Sicilia, Viadotto Petrulla, il Minstro Lupi risponde
Le INTERROGAZIONI PARLAMENTARI n. 4-05445 On. Palazzotto n. 4-05450 Moscatt, n. 4-05512 On. Riccardo Gallo e la risposta del Ministro Lupi
In data 13 gennaio il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha risposto congiuntamente alle interrogazioni n. 4-05445 On. Palazzotto (SEL), n. 4-05450 Moscatt (PD), n. 4-05512 On. Riccardo Gallo (FI-PDL), che vertono tutte sul crollo del viadotto Petrulla in Sicilia.
PALAZZOTTO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere – premesso che:
la mattina di lunedì 7 luglio in Sicilia si è verificato il crollo di alcune campate del viadotto Petrulla, lungo la strada statale 626 tra Licata e Canicattì. Alla base del suddetto crollo ci sarebbe un cedimento strutturale;
il crollo ha coinvolto due autovetture che sono precipitate a causa dello smottamento, un successivo tamponamento a catena che ha visto coinvolte diverse automobili e ha provocato il ferimento di quattro persone tra cui una donna incinta e un bambino;
nonostante al momento non ci siano né indagati, né ipotesi di reato a parere dell'interrogante è opportuno far luce su quanto è accaduto perché la sicurezza delle nostre strade e dei cittadini che vi transitano non può essere un tema da sottovalutare;
secondo una prima ricostruzione sembra che improvvisamente una parte del manto stradale abbia ceduto provocando un vistoso avvallamento nella parte iniziale del viadotto, proprio mentre le automobili stavano transitando, non facendo in tempo ad evitare di finire giù;
fortunatamente il cedimento strutturale si è verificato nella parte iniziale visto che il viadotto Lauricella arriva anche a 60 metri di altezza;
secondo quanto ha reso noto l'Anas a crollare è stata una campata del viadotto «Petrulla» (risalente alla fine degli anni settanta, lungo 492 metri e costituito da 12 campate) al km 4,350 della «Licata-Braemi», nel territorio di Licata (Agrigento). La strada è stata chiusa al traffico in entrambe le direzioni tra lo svincolo Licata Calandrino/Innesto strada statale 123 di Licata e deviato su percorsi alternativi;
sempre secondo i tecnici dell'ANAS, la causa del crollo di una delle campate del viadotto «Petrulla», sembrerebbe imputabile a una rottura delle travi in cemento armato precompresso che sostenevano l'impalcato;
si ritiene opportuno ricordare che nel 2009, sempre sulla statale 626, era crollato un altro viadotto denominato «Geremia II». Per la vicenda nel 2013 sono stati condannati due tecnici dal gup del tribunale, Lirio Conti. Un anno e cinque mesi per i geometri Aldo Afeltra e Bruno Flore, mentre sono stati rinviati a giudizio il direttore tecnico della società Rizzi di Rovigo, costruttrice del viadotto, Luca Manfredini in qualità di direttore dei lavori, Francesco Lombardo dell'ANAS di Palermo e Luca Rizzi, amministratore delegato della stessa azienda;
il crollo era avvenuto sulla strada statale 626 Caltanissetta-Gela, nel territorio di Butera, il 28 maggio del 2009, appena tre anni dopo l'inaugurazione. Goffredo Polisanti, amministratore delegato in successione dell'impresa Rizzi di Rovigo, e Corrado Ciolli, componente tecnico della commissione di collaudo, sono stati giudicati in precedenza;
il viadotto «Geremia II» ebbe un primo cedimento strutturale il 21 maggio 2009, creando un gradino di 50 centimetri contro cui finirono un poliziotto in sella alla sua moto e l'automobile di un autista da noleggio che stava accompagnando a Palermo una donna con i suoi due figli. Rimasero tutti feriti, e in particolare la donna, che subì la frattura scomposta delle vertebre cervicali. Anche l'anno scorso un altro viadotto era crollato nell'Agrigentino mentre il 2 febbraio del 2013 era franato il ponte Verdura sulla statale 115 tra Agrigento e Sciacca. In quella circostanza fortunatamente non vi furono feriti –:
se il Ministro non intenda intervenire immediatamente affinché si proceda alla verifica di tutti gli interventi necessari atti sia a ripristinare in tempi rapidi la viabilità che a prevenire eventuali problemi sulle altre campate del viadotto;
se il Ministro non intenda acquisire tutte le informazioni necessarie atte ad escludere che lungo il percorso alternativo individuato (deviazione sulla strada statale 115 e proseguimento sulle strade statali 576, 410 dir, 123 fino all'incrocio con la strada statale 644) non vi siano rischi di altri eventi franosi che possano mettere a rischio l'incolumità degli automobilisti;
se il Ministro non intenda procedere ad una mappatura per quanto di competenza sullo stato della rete viaria stradale e autostradale siciliano e nazionale al fine di mettere in sicurezza le strade ed evitare così che fatti come quelli descritti in premessa non debbano più ripetersi.
MOSCATT (PD) - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 7 luglio 2014 si è verificato il cedimento strutturale del viadotto nella strada statale 626 nei pressi di Ravanusa (Agrigento);
tale cedimento strutturale nell'immediatezza ha provocato almeno sei feriti e sarà sicuramente causa di disagi inverosimili per la circolazione stradale;
tale cedimento è l'ultimo di una serie di crolli stradali che testimoniano in maniera chiara e palese quanto fragile sia il sistema infrastrutturale siciliano ed, in particolare, quello della provincia di Agrigento;
più volte si è chiesto al Governo di intervenire in maniera urgente per la messa in sicurezza del sistema viario di effettuare seri investimenti per riorganizzare e potenziare le infrastrutture del territorio;
malgrado gli sforzi messi in atto dagli organi di competenza in Sicilia, senza le dovute risorse, risulta impossibile svolgere attività ordinaria e straordinaria di controllo e manutenzione dell'impianto stradale –:
quali provvedimenti immediati si intendano porre in essere al fine di garantire l'immediato ripristino del viadotto ed evitare disagi alle popolazioni residenti;
se non ritenga utile assumere iniziative per stanziare ulteriori fondi al fine di garantire all'ANAS Sicilia le risorse necessarie per svolgere, in maniera sistemica, attività di controllo e manutenzione ordinaria;
se non ritenga necessario assumere iniziative per porre in essere un sistema di investimenti utile a riqualificare, riorganizzare e potenziare, per quanto di competenza, il sistema viario della Sicilia ed, in particolar modo, quello della provincia di Agrigento.
RICCARDO GALLO (FI-PdL) - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 7 luglio presso la strada statale n. 626 tra Licata e Canicattì, in provincia di Agrigento, si è verificato il crollo di alcune arcate del viadotto Petrulla, causato con ogni probabilità da un cedimento strutturale;
la frana ha coinvolto alcune automobili che sono precipitate a causa dello smottamento e ha causato un successivo tamponamento a catena che ha visto coinvolte diverse automobili, ha provocato il ferimento di quattro persone tra cui donne e bambini;
secondo una prima ricostruzione sembra che improvvisamente una parte del manto stradale abbia ceduto provocando un vistoso avvallamento nella parte iniziale del viadotto, proprio mentre le automobili stavano transitando;
nonostante attualmente non ci siano né indagati, né ipotesi di reato a parere dell'interrogante è opportuno accertare quanto è accaduto, in considerazione che i livelli di sicurezza delle opere infrastrutturali di collegamento della viabilità stradale, si sono contraddistinti negativamente negli ultimi anni a causa dei numerosi incidenti accaduti nel nostro Paese ed in modo particolare in Sicilia;
l'interrogante evidenzia inoltre che, secondo quanto hanno rilevato i responsabili dell'ANAS, il cedimento strutturale si è verificato nella parte iniziale del viadotto Lauricella, che a sua volta ha causato il crollo di una campata del confinante viadotto «Petrulla», risalente alla fine degli anni settanta, lungo 492 metri al chilometro 4,350 della «Licata-Braemi», nel territorio di Licata e la conseguente chiusura al traffico in entrambe le direzioni tra lo svincolo di Licata Calandrino/Innesto;
i medesimi tecnici dell'ANAS, inoltre hanno ipotizzato che la causa del crollo sembrerebbe imputabile a una rottura delle travi in cemento armato precompresso che sostenevano l'impalcato;
l'interrogante rileva altresì come nell'anno 2009 la suindicata statale n. 626, Caltanissetta-Gela, nel territorio di Butera, sia stata, oggetto di un altro disastro su un altro viadotto denominato «Geremia II», che ha determinato il crollo del manto stradale con numerosi feriti, la condanna di alcuni tecnici dell'ANAS e dei responsabili dell'impresa di costruzione del medesimo tratto stradale;
ulteriori crolli e cedimenti strutturali in altri viadotti, sebbene di lieve entità, si sono segnalati anche l'anno scorso nell'Agrigentino ed in particolare sulla statale 115 tra Agrigento e Sciacca, con inevitabili ripercussioni sia sulla viabilità degli automobilisti che del ripristino dei collegamenti stradali che ha richiesto dei tempi tecnici eccessivi;
la suesposta vicenda a giudizio dell'interrogante, evidenzia come episodi come quello verificatosi di recente nell'agrigentino, richiedano un'azione di monitoraggio più incisiva di verifica e dei controlli per i livelli di sicurezza delle infrastrutture di collegamento stradali in Sicilia, in considerazione come peraltro suesposto, dei numerosi e gravi incidenti accaduti nel corso degli ultimi anni, che certamente rappresentano un segnale d'allarme per i soggetti responsabili alla progettazione, alla revisione delle strutture, nonché alla salvaguardia e protezione degli utenti che utilizzano i tratti stradali interessati –:
quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
quali iniziative urgenti intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di una verifica degli interventi necessari sia a ripristinare in tempi rapidi la viabilità che a prevenire eventuali problemi sulle altre campate del viadotto;
se non intenda acquisire tutte le informazioni necessarie finalizzate ad accertare che lungo il percorso alternativo individuato non vi siano rischi di altri eventi franosi che possano mettere a rischio l'incolumità degli utenti che percorrono il medesimo tratto;
se non si intenda altresì procedere ad una mappatura per quanto di competenza, sullo stato della rete viaria stradale e autostradale siciliana al fine di accrescere i livelli di monitoraggio per la sicurezza delle strade ed evitare il ripetersi di tragedie come quelle esposte in premessa, che come evidenziato risultano essere negli anni particolarmente aumentate.
TESTO DELLA RISPOSTA SCRITTA DEL MINISTRO LUPI
In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, relativa al crollo del viadotto Petrulla, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
Questo Dicastero, già l'8 luglio 2014, ha richiesto alla società Anas una relazione tecnica sulle cause dell'accaduto, chiedendo altresì di valutare la necessità di eseguire una verifica puntuale, sia di tipo documentale che ispettivo, prioritariamente nel compartimento per la Sicilia, su altri viadotti che per tipologia costruttiva, periodo di realizzazione, caratteristiche degli elementi prefabbricati, eccetera, risultassero simili al viadotto oggetto del crollo e quindi potenzialmente a rischio.
Al riguardo, la predetta Anas ha riferito quanto segue.
Il giorno 7 luglio 2014, alle ore