Infrastrutture strategiche, sulla riduzione delle risorse disponibili
Interrogazione Parlamentare n. 5-06577 dell'On Mannino e la risposta del Sottosegretario Umberto Del Basso De Caro
CAMERA DEI DEPUTATI
VIII COMMISSIONE Ambiente, territorio e lavori pubblici
Mercoledì 7 ottobre 2015
Interrogazione n. 5-06577: Riduzione delle opere infrastrutturali prioritarie operata dal Programma delle infrastrutture strategiche.
TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
l'articolo 10, comma 8, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, stabilisce che, in allegato al documento di economia e finanza (DEF), venga presentato il programma delle infrastrutture strategiche (PIS) previsto dall'articolo 1, comma 1, della legge n. 443 del 2001;
l'XI allegato infrastrutture al documento di economia e finanza (DEF) del 2013, relativo al programma infrastrutture strategiche (PIS) per gli anni 2014-16, ha registrato l'intesa della Conferenza unificata il 16 aprile 2014 e successivamente, in data 1o agosto, parere favorevole da parte del CIPE;
il XII allegato infrastrutture alla nota di aggiornamento del DEF 2014, trasmesso, al Parlamento il 3 ottobre 2014 – contenente la tabella 0 di avanzamento del programma infrastrutture strategiche – costituisce il quadro programmatico di riferimento per la programmazione comunitaria 2014-2020;
il programma per le infrastrutture strategiche (PIS), nel periodo compreso tra il 2002 ed il 2014, prende in considerazione 419 infrastrutture, per un impegno finanziario di 383 miliardi 857 milioni di euro; di questi, ben 285,2 miliardi sono relativi a interventi presenti nella tabella 0 del XII allegato infrastrutture alla nota di aggiornamento del DEF 2014;
l'aggiornamento del programma delle infrastrutture strategiche (PIS) allegato al DEF 2015, reca le linee guida in base alle quali verrà definito, entro settembre 2015, un unico documento pluriennale di pianificazione (DPP), introdotto dal decreto legislativo 29 dicembre 2011, n. 228, che includerà e renderà coerenti la pianificazione e la programmazione degli investimenti delle opere pubbliche;
l'allegato infrastrutture al DEF 2015 presenta alcune novità rilevanti che rispondono a esigenze da tempo emerse a livello europeo e nazionale; il documento opera una significativa riduzione del numero delle opere strategiche identificando 25 opere prioritarie, per un costo totale di 70,9 miliardi di euro e coperture finanziarie pari a 48 miliardi di euro;
le suddette opere infrastrutturali prioritarie sono state selezionate – ai sensi di quanto disposto dal comma 1-bis dell'articolo 161 di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006, inserito dall'articolo 41, comma 1, del decreto-legge n. 201 del 2011 – sulla base di una valutazione di coerenza con l'integrazione con le reti europee e territoriali, dello stato di avanzamento e della possibilità di prevalente finanziamento con capitale privato;
il programma delle infrastrutture strategiche (PIS) 2015 – nella individuazione di quelle opere che possono essere definite le «priorità delle priorità» su scala nazionale sulla base dei criteri di effettiva rilevanza dal punto di vista delle analisi Swot – sembra prediligere gli interventi relativi alla rete ferroviaria riservando meno spazio al comparto stradale;
esistono, ancora oggi, significative differenze nella densità e nella qualità delle infrastrutture stradali di interesse nazionale tra macro aree del Paese e le recenti notizie riguardanti gli ennesimi crolli e cedimenti in Sicilia (crollo del viadotto Imera I sull'autostrada A19 del 10 aprile 2015, cedimento del viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento del 30 dicembre 2014, crollo, lungo la strada statale 626, del viadotto Petrulla il 7 luglio 2014 e del viadotto Geremia Il in data 28 maggio 2009 e crollo del viadotto sul fiume Verdura lungo la strada statale 115 il 2 febbraio 2013) non fanno che confermare l'inadeguatezza, e in qualche caso l'assoluta carenza, degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle opere infrastrutturali, in particolare quelle stradali;
sul tema, è stata già presentata un'interrogazione a risposta in Commissione – n. 5/03214 del 14 luglio 2014, prima firmataria la deputata Mannino Claudia – relativa all'attuazione del programma degli interventi di manutenzione straordinaria di ponti, viadotti e gallerie della rete stradale di interesse nazionale in gestione ad ANAS spa; il Sottosegretario di Stato infrastrutture e trasporti ha ricordato che, con i predetti programmi di manutenzione straordinaria, è stato previsto, per la rete stradale siciliana, un finanziamento di 37,9 milioni di euro (ex articolo 18, comma 10, del decreto-legge n. 69 del 2013) per n. 3 interventi e un finanziamento di 49,5 milioni di euro (ex articolo 1, comma 70, della legge n. 147 del 2013) per n. 33 interventi;
lo schema di Contratto di programma di Anas 2015 – integrato da un piano quinquennale degli investimenti da realizzarsi nell'arco temporale 2015-2019 – prevede una spesa complessiva pari a circa 20 miliardi di euro, di cui 17,5 per nuovi interventi e 2,5 per manutenzione straordinaria;
