Iniziative in materia di politiche di sviluppo per il Mezzogiorno, con particolare riferimento alla dotazione del Fondo per le aree sottoutilizzate
L'interrogazione 302196 di Misiti e la risposta del Viceministro dell'Economia e delle finanze, Vittorio Umberto Grilli
CAMERA – AULA
11.4.2012
(Iniziative in materia di politiche di sviluppo per il Mezzogiorno, con particolare riferimento alla dotazione del fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) - n. 3-02196)
TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i principali organismi istituzionali italiani, europei e internazionali ritengono che per far decollare l'economia italiana occorra sviluppare il Mezzogiorno;
le indagini statistiche dei più importanti istituti di ricerca (Svimez, ufficio studi Banca d'Italia, Istat, uffici studi Osce ed altri) dimostrano che nel Sud Italia la disoccupazione giovanile e, in particolare, femminile risulta in percentuale tra le più alte dell'intero continente;
l'emigrazione giovanile verso il Nord Italia e gli altri Paesi europei ha raggiunto valori così elevati, tali da far considerare le regioni meridionali «spopolate» della maggioranza della popolazione intellettuale, con dannosi effetti sulla stessa formazione della nuova classe dirigente meridionale;
la crisi economica in atto, diversamente da quanto avvenuto in quella del 2008 quando la preponderanza dei lavoratori pubblici rispetto a quelli privati ha salvaguardato in qualche modo il potere d'acquisto delle famiglie, colpisce duramente più che altrove l'occupazione in tutti i settori, riducendo sensibilmente le disponibilità finanziarie dei cittadini e delle piccole imprese presenti nel territorio, soprattutto quelli operanti nel turismo e nell'agricoltura;
la stretta del credito per questi operatori rischia di far fallire le imprese degli unici comparti che hanno retto fino al 2010;
gli effetti del patto di stabilità e delle minori entrate nei bilanci dei comuni contribuiscono alla recessione e alla drastica riduzione dell'occupazione negli enti legati alle amministrazioni locali;
i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione verso le imprese che hanno eseguito lavori pubblici e verso le aziende private che operano nel campo sanitario, complice anche la stretta sul credito, costringono molte di queste a portare i libri in tribunale;
il gap infrastrutturale rispetto al Nord del Paese, aggravatosi nell'ultimo decennio, se non verrà superato al più presto, costituirà un ulteriore ostacolo alla ripresa economica del Sud;
la carenza di trasporti pubblici locali e nazionali, dovuta a scelte delle aziende di Stato che hanno comportato tagli indiscriminati dei servizi ferroviari e navali, ha contribuito ad aggravare il disagio dei cittadini;
il fondo per le aree sottoutilizzate, istituito con la legge finanziaria per il 2003 e modificato con la legge finanziaria per il 2007, è lo strumento di finanziamento - con risorse aggiuntive nazionali - delle politiche di sviluppo per le aree ottoutilizzate del Paese, insieme alle risorse ordinarie, comunitarie e nazionali di cofinanziamento;
nella legge finanziaria per il 2007 era prevista per il settennio 2007-2013 una dotazione per il fondo per le aree sottoutilizzate di 63,3 miliardi di euro, di cui 53,7 miliardi erano destinati al Mezzogiorno;
il Cnel ha fatto il quadro della politica di programmazione 2007-2013 dei fondi europei e dei fondi per le aree sottoutilizzate, certificando che 28 miliardi di euro di questi ultimi, sono stati sottratti al Mezzogiorno d'Italia -:
se il Governo sia intenzionato ad assegnare al tema dello sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno una valenza prioritaria nell'ambito della politica economica nazionale e di quella comunitaria di coesione e ad assumere politiche in grado di favorire la localizzazione di nuove attività produttive, agendo sulla fiscalità di vantaggio per attrarre capitali, nonché sulla politica infrastrutturale per superare il gap con il resto del Paese, completando il sistema ferroviario e quello autostradale nelle regioni meridionali.
PRESIDENTE. L'onorevole Misiti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02196, concernente iniziative in materia di politiche di sviluppo per il Mezzogiorno, con particolare riferimento alla dotazione del fondo per le aree sottoutilizzate (FAS)
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, è noto che il PIL pro capite del Mezzogiorno d'Italia è circa la metà di quello del nord del Paese. La crisi economica ha colpito il Mezzogiorno facendone regredire ancora di più la già depressa economia. La disoccupazione giovanile femminile ha raggiunto livelli nel sud paragonabili a quelli dei Paesi dell'est più povero. Il gap infrastrutturale, anche rispetto al nord, costituisce un ulteriore ostacolo alla ripresa economica del Mezzogiorno. Ventotto miliardi di fondi FAS sono stati sottratti al sud come certifica il CNEL.
Noi domandiamo al Governo quale politica economica ha in programma per invertire queste tendenze dell'economia meridionale, consentendo così all'Italia di salvarsi e in quale direzione vuole investire i fondi FAS futuri e quelli da recuperare. Noi di Grande Sud diciamo che i FAS e i fondi comunitari vanno concentrati su grandi infrastrutture ferroviarie: Napoli-Palermo e Napoli-Bari.
PRESIDENTE. Il Viceministro dell'economia e delle finanze, Vittorio Umberto Grilli, ha facoltà di rispondere.
