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Briciole di pane

Passi carrabili, è possibile agevolare l'utenza?

L'interpellanza n. 2-00937 dell'On. Prataviera e la risposta del Sottosegretario Umberto Del Basso De Caro

CAMERA DEI DEPUTATI

AULA

24 aprile 2015

 

Interpellanza n. 2-00937 :  Iniziative volte a ridurre gli aggravi economici derivanti dagli aumenti dei canoni sui passi carrabili disposti da ANAS Spa 

 

TESTO DELL’INTERPELLANZA

 

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:


i passi carrai, ai sensi dell'articolo 22 del codice della strada, rientrano nella fattispecie degli «accessi e diramazioni» e consistono in interventi sull'infrastruttura viaria che consentono immissioni di veicoli da e verso un'area privata laterale e che, come tali, esulano dall'uso ordinario della strada, concretandone un uso eccezionale che deve, quindi, essere assentito, mediante un apposito provvedimento, dall'ente proprietario della strada interessata;


se l'accesso o la diramazione insistono sulla rete stradale di interesse nazionale la competenza è della società ANAS spa, ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 143 del 1994, richiamato anche dall'articolo 7, comma 2, del decreto-legge n. 138 del 2002, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 178 del 2002;


ai sensi della legge n. 449 del 1997, cioè a partire dal lontano 1998, sono iniziati, in base a particolari tabelle e coefficienti di calcolo, gli aumenti unilaterali da parte della società ANAS spa del canone sui passi carrai, che hanno comportato aggravi discrezionali al punto che, in alcune regioni, in particolare in Veneto, sono arrivati anche all'8.000 per cento;


così, privati ed imprese i cui accessi insistono su strade statali si sono ritrovati a dover pagare altissimi canoni di concessione verificandosi in tal modo una disparità di trattamento non solo con chi ha accessi su strade non statali ma anche tra cittadini delle diverse regioni;


infatti, il comma 8 del citato articolo 27 del codice della strada, di cui al decreto legislativo n. 285 del 1992, prevedeva che nella determinazione della somma da versare all'ente rilasciante si dovesse tenere conto delle soggezioni che derivano alla strada o all'autostrada, del valore economico risultante dal provvedimento e del vantaggio che il beneficiario ricava dal provvedimento stesso;


questi criteri sono stati tradotti in una formula matematica, la cui applicazione è suscettibile di produrre canoni di diverso importo, in funzione dei fattori che la formula stessa prende in considerazione (tipologia di accesso, larghezza geometrica, importanza della strada e altro): tali criteri sono stati approvati unilateralmente dal consiglio di amministrazione della società ANAS;

a seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 133 del 2014 convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, l'articolo 16-bis del citato decreto-legge prevede che, per gli accessi esistenti su strade affidate alla gestione di Anas spa; a decorrere dalla 1o gennaio 2015 non è più dovuta alcuna somma fino al rinnovo dell'autorizzazione. Si stabilisce inoltre che le somme dovute e non corrisposte al 31 dicembre 2014, in base alla disciplina in vigore fino a tale data, sono ridotte nella misura del 70 per cento, a condizione che il versamento avvenga in un'unica soluzione ovvero nella misura del 40 per cento in nove rate annuali, oltre agli interessi legali;
tale previsione, comunque, nulla può di fronte agli importi altissimi cui devono far fronte i cittadini e gli imprenditori della regione Veneto i quali entro fine aprile 2015 dovranno corrispondere gli arretrati dovuti per importi che, in alcuni casi, si aggirano anche intorno ai 150/200 mila euro. Una vera catastrofe che, in una situazione di già grave crisi economica, si sta abbattendo su famiglie ed imprese e che sarà destinata, a meno di un tempestivo intervento, non solo a compromettere definitivamente gli aspetti legati alla vita famigliare ma anche a segnare in modo definitivo le attività imprenditoriali;


