Mobilità, verso la riforma del Codice della strada
Lo spiega il Sottosegretario D'Angelis. Nel nuovo testo meno articoli ma regole più precise per tutti
Torino, 19 novembre 2013 – Occorre mettere mano alla riforma del Codice della strada. E’ l’opinione del Sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Erasmo D’Angelis che interviene oggi all’incontro: “La bicicletta è un veicolo! Velocipedi in città e Codice della Strada”, organizzato da Anci e dal Comune di Milano. “Il Codice della strada va riformato al più presto – dice D’Angelis - l’iter è già partito in Parlamento e l’obiettivo è semplificarlo scendendo a 70/80 articoli a fronte degli oltre 230 di oggi”. Il traguardo che vuole raggiungere l’esecutivo, in realtà, è quello di “tutelare gli utenti più vulnerabili della strada come ciclisti e pedoni e diminuire drasticamente il numero degli incidenti”. Per comprendere la portata della riforma, basta sapere che oggi ci sono oltre 1200 tra ciclisti e pedoni vittime della strada ogni anno nel nostro Paese.
“Nel nuovo Codice – dice ancora D’Angelis -, ci saranno diritti e doveri per tutti gli utenti, anche i ciclisti devono osservare le regole e conoscere il Codice”. Per questo, è iniziata la nuova campagna del Ministero per la sicurezza stradale e nei prossimi mesi ne sarà realizzata una dedicata alla due ruote a dimostrazione dell’attenzione nei confronti degli utenti più in pericolo sulle nostre strade.
“Ci siamo stancati di applaudire da lontano i passi avanti di città modello in Europa – commenta ancora D’Angelis -, i nostri ambiti urbani sono unici al mondo, dobbiamo tutelarli e passare dalle slides dei convegni ai fatti, con normative, tutele, semplificazioni. Abbiamo l'obbligo di recuperare il tempo perduto e ribaltare la gerarchia dei mezzi di trasporto, mettendo fine al predominio culturale e fisico dell'auto privata. Non è guerra all'auto ma all'abuso dell'auto”.
Il Sottosegretario, poi, pone l’accento sul fatto che “le nostre città non sono più autocentriche, come negli anni del boom della motorizzazione, ma c'è una forte domanda di mezzi pubblici, di aree pedonali, di zone 30 km/h e finalmente di un intelligente investimento sulla bicicletta sempre più mezzo di trasporto quotidiano”. Secondo D’Angelis, quindi, ci sono “forti segnali che arrivano da sindaci e cittadini con città a portata di bici e pedoni. Le due ruote sono ormai un mezzo di trasporto quotidiano, le norme devono andare in questa direzione”.