Pagamenti Pa, Tajani: "Italia colmi le lacune normative o ci sarà procedura di infrazione"
Il vicepresidente della Commissione: "Aspetto risposte entro il prossimo 4 ottobre"
Bruxelles, 13 settembre 2013 - Il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ha incontrato a Roma Ance e Confartigianato per discutere dei primi riscontri dell'applicazione della direttiva europea sui ritardi dei pagamenti della Pubblica amministrazione. “Entro il 4 ottobre aspetto risposte dall'Italia per colmare le lacune. Se ci saranno risposte soddisfacenti da parte dell'Italia non si aprirà una procedura di infrazione” ha annunciato Tajani che però ha avvertito “altrimenti sarò costretto ad aprirla. Come Ue continueremo a monitorare la situazione in Italia, la direttiva ha smosso le acque ma non è ancora stata recepita nella sua interezza”.
Secondo l'Ance è di 235 giorni il ritardo medio con cui le Pa pagano le imprese, tempi ancora troppo lunghi. Per il presidente Paolo Buzzetti “il primo semestre del 2013 è stato il peggiore da molto tempo a questa parte per la puntualità dei pagamenti”, e così “molte amministrazioni stanno rinunciando a sottoscrivere nuovi contratti perché non sono in grado di rispettare i tempi dettati dalla normativa europea”. Per l'Associazione nazionale costruttori edili però ci sono anche segnali positivi, il decreto sblocca-debiti del Governo starebbe funzionando e ad oggi 4 miliardi sui 7,5 previsti dal decreto sono stati pagati alle ditte di costruzione. Continuare su questa strada non potrebbe quindi che avere effetti positivi per l’economia del Paese. “Basti pensare che l’effetto dei pagamenti previsti dal decreto del governo alle imprese di costruzione sull’intera economia è di oltre 6 miliardi e mezzo” ha sottolineato Buzzetti.
Tajani però ha parlato di “luci e ombre” nella normativa italiana e ha ribadito che il limite dei 60 giorni sui pagamenti è a carattere eccezionale secondo le normative Ue, rispetto ai normali 30 giorni, e che questo nelle normative italiane non emerge sufficientemente perché il “il testo è troppo elastico” e “le prassi gravemente inique non vengono proprio menzionate”. Per il vicepresidente quindi “resta molto da fare, non sono soddisfatto, anche la cifra di 50 miliardi” prevista dal Governo “non è esaustiva del debito pregresso e per me si deve pagare tutto il debito pregresso della Pa nei confronti delle imprese prima che entri in vigore il Fiscal Compact” dice.
Rispondendo all'intervento della Banca centrale europea, che aveva paventato il rischio deficit, Tajani ha rassicurato che “rispetto a quel che ha detto ieri la Bce non c'è alcun problema perché l'80%” dell'intervento “va sul debito e il 20% a deficit e può essere spalmato su più anni, quindi non c'è problema per lo sforamento del 3%”. Tajani ha quindi chiesto al Governo di annunciare “quanto prima l'entità dell'intero debito pregresso dello Stato verso le imprese in modo che si paghi tutto: è la più grande manovra economica che si possa fare in Italia per uscire dalla crisi”.