VITTORIO UMBERTO GRILLI, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante per il quesito da egli posto. Al riguardo si fa presente che, nell'ottica di incentivare l'occupazione per il tramite dell'investimento di capitali nelle regioni del Mezzogiorno, l'articolo 2 del decreto-legge 13 maggio 2011 n. 70, convertito nella legge 12 luglio 2011, n. 106 e di recente modificato dall'articolo 59 del decreto-legge 9 febbraio 2012, ha introdotto un credito di imposta di favore dei datori di lavoro che, nel periodo compreso tra il 14 maggio 2011 ed il 13 maggio 2013, assumano in tali aree territoriali lavoratori dipendenti a tempo indeterminato definiti nell'accezione comunitaria «svantaggiati» o «molto svantaggiati».
L'agevolazione rientra tra gli strumenti specifici previsti a livello europeo dal Patto Euro plus del 24 e 25 marzo 2011 al fine della promozione della produttività nelle regioni europee in ritardo di sviluppo e risponde ai requisiti attualmente previsti dalla Commissione europea. Attualmente i lavori di predisposizione del decreto attuativo sono ormai in fase di ultimazione. Al fine di favorire lo sviluppo del Paese, in particolare nel Mezzogiorno, sono state previste misure finalizzate ad incrementare la dotazione infrastrutturale, introducendo agevolazioni fiscali per attrarre investimenti di capitali privati.
Inoltre, il Governo sta valutando una serie di ulteriori misure, sempre finalizzate all'attrazione di detti capitali. Per ciò che concerne le misure già in atto, l'articolo 18 della legge di stabilità per il 2012 ha previsto la possibilità di finanziare infrastrutture mediante defiscalizzazione. In particolare, è previsto che possa essere ridotto o azzerato il contributo pubblico a fondo perduto per le società di progetto relativo alle nuove strutture stradali o autostradali da realizzarsi con il sistema di finanza a progetto, nonché per le nuove opere di infrastrutturazione ferroviaria e metropolitana e di sviluppo ed ampliamento dei porti e dei collegamenti stradali e ferroviari inerenti ai porti nazionali appartenenti alla rete strategica europea.
Per quanto concerne poi, come richiesto, la realizzazione di infrastrutture nelle regioni meridionali, il Governo ha dato corso ad una operazione che garantisce al Mezzogiorno un valore globale di risorse pari a 9,6 miliardi di euro. Tale azione è stata caratterizzata sia dallo sblocco di interventi adottati approvati dal CIPE prima del 31 dicembre 2008, ma mai cantierati, sia attraverso l'utilizzo dell'apposito fondo per le infrastrutture strategiche, sia attraverso la conferma di interventi ritenuti indifferibili.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
VITTORIO UMBERTO GRILLI, Viceministro dell'economia e delle finanze. In particolare ricordo, in primo luogo, il Piano per il sud, approvato il 13 agosto 2011 e registrato alla Corte dei conti il successivo 28 dicembre. In secondo luogo, per quanto riguarda gli interventi per il Mezzogiorno inseriti nel Piano per il sud, si provvederà alla redazione di appositi contratti infrastrutture e sviluppo, i cosiddetti CIS.
A tale riguardo, il Governo ha stabilito che tali contratti siano stipulati per i corridoi stradali e ferroviari. È già pronto, peraltro, il contratto per il corridoio Napoli-Bari, che a tutti gli effetti rappresenterà il primo esperimento di CIS e, quindi, consentirà l'avvio immediato dell'intera procedura.
Sempre nell'ambito del Piano per il sud vi sono quote finanziarie per dare l'avvio ad altri interventi strategici, tra i quali è possibile in questa sede evidenziare gli interventi stradali per la Termoli-San Vittore, l'asse ferroviario Napoli-Bari-Lecce-Taranto e l'asse Salerno-Reggio Calabria.
PRESIDENTE. L'onorevole Misiti ha facoltà di replicare.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, intanto la ringrazio per aver fatto un riassunto delle questioni che riguardano gli argomenti che ho sollevato nell'interrogazione a risposta immediata. D'altra parte questo tipo di risposte era già abbastanza noto perché noi abbiamo sempre seguito tale questione. Tuttavia, non vediamo un impegno nuovo e successivo perché la fiscalità di vantaggio ancora è di là da venire e speriamo che essa abbia degli effetti positivi. Abbiamo però delle certezze, rappresentate ad esempio dal mancato studio di fattibilità del quadruplicamento ferroviario che va da Salerno a Palermo.
Lei capisce che se non c'è questo investimento le ferrovie del Mezzogiorno rimarranno un secolo indietro rispetto a tutto il resto del Paese. Parliamoci chiaro, questo è un fatto che dipende molto dalla situazione delle ferrovie. Per esempio, noi abbiamo il sistema ferroviario italiano che è un unicum, è un sistema ferroviario in cui c'è una holding da cui dipendono tutti gli altri; sono 15 le società che dipendono, e il controllo avviene solo dal punto di vista finanziario, nel senso che ogni anno si approva il bilancio e basta.
Quindi riteniamo che bisogna avere una chiarezza sul recupero dei fondi FAS perduti, ossia 28 miliardi di euro che il CNEL ha segnalato, ha certificato, e questi vanno concentrati nelle infrastrutture ferroviarie che sono le uniche dove non è possibile in qualche modo attirare fondi privati. Su quelle stradali e autostradali ciò è possibile e vedremo come; seguiremo l'impegno del Governo e speriamo che il Governo accolga il nostro desiderio di arrivare a realizzazioni concrete.