza, etilometri e precursori per verificare lo stato di ebrezza alcolica e di alterazione psicofisica correlata all'uso di sostanze stupefacenti. Da mettere in campo, scrive, operazioni di sorveglianza ad “alto impatto”. In pratica: aumentare il numero delle pattuglie in determinati giorni, impiegandole nello stesso tipo di controllo.
Insomma, chi sbaglia deve beccarsi la giusta sanzione amministrativa e, magari, qualche punto tolto dalla patente. Mettere mano al portafoglio, specialmente con i tempi che corrono, potrebbe convincere i più riottosi a diventare automobilisti smart. Le strade hanno concorso, per la loro parte, allo sviluppo dei territori. Sono state, e sono, un volano di crescita economica e sociale. Facciamo in modo che restino tali.