L'Allegato Infrastrutture 2012: un nuovo impulso allo sviluppo
Rivisitati i criteri generali di pianificazione e riallocazione delle risorse del Piano Infrastrutture Strategiche
Roma, 8 maggio 2012 - Il 18 aprile scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di Economia e Finanza 2012, che costituisce il più importante documento di programmazione della politica economica e di bilancio nazionale, adottato nel quadro del Semestre europeo per il conseguimento degli obiettivi di crescita, sostenibilità e coesione sociale definiti nella Strategia Europa 2020
Il relativo esame parlamentare si è concluso il 26 aprile, con l'approvazione di una risoluzione, da parte di entrambi i rami del Parlamento, che, nel condividere i contenuti del Documento Economico, reca alcuni indirizzi al Governo in ordine alle future azioni da compiere ai fini del conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e per l'attuazione del programma di riforme contenute nel DEF.
Il documento contiene, nell’Allegato Infrastrutture, una rivisitazione programmatica del Programma delle Infrastrutture strategiche, avviata nell’intento di consolidare l'efficacia delle assegnazioni sinora effettuate ; in coerenza con quanto previsto dall’art.161 comma 1 ter del Decreto Legislativo 163/2006, infatti, vengono indicate come prioritarie
- le infrastrutture già avviate
- i progetti esecutivi approvati
- gli interventi per i quali ricorre la possibilità di finanziamento con capitali privati.
Tre le linee generali lungo le quali si muove il piano degli interventi:
- la realizzazione delle tratte italiane dei quattro corridoi “Adriatico- Baltico”, “Mediterraneo”, “Helsinki – La Valletta”; "Genova – Rotterdam”
- la conseguente priorità dell’integrazione tra tali infrastrutture, la rete e i nodi che, pur non compresi nel Piano, rivestano un ruolo strategico nel tessuto nazionale e regionale.
- una nuova versione della panificazione strategica che conduca ad una più razionale visione d'insieme di quanto utile allo sviluppo del Sistema Paese.
Dell'intento metodologico e sistematico con il quale la rivisitazione predetta è condotta nel DEF 2012, è un buon indice la stessa struttura dell’Allegato Programma di infrastrutture Strategiche, suddiviso in quattro elenchi dei quali diamo qualche cenno di seguito , rimandando – come di consueto – i Lettori alla consultazione del testo per maggiori e più puntuali acquisizioni dei contenuti.
Nell'Elenco opere confermate (articolo 32, comma 7, della legge n. 111 del 2011) balza agli occhi il rilevante il volano di risorse (4.9 miliardi ) riferito ad interventi programmati ed approvati dal Cipe prima del 31 dicembre 2008 che il Governo ha voluto confermare per dare continuità a decisioni già assunte e consentire l’avvio della cantierizzazione delle opere; nell' Elenco opere indifferibili ( art. 33, comma 3 della legge 183 /2011) segnaliamo invece la ricollocazione - a gravare sul Fondo di cui all’art. 33 della legge 183 del 2011 degli interventi, precedentemente privati di copertura finanziarie per effetto del DPCM 28 settembre 2011. Una ulteriore ricognizione d'insieme della allocazione dlle risorse destinate allo sviluppo del sistema infrastrutturale italiana è, poi compiuta dall'Elenco interventi finanziati con il Fondo Infrastrutture (articolo 32, comma 1, della legge n. 111 del 2011) e dall' Elenco interventi approvati nelle sedute del CIPE ( 6 dicembre 2011, 20 gennaio 2012 e 23 marzo 2012) che mette in evidenza la serie di progetti approvati, rendendo possibile una concreta quantificazione delle risorse disponibili per l’avvio di cantieri nei prossimi mesi. La "chiusura sistematica" del documento è affidata al Quadro riepilogativo del PIS che reca l’elenco di tutte le opere con l’allocazione del singolo intervento in otto distinte famiglie programmatiche.
Non basta. Uno sguardo di massima a quanto contenuto negli Allegati al Def consente di rilevare come le priorità nazionali - individuate con i criteri di cui sopra - vengano fatte coincidere con il sottoinsieme delle infrastrutture strategiche essenziali per la rete Ten – T . La conseguenza - almeno nelle dichiarate intenzioni del Governo - non è cosa da poco. Un tale allineamento dei due gruppi di infrastrutture dovrebbe consentire, infati, non solo di abbinare un valore aggiunto di crescita europea al valore aggiunto della crescita nazionale ma anche di utilizzare al meglio i cofinanziamenti europei per le medesime opere.