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Briciole di pane

Quale futuro per lo sviluppo infrastrutturale italiano?

Flash sull'Accordo di Partenariato 2014- 2020 Italia

Roma, 27 maggio 2014 - Il ruolo centrale rivestito dai trasporti per la sostenibilità dello sviluppo economico e sociale di ogni Paese ; l’opportunità di azionare, attraverso un sistema di trasporto efficiente - potenziamento della dotazione infrastrutturale, delle interconnessioni energetiche, del trasporto intermodale, delle infrastrutture digitali di banda larga e ultra larga -  una leva essenziale per il potenziamento dei mercati ed il sostegno all’economia  nazionale.

 

Sono, questi, i  temi di grande attualità, oggetto anche delle Raccomandazioni che la Comunità Europea, indirizzate e all’Italia (Country specific recommendations) approvate dal Consiglio europeo il 9 luglio 2013, sulla base dell’analisi del Programma Nazionale di Riforma 2013. Raccomandazioni , il cui contenuto costituisce per il Sistema Italia una evidente priorità, nel disegnare le linee e gli obiettivi di recupero del gap infrastrutturale attuale.

 

Qual’è lo stato dell’arte, a fronte delle sfide poste al Sistema Paese dal perdurare della crisi economica?

 

L’Italia è uno dei Paesi Europei a più alta densità di traffico interno che si distribuisce in maniera non uniforme lungo tutta la sua rete di trasporti che comprende, una rete stradale (strade statali, regionali, provinciali, comunali) di circa 254.700 km, una rete autostradale di 6.668 km (di cui 5.724,4 km a pedaggio), una rete ferroviaria di 20.392 km, 290 porti e 44 aeroporti certificati Enac4.

 

Per affrontare le sfide legate all’aumento continuo della domanda di mobilità, in linea con gli altri Paesi europei, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha indicato  la necessità di “pensare i trasporti” in un modo nuovo, ossia con un approccio di “sistema”, nel quale informazione, gestione e controllo operano in sinergia, ottimizzando l’uso delle infrastrutture, dei veicoli e delle piattaforme logistiche, in un’ottica multimodale.

  

Il Governo italiano, su delega del Parlamento, ha adottato il Decreto interministeriale (1 febbraio 2013), recante “Diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS) in Italia”, che costituisce la base metodologica ed operativa del successivo (febbraio 2014) Piano di Azione Nazionale sui sistemi intelligenti di Trasporto (ITS, contenente l'individuazione delle priorità, delle tempistiche e degli strumenti di attuazione in materia.

 

Sistemi intelligenti per la gestione del traffico e della mobilità che sono, attualmente, in esercizio in numerose città italiane, tra cui Roma, Torino, Milano, Firenze, Bologna, Genova, Perugia, Napoli, Brescia, Salerno.Quasi il 50% delle Aziende di Trasporto Pubblico Locale sono dotate di sistemi di localizzazione e monitoraggio delle flotte, mirati a migliorare l’offerta del servizio.

 

Con il decreto interministeriale  , allo scopo di garantire azione di coordinamento ed integrazione in ambito nazionale, è stato istituito il Comitato di indirizzo e coordinamento tecnico delle iniziative in materia di ITS, denominato ComITS.


Obiettivo del ComITS ( presieduto dal Capo del Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti,  composto dai Direttori delle Direzioni Generali per la motorizzazione, per la sicurezza stradale, per il trasporto stradale e per l’intermodalità, per i sistemi informativi, statistici e la comunicazione, per lo sviluppo del territorio, la programmazione ed i progetti internazionali, per le infrastrutture stradali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, da un rappresentante del Ministero dell’interno e da uno del Ministero dell’istruzione, università e ricerca) è garantire la coerenza di tutti i nuovi progetti di rilevanza nazionale che prevedano l’utilizzo di finanziamenti pubblici con le azioni prioritarie precedentemente individuate, e la loro interoperabilità. Il ComITS esprimerà parere vincolante riguardo alla compatibilità e alla coerenza dei progetti proposti con l'Architettura ITS Nazionale e che beneficiano di finanziamento pubblico e indicherà opportuni suggerimenti al fine di assicurare tale compatibilità. Inoltre, il ComITS dovrà vigilare affinché siano evitate duplicazioni di iniziative e conseguenti dispersioni di risorse


Non è tutto qui.

 

Nel quadro della Politica di Coesione Europea 2014-2020, dedicato alla promozione e allo sviluppo nel settore di riferimento nelle Regioni in ritardo di sviluppo (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia è attualmente  avviata, a cura del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, la stesura del nuovo Programma Operativo “Infrastrutture e Reti”, che tiene conto delle problematiche e delle azioni di riforma su cui insistono le raccomandazioni del Consiglio europeo.

 

Nell’Accordo di Partenariato 2014 – 2020 Italia- alla cui lettura rimandiamo - tali obiettivi di sviluppo sono raggruppati in sette obiettivi tematici che raccolgono le sfide contenute nelle Raccomandazioni dell’Unione europea con un approccio multimodale.

 

Eccone qualche cenno, su quanto si legge in tema di sviluppo dei sistemi tecnologici di informazione e comunicazione ed implementazione di sistemi di trasporto sostenibili e meno congestionati; temi ,in qualche modo, indissolubilmente connessi.