in tal senso, il difensore civico di Padova nella sentenza del 16 dicembre 2009 rilevando che «la legge n. 449 del 1997 attribuisce inevitabilmente ad ANAS un potere assoluto nell'adeguare le proprie entrate legittimando quest'ultima a pretendere dai titolari delle concessioni l'aumento dei canoni» ha affermato che: «È altresì necessario sottolineare come, se da un lato corrisponde al vero che il potere di autodeterminazione dei canoni attribuito ad ANAS trovi la propria legittimazione in una disposizione normativa statale (...), dall'altro lato è altrettanto evidente come, le situazioni sopra descritte, presentino notevoli aspetti di vessatorietà, iniquità nonché di contrasto con i principi fondamentali dell'ordinamento giuridico»; tale giudizio è stato poi condiviso dal difensore civico della regione Veneto –:
quali urgenti iniziative intenda adottare il Ministro interpellato al fine di evitare che cittadini ed imprese, destinatari delle cartelle di pagamento relative agli arretrati, i cui importi sono stati stabiliti in modo unilaterale dall'ANAS spa subiscano gravi pregiudizi personali ed economici;


se non intenda assumere iniziative, nelle opportune sedi di competenza, al fine di pervenire ad una sospensione delle riscossioni in attesa di una tempestiva definizione della questione, anche alla luce delle puntuali osservazioni dei difensori civici di cui sopra con particolare riferimento ai rilievi relativi al contrasto con i principi fondamentali dell'ordinamento giuridico


Testo della risposta del sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Del Basso De Caro

 

Premetto che i canoni ed i corrispettivi previsti dall'articolo 27 del codice della strada, nel cui ambito di applicazione rientrano gli accessi, passi carrabili aperti su qualsiasi strada italiana, non solo statale, vengono stabiliti unilateralmente dall'ente proprietario della strada stessa, perché solo quest'ultimo è in grado di valutare, con cognizione di causa, le soggezioni che derivano alla strada.

 

A maggior garanzia tanto del cittadino, quanto delle finanze pubbliche, i provvedimenti in materia da parte dell'ANAS sono, come è noto, periodicamente soggetti alla vigilanza governativa esercitata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Per inciso, l'ANAS segnala che tale controllo, in quasi venti anni di vigenza della legge n. 449 del 1997, non ha mai portato al rigetto o alla censura delle tabelle e dei coefficienti di calcolo applicati dalla medesima società.

 

Inoltre, l'ANAS riferisce che, per quanto attiene alla iperbolica cifra di 150-200 mila euro per canoni arretrati, somme di tale entità possono essere state raggiunte in casi specifici solo a seguito di morosità ultradecennale accumulatasi dal momento dell'accertamento di apertura degli accessi abusivi di natura commerciale o industriale, con richiesta delle indennità risarcitorie riferite ai cinque anni precedenti. A dette somme, comprensive di IVA ad aliquota ordinaria, si applica peraltro la disciplina agevolata introdotta dal decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, e relativa legge di conversione, la n. 164 del 2014, disciplina che per le somme dovute e non corrisposte consente di condonare fino al 70 per cento del dovuto.

Per quel che riguarda poi le doglianze sul mancato adeguamento dell'ANAS a quanto evidenziato nel 2009 dal difensore civico di Padova, è utile sottolineare che i canoni finora applicati dalla stessa ANAS ex articolo 27 del codice della strada hanno trovato piena legittimità giuridica in numerose decisioni anche successive delle supreme magistrature di legittimità (Corte di cassazione e Consiglio di Stato).


Infine, informo che presso i competenti uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in attuazione dell'articolo 55, comma 23-quinquies, della legge n. 449 del 1997, così come introdotto dal citato decreto-legge n. 133 «Sblocca Italia», è in corso di predisposizione il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti atto a regolamentare nel dettaglio la nuova disciplina degli accessi sulle strade ANAS.

 

La replica dell'interpellante

 

Purtroppo non sono soddisfatto e mi aspettavo sinceramente qualcosa in più di una semplice riproposizione di quelli che erano già i quesiti che avevo posto, o meglio delle considerazioni che avevo posto. Non c’è stata di fatto una risposta.

