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Briciole di pane

Pitruzzella, presidente Antitrust: TPL in crisi, serve trasparenza e rispetto delle regole

I problemi del settore e le possibili vie d'uscita analizzati nell'audizione alla Commissione Trasporti della Camera dei deputati

Roma, 5 dicembre 2013 – Il trasporto pubblico locale è un settore strategico per l’economia italiana, ma il comparto attraversa una situazione di profonda crisi dovuta alla mancanza di risorse e anche a una generalizzata inefficienza. Il resoconto sullo stato del settore è stato fornito da Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, nel corso dell'audizione del 3 dicembre scorso alla Commissione Trasporti della Camera dei deputati.

“Il settore del trasporto pubblico locale riveste un’importanza strategica per l’economia italiana e il benessere della società, misurati in termini sia di ricchezza prodotta, sia di qualità della vita” ha affermato Pitruzzella. Il presidente dell’Antitrust ha ricordato che le aziende di TPL operanti in Italia sono ben 1.170 con 116.500 lavoratori impiegati e un fatturato complessivo superiore a 10 miliardi di euro. In particolare, l’82% del valore della produzione proviene da imprese pubbliche, che svolgono il 95% dei servizi di trasporto urbano e il 75% dei servizi di trasporto extraurbano.

Come dicevamo, però, il comparto sta attraversando un periodo di crisi. “La quasi totalità delle imprese in esso attive opera sistematicamente in perdita, con esiti peggiori rispetto a quelli di altre realtà europee” come ad esempio Regno Unito, Germania, Francia, Svezia, Olanda e Belgio.

A cosa è dovuta questa situazione? Innanzitutto, Pitruzzella ha sottolineato che “in Italia, il trasporto pubblico locale soffre tradizionalmente di una cronica insufficienza di risorse”. Inoltre, la spesa per tale comparto ha subito negli ultimi anni la contrazione dei trasferimenti da parte del Governo (in particolare, a partire dal D. L. n. 78/2010).

Successivamente, all’interno del D.L. n. 95/2012 è stato introdotta l’istituzione di un Fondo nazionale per il finanziamento del trasporto pubblico locale, il cosiddetto Fondo nazionale trasporti, per il quale è stata decisa una dotazione di circa 5 miliardi di euro. Tali risorse dovrebbero, almeno in parte, essere assegnate sulla base di meccanismi che premiano la qualità del servizio, tuttavia Pitruzzella ha spiegato che “permane una forte incertezza sul livello effettivo delle risorse”.

Pitruzzella ha analizzato lo stato “di generalizzata inefficienza e di mancanza di risorse finanziarie” del settore, affermando che “è in gran parte riconducibile alle modalità di gestione delle imprese che, in quanto soggetti controllati o partecipati dagli enti affidanti, non operano come veri e propri imprenditori, attenti agli obiettivi di efficienza aziendale”.

Inoltre, il presidente dell’Antitrust ha puntato il dito sul un quadro normativo-regolamentare di riferimento, definendolo “stratificato e non sempre coerente”. Infatti, ha spiegato, i diversi interventi normativi che si sono succeduti nel tempo “hanno condotto a significativi arresti rispetto al progetto originario di liberalizzazione previsto dal cosiddetto decreto Burlando del 1997”.

L’Autorità antitrust ha riscontrato numerose criticità sotto il profilo dell’adeguamento agli obblighi imposti a livello legislativo, in particolare per quanto riguarda: l’organizzazione dei servizi; l’affidamento degli stessi, poiché i servizi di trasporto spesso vengono affidati a società pubbliche che non hanno i requisiti dell’in-house, oppure sono gestiti in base a ripetute proroghe; la mancanza di trasparenza dei contratti; l’efficienza e regolazione dei rapporti contrattuali; l’ingiustificata sovrapposizione di attività in monopolio e in concorrenza in capo ai soggetti affidatari; le modalità di determinazione delle compensazioni, spesso concesse sulla base di criteri non orientati a costi efficienti.

Secondo Pitruzzella, nel complesso queste irregolarità “impediscono lo sviluppo di adeguati meccanismi concorrenziali, creando inefficienze sotto il profilo della gestione, ma anche della fruibilità e della qualità dei servizi di trasporto per i cittadini”.

Questo lo stato delle cose, ma quali sono le soluzioni? Pitruzzella ha indicato la strada da percorrere “se si vuole che il settore esca dalla situazione di crisi in cui versa e possa fruire dei benefici legati alla concorrenza, in termini di contenimento dei costi e dei sussidi pubblici e d’incremento dell’efficienza dei servizi erogati”.

Innanzitutto, è necessario che i servizi di TPL siano affidati mediante procedure di gara aperte, trasparenti e non discriminatorie. In secondo luogo, gli oneri di servizio pubblico e le modalità di determinazione delle compensazioni economiche devono essere resi pubblici. Bisogna poi assicurarsi che i lotti da affidare tramite gara non siano ingiustificatamente ampi. Inoltre, è opportuno che l’operatore uscente sia obbligato a mettere a disposizione i mezzi acquistati o finanziati con fondi regionali e che siano fornite indicazioni chiare e dettagliate in merito alla dislocazione delle aree utilizzabili dall’eventuale subentrante e alle condizioni economiche di infrastrutturazione/accesso. Infine, ha concluso Pitruzzella, è necessario che l’oggetto della gara e l’ammontare degli investimenti in materiale rotabile o infrastrutture siano definiti in modo da non ostacolare significativamente la partecipazione di operatori diversi dall’incumbent (ossia dall’azienda dominante nel settore).
 

Matteo Martellacci