Riforma del titolo V della Costituzione, il Pd vuole lo Stato legislatore sulle infrastrutture
Le reti strategiche potrebbero tornare nell'esclusiva competenza centrale
Roma, 22 gennaio 2014 – La riforma del titolo V, parte seconda, della Costituzione italiana per eliminare le materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni, affinché queste tornino nelle competenze dello Stato. E’ quanto contenuto nella proposta del Partito Democratico, presentata dal suo segretario generale Matto Renzi.
Si tratta, tra le altre materie, di grandi reti strategiche di trasporto e di navigazione nazionale e relative norme di sicurezza; della produzione, trasporto e distribuzione nazionale di energia; dei programmi strategici nazionali per il turismo.
Inoltre la riforma prevede di procedere all'eliminazione dei rimborsi elettorali per i consiglieri regionali e l'equiparazione dell'indennità dei consiglieri regionali a quella del sindaco della città capoluogo di regione.
"Non è accettabile che in tempi di difficoltà economica la politica continui con i suoi carichi di costi - ha dichiarato il segretario Renzi -, e le Regioni si trasformino in macro Stati che pensano di poter governare tutto. La riforma del titolo V ha accentuato il potere delle Regioni, ma non ha migliorato l’efficienza del pubblico. Dobbiamo quindi creare un modello diverso di Paese, ripartendo dai fondamentali".
In effetti il processo di riforma del titolo V, che riguarda Regioni, Province, Comuni e stabilisce le funzioni di ciascun ente, viene da lontano.
Già nel 2001, con l'approvazione della legge costituzionale numero 3, venivano modificati i rapporti tra gli enti e tra lo Stato, le Regioni e l'Unione europea. Inoltre, con la diversa ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni in ambito fiscale e l’autonomia finanziaria degli enti, si è tentata la strada del federalismo.
Nel 2012, dopo gli scandali che hanno investito alcune amministrazioni, il governo Monti ha approvato un disegno di legge costituzionale per revisionare le competenze delle autonomie, soprattutto sulla capacità di spesa. Disegno che “si incentra sul principio dell'unità giuridica ed economica della Repubblica come valore fondamentale dell'ordinamento”.
Oggi, con la proposta Pd, potrebbe tornare sotto il cappello statale anche la legislazione relativa a progetti infrastrutturali e di trasporto ritenuti strategici. Sempre che i provvedimenti incontrino l’approvazione del Parlamento (l’iter comincia in commissione Affari costituzionali alla Camera).
Intanto, è arrivato il via libera “interno” del partito. La Direzione del Pd ha approvato il testo presentato da Renzi e intitolato ''Riformiamo il Senato e il titolo V della Costituzione'' con l'ok largamente maggioritario: 111 sì e 34 astenuti. Nessun voto contrario.
Art. 117 del titolo V, la legislazione concorrente
Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare e integrativa; armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.