  Vede, signor sottosegretario, io posso capire anche il buonsenso nel momento in cui il legislatore – cioè noi – ha approvato, di fatto, la possibilità di venire incontro con uno sgravio fino al 70 per cento in caso di un'unica soluzione o fino al 40 per cento nel caso di una rateizzazione. Questo sarebbe stato un ragionamento giusto ed equo se tutti i cittadini di questo Paese avessero pagato gli stessi canoni, cosa che, come le ho dimostrato, non accade; ma accade solamente in Veneto in cui gli aumenti sono stati fatti all'8 mila per cento. Per questo è assolutamente iniquo, iniquo ed ingiusto; chi ha accumulato delle cifre importanti di pregresso non riesce a pagarle, proprio perché i canoni sono assolutamente spropositati, sono iniqui, sono ingiusti, sono ingiustificati anche, perché a fronte di quelle entrate che ANAS richiede non viene dato alcun servizio. La strada statale Romea, ad esempio, dove questi casi si registrano in larga misura, è una delle strade più pericolose d'Italia, è una delle strade meno ben tenute d'Italia in cui non solo le condizioni del manto stradale, ma anche gli incroci a raso, anche la manutenzione ordinaria e straordinaria sono assolutamente compromessi.

 

A fronte di tutto questo, i miei concittadini veneti devono pagare decine e decine di migliaia di euro in più rispetto ai colleghi imprenditori o concittadini che abitano in regioni a pochi chilometri di distanza.


È questa che deve essere considerata un'ingiustizia, l'ennesima ingiustizia nei confronti del popolo veneto perpetrata da parte dello Stato. A differenza di quanto diceva il collega di SEL poc'anzi quando si riferiva alla propria interpellanza, quando ha asserito che il Governo ruba i soldi agli investimenti per la Sicilia e quindi ruba i soldi ai siciliani perché non compie investimenti. In Veneto il Governo fa una cosa ancora peggiore: non realizza investimenti, quindi ruba i soldi per gli investimenti in Veneto; e ruba i soldi anche ai cittadini che hanno la sfortuna di avere iniziato un'attività lungo una strada statale. Questa è assolutamente una vergogna, che non è assolutamente accettabile ! Parlo a nome e per conto di moltissimi miei concittadini, che non possono continuare ad accettare che a fronte di uno sgravio, che come lei ha fatto bene a ricordare, anche del 70 per cento, si vedono comunque in condizione di disparità nei confronti di propri concittadini che, come ho ricordato prima, a pochi chilometri di distanza pagano delle cifre completamente diverse.

 

Non si è capito perché si è arrivati all'aumento dell'ottomila per cento solo in Veneto e non anche in altre realtà ! Da cosa è giustificato ? Voi dovreste prima giustificare questo di fronte ai cittadini ! Dovreste dire abbiamo fatto questo aumento perché questi sono gli obiettivi che abbiamo raggiunto e non invece in maniera unilaterale ! Ho fatto l'assessore provinciale alla viabilità nella stessa provincia di Venezia, quindi parlo con cognizione di causa. Anche io ho dovuto aumentare anche questo tipo di concessioni a fronte dei tagli decisi dal Governo, tuttavia vi è stato un confronto con chi era destinatario di questi aumenti. Tali aumenti sono stati decisi in maniera omogenea in tutto il territorio, al contrario di quanto è stato fatto in Italia. Nonostante vi fosse la legge si è subito trovato l'inganno per altri oppure si è voluto strafare in Veneto ad opera di qualche capocompartimento che ha voluto dimostrare a Roma che stava ottenendo un'entrata extra rispetto ad altri colleghi per mettersi in luce di fronte alla dirigenza. Di fatto noi dobbiamo denunciare che vi è una vera e propria disparità di trattamento e siccome i cittadini si sono costituiti in un comitato per difendersi voi avete l'obbligo morale in un momento di difficoltà economica di fronte a dei cittadini che hanno ipotecato la propria attività, la propria azienda e la propria casa per far fronte anche a questi debiti di chiarire prima di tutto perché solo in Veneto è stato fatto questo aumento e non da altre parti, andando a recuperare eventualmente delle somme da altre parti e non sempre dai soliti noti veneti polentoni che continuano a pagare a testa bassa e non riscattano i propri diritti.

Sono molto deluso dalla sua risposta, purtroppo tra pochi giorni i cittadini dovranno pagare, confido in lei come persona più che come politico o amministratore per fare proprie queste considerazioni che le ho fatto. Sono disponibile confrontarmi con lei, perché queste sono le questioni, non c’è solo la cartella che arriva a fine mese, ci sono questioni pregresse. Tenga in considerazione che molte persone purtroppo vivono dei disagi dovuti anche e soprattutto alla crisi economica. Ripeto, queste persone vogliono pagare, ma vogliono pagare il giusto .