Liberalizzazioni, nel piano rispunta l'attribuzione all'Autorità dei Trasporti della regolazione del settore autostradale
Allo studio anche lo scorporo di Rfi dalla holding Fs
Nel piano all'esame del governo si legge che l'authority provvede "a garantire condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture e alle reti, autostradali, ferroviarie, aeroportuali, portuali e alla mobilità urbana collegata a stazioni, aeroporti e porti; a definire, se ritenuto necessario in relazione alle condizioni di concorrenza effettivamente esistenti nei singoli mercati, i criteri per la fissazione da parte dei soggetti competenti delle tariffe, dei canoni e dei pedaggi, tenendo conto dell'esigenza di assicurare l'orientamento ai costi e l'equilibrio economico delle imprese regolate, alla luce degli oneri di servizio pubblico imposti e delle eventuali sovvenzioni pubbliche concesse;a stabilire le condizioni minime di qualità dei servizi di trasporto connotati da oneri di servizio pubblico o sovvenzionati; a definire gli schemi dei bandi delle gare per l'assegnazione dei servizi di trasporto in esclusiva e delle convenzioni da inserire nei capitolati delle medesime gare".
In materia autostradale, ancora non è chiaro il confine delle competenze tra le competenze della nuova Autorità e quelle dell'Agenzia nazionale delle strade, che dovrebbe diventare operativa a marzo presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Quel che è certo è invece che sarà la nuova Autorità dei trasporti a dover stabilire l'incremento del numero delle licenze dei taxi; consentire a un medesimo soggetto di avere la titolarità di più licenze; prevedere la possibilità di rilasciare licenze part time e consentire ai titolari di licenza una maggiore flessibilità nella determinazione degli orari di lavoro. Prevista anche la possibilità di taxi a uso collettivo o altre forme.
Il Governo avrebbe allo studio anche una mezza rivoluzione del sistema delle concessioni autostradali, con la possibilità di rivedere "entro il 31 dicembre 2012 e con effetto dall'anno successivo, i sistemi tariffari dei pedaggi relativi alle concessioni in essere, applicando il metodo del price cap, con determinazione dell'indicatore di produttività x a cadenza quinquennale per ciascuna concessione". La norma prevede che "in caso di mancata determinazione dei nuovi criteri tariffari nel termine indicato, i livelli delle tariffe restano fissati a quelli definiti nel 2012 e non possono subire alcun incremento fino alla rideterminazione secondo il metodo previsto nel periodo precedente". Compito dell'Authority è, inoltre, quello di "definire gli schemi di concessione da inserire nei bandi di gara relativi alla gestione o costruzione; definire gli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti i concessionari autostradali; definire gli ambiti ottimali di gestione delle tratte autostradali, allo scopo di promuovere una gestione plurale sulle diverse tratte e stimolare la concorrenza per confronto".
Secondo il Sole 24 Ore, nella bozza vi sarebbe anche una norma che liberalizza totalmente l'apertura di aree di servizio lungo il tracciato autostradale. Attualmente è la concessionaria ad affidare il servizio, generalmente con una gara. In futuro, invece, chiunque abbia un terreno disponibile, potrà costituire l'area di servizio, senza bisogno di acquisire la subconcessione dalla concessionaria principale.
Un corposo capitolo della bozza riguarda il settore ferroviario. In particolare il decreto potrebbe disporre la "indipendenza di Rete ferroviaria italiana dalle imprese operanti nel settore dei trasporti". Le azioni della società Rete ferroviaria italiana dovrebbero essere cedute al Ministero dell`Economia e delle finanze, che eserciterebbe i diritti dell`azionista d`intesa con il Ministero dello sviluppo economico. In pratica Rfi, la società delle Ferrovie dello Stato che attualmente gestisce gli orari e le linee di ferro, verrebbe scorporata dalla holding Fs e riportata sotto l'ombrello del Tesoro. La liberalizzazione dell'accesso alla rete, nelle intenzioni del governo, dovrebbe consentire di aumentare la concorrenza nel settore, poiché Trenitalia non potrebbe più godere di corsie preferenziali rispetto ai competitor (a partire da Ntv) per richiedere eventuali autorizzazioni, tracce orarie, linee. Una misura che non piace ad Fs e sindacati. "Dove la rete è stata separata dal servizio come in Gran Bretagna - ha detto l'AD di Fs Mauro Moretti - abbiamo avuto effetti negativi sui costi sopportati direttamente dai cittadini. Ma anche lo Stato ha sborsato molto di più, oltre il 200 per cento a valori monetari costanti".
L'altra novità per il settore ferroviario potrebbe essere l'abbandono dell'obbligo per i concorrenti di adottare un contratto nazionale di lavoro di settore. La bozza infine, secondo il Sole 24 Ore, prevederebbe anche la messa in gara dei servizi ferroviari locali, con l'abolizione della deroga che veniva riservata al trasporto ferroviario regionale dalla disciplina generale sui servizi pubblici locali. Le Regioni sarebbero quindi obbligate a mettere a gara i treni per i pensolari e non potranno rinnovare, alla scadenza, i contratti con trenitalia per altri sei anni senza fare gare.