 

Sul versante delle infrastrutture tecnologiche, è noto come la piena disponibilità di banda larga e di servizi on-line abbia una rilevanza strategica nelle politiche comunitarie e nazionali in materia di competitività, innovazione e sviluppo della società imperniata sulla conoscenza, con immediate ricadute sul miglioramento della produttività delle imprese, dell’efficienza della pubblica amministrazione, del quoziente di inclusione sociale, in termini di maggiori opportunità di partecipazione ai benefici della società della conoscenza.

 

Nella prospettiva di garantire lo sviluppo di capacità di banda larga e ultra larga e di infrastrutture adeguate in funzione dell’evoluzione dei servizi e dei contenuti, è necessario accelerare l’attuazione di strategie e misure soprattutto per ridurre i divari digitali, e, di conseguenza, quelli socio-economici, tra i territori e rispetto ai Paesi competitors.

 

Il superamento degli attuali divari in termini di sviluppo di servizi, contenuti e infrastrutture digitali tra il nostro Paese e il resto d’Europa rappresenta l’obiettivo principale per corrispondere all’Agenda digitale europea, metro di riferimento,  entro il 2020, delle performances nazionali

 

In questo senso, l’Italia appare ancora lontana dai traguardi europei, soprattutto per un deficit infrastrutturale che si presenta a macchia di leopardo e una generalizzata debolezza della domanda, tenendo presente che  l’adozione, disseminazione e utilizzo delle ICT anche nei settori tradizionali (ICT-using sectors) è considerata tra le principali determinanti del gap di produttività tra l’Italia e i Paesi competitori.

 

Si prospetta quindi l’opportunità di un approccio integrato per l’individuazione delle priorità strategiche nazionali e regionali per lo sviluppo digitale, che consideri gli aspetti tipici della diffusione della società dell’informazione non solo come “condizioni abilitanti” per l’innovazione nelle imprese e la libertà sostanziale dei cittadini, ma anche come elementi chiave di reale trasformazione dei processi produttivi, evitando dispersione di risorse e facendo leva sulle economie di scale proprie dei processi digitali

 

Per quanto riguarda il tema delle reti infrastrutturali – si legge nel documento - il sistema trasportistico italiano è caratterizzato da debolezze strutturali ( sbilanciamento modale,  livelli di sicurezza e conseguenti esternalità ambientali) che possono essere sanate, perseguendo obiettivi generali di riequilibrio modale a vantaggio di vettori meno impattanti, mitigazione degli impatti ambientali, aumento della sicurezza e miglioramento della qualità della vita e realizzando migliori collegamenti tra aree periferiche o deprivate e aree con maggiori servizi e una maggiore accessibilità dei servizi .
 

 

L’approccio strategico che l’Italia intende seguire mira a superare le criticità principali del sistema trasportistico italiano, - mettendo in sinergia la strategia nazionale con quelle dei Piani Regionali di Trasporto - puntando sul riequilibrio modale attraverso il rafforzamento dell’infrastruttura ferroviaria e portuale e delle relative interconnessioni intermodali (con la rete europea e con i principali territori urbani e produttivi); sulla modernizzazione e fluidificazione del sistema (attraverso l’implementazione di sistemi tecnologici evoluti, e la modernizzazione del sistema procedurale, anche doganale; sul miglioramento dei servizi resi ai cittadini,  sull’adeguamento dell’impianto normativo e gestionale.


La selezione dei progetti da ammettere a finanziamento nel prossimo ciclo di programmazione dovrà riflettere criteri di concentrazione delle risorse, ed essere compiuta sulla scorta di solide analisi istruttorie che valutino la rilevanza degli interventi proposti in relazione soprattutto alla capacità di miglioramento del servizio offerto (riduzione dei tempi di percorrenza, qualità del servizio per gli utenti, capacità e rapidità trasporto merci, numero di strutture logistiche servite, treni/giorno) in rapporto alle risorse impiegate.

 

Le azioni previste perseguono obiettivi intermedi di riorientamento modale, in termini di :

 

a) rafforzamento della modalità ferroviaria, tanto per le persone, quanto per le merci; b) sviluppo dei sistemi portuali, interportuali e logistici;

c) integrazione modale, funzionalità e sinergia fra i livelli gerarchici di rete;

d) riduzione della marginalità e perifericità territoriale;

e) ottimizzazione tecnologica del trasporto aereo.

 

Per quanto riguarda la rete ferroviaria, assumono  carattere prioritario il completamento delle citate direttrici individuate dal PAC, attraverso l’integrazione delle risorse già previste. A tal fine, oltre ai SIE, il Programma Operativo nazionale potrà prevedere il ricorso a altri fondi europei destinati alle reti TEN-T, tra cui la Connecting Europe Facility – Transport, promuovendo pertanto il finanziamento con strumenti innovativi di debito e di garanzia di interventi di natura orizzontale o funzionalmente connessi ai corridoi multi-modali e ai progetti che insistono sulla rete centrale TEN-T.

 

In tema di sviluppo dei sistemi portuali, infine,  assumono particolare rilevanza la modernizzazione delle procedure doganali e il rafforzamento della filiera logistica, al quale contribuiscono anche le azioni dirette a promuovere la competitività degli operatori del settore e che dovranno essere definite nel Programma nazionale .

Aldo Scaramuccia

  Accordo di Partenariato 2014 - 2020

  Piano Operativo Nazionale ITS