il decreto-legge n. 69 del 2013 cosiddetto «del fare» convertito, con modificazioni dalla legge n. 98 del 2013, la legge di stabilità 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147) ed il decreto-legge n. 133 del 2014 cosiddetto «Sblocca Italia» convertito con modificazioni, dalla legge n. 164 dell'11 novembre 2014 hanno destinato al programma ponti, viadotti e gallerie circa 950 milioni di euro, di cui attualmente disponibili circa 850 milioni;
sono, ad ogni modo, numerose le opere, soprattutto nel Mezzogiorno, contenute nella tabella 0 del XII allegato infrastrutture alla nota di aggiornamento del DEF 2014 – non ricomprese nel Programma delle infrastrutture strategiche (PIS) 2015 – che, oltre a possedere una particolare rilevanza strategica, hanno ricevuto una piena copertura finanziaria e che, pertanto, sarebbero meritevoli di essere reinserite all'interno dell'elenco degli interventi considerati prioritari per il Paese;
si ritiene – fermo restando le risorse nazionali e comunitarie da destinare alle opere infrastrutturali stradali – che gli oltre 300 miliardi di euro ottenuti dalla drastica riduzione del numero delle opere infrastrutturali strategiche dovrebbero poter essere utilizzati per colmare il gap infrastrutturale, ancora oggi esistente, tra il Mezzogiorno ed il resto del Paese favorendo investimenti per attività di pianificazione volte alla ristrutturazione e al rilancio delle opere infrastrutturali esistenti –:
se il Governo, alla luce della volontà di superare «la legge obiettivo», sia in grado di quantificare il possibile risparmio ottenuto dalla riduzione del numero delle opere infrastrutturali prioritarie operata dal programma delle infrastrutture strategiche (PIS) 2015 e se abbia già operato una scelta su come utilizzare dette risorse, tra interventi di messa in sicurezza del territorio – come dissesto e bonifiche – e nuove opere, come il ponte sullo stretto, sulla cui realizzabilità la Camera si è espressa favorevolmente.
TESTO DELLA RISPOSTA DEL SOTTOSEGRETARIO UMBERTO DEL BASSO DE CARO
Il superamento della legge Obiettivo per volontà del Governo e del Legislatore, come si sta affermando nei passaggi parlamentari della «Delega Appalti», comporta la necessità di rivedere l'attuale sistema programmatorio, con il concorso attivo delle regioni e delle realtà territoriali, per conseguire gli obiettivi della celere conclusione delle opere in corso e la definizione di priorità condivise sulle opere da avviare, con una particolare attenzione alla corrispondenza risorse-programmazione e la gestione attraverso le procedure ordinarie, superando quindi l'impianto della legge n. 443 del 2001.
Sempre in questa direzione sono stati predisposti e approvati due rilevanti strumenti di pianificazione strategica quali il Piano per la portualità e la logistica e il Piano aeroporti.
Per quanto attiene all'allegato infrastrutture, fermo restando i 25 interventi già stabiliti nell'allegato al DEF, si segnala che è in corso il monitoraggio di tutti gli interventi di cui alla delibera CIPE del 1o agosto 2014.
Tale monitoraggio consentirà di stabilire le diverse tipologie di intervento che saranno così suddivise:
interventi realizzati;
interventi in fase di realizzazione che già dispongono della copertura finanziaria;
interventi iniziati ma che necessitano di ulteriori risorse finanziarie per poter proseguire;
interventi indicati nella delibera CIPE del 1o agosto 2014 privi di obblighi giuridicamente vincolanti e di copertura finanziaria.
Parallelamente a tale puntuale azione di monitoraggio, il Governo, d'intesa con le regioni, sta predisponendo un rinnovato quadro della programmazione infrastrutturale che tiene conto delle istanze avanzate dalle regioni stesse e delle linee guida descritte nella prima parte dell'allegato al DEF.
Nel contempo, il MIT è impegnato a redigere le linee guida del documento di programmazione pluriennale che rappresenterà la cornice strategica che a valle del confronto con la Conferenza Unificata offrirà il nuovo quadro strategico delle priorità. In questo contesto il superamento del gap infrastrutturale del sud, di cui fanno parte anche opere previste nelle precedenti programmazioni, è certamente una priorità. A titolo esemplificativo possiamo citare i 60 miliardi, derivanti dalla conclusione della programmazione 2007-2013 e dalla programmazione 2014-2020, del Fondo sviluppo e coesione di cui ben oltre l'80 per cento destinati al sud, così come gli 842 milioni di finanziamenti ordinari del Contratto di programma ANAS 2015-2019 previsti per la manutenzione della A19 con l'introduzione anche di tecnologie per il controllo remoto delle infrastrutture e per la sicurezza. Il combinato disposto delle attività in corso andrà a definire il quadro dei fabbisogni in termini di risorse da confermare, programmare e riprogrammare.
TESTO DELLA REPLICA DELL’INTERROGANTE
Claudia MANNINO (M5S), lamentando l'esiguità delle risorse a disposizione, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del sottosegretario.