Riforma codice appalti: la sfida si gioca su legalità e trasparenza. Anche l'Anas in campo
Il convegno sulle nuove direttive in tema di appalti e concessioni promosso dall'Università di Roma Tor Vergata, con il patrocinio dell'Avvocatura Generale dello Stato e della Corte dei Conti
Roma, 29 ottobre 2014 - Promuovere una cultura della trasparenza e della legalità per ridurre il fenomeno della corruzione nel settore degli appalti. Se ne è parlato ieri nel corso di un convegno sulle nuove direttive in tema di appalti e concessioni, promosso dall'Università di Roma Tor Vergata, con il patrocinio dell'Avvocatura Generale dello Stato e della Corte dei Conti.
La sfida alla corruzione riparte dal nuovo codice degli appalti, che sarà pronto entro l’autunno del 2015, ha ribadito il vice ministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, ma non sarà perfetto. “La norma perfetta - ha detto - non esiste. Esistono norme che possono 'non-favorire' una certa predisposizione alla corruzione”. La sfida vincente, allora, si gioca su due piani. Quello della legalità e della trasparenza.
Secondo il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, "la pubblica amministrazione può individuare i suoi aspetti malati - ha spiegato - e recepire le norme comunitarie in materia può sicuramente far superare il Codice dei contratti pubblici, rivelatosi inadeguato. Ma le regole da sole non bastano”. Serve, infatti, uno sforzo comune.
L’Anas, ad esempio, ha anticipato l’adozione di regole ferree in materia di trasparenza e anticorruzione indipendentemente dal dibattito sull’applicabilità della recente normativa alle società per azioni a partecipazione pubblica.
Ascolta l'intervista a Pietro Ciucci nel magazine di Anas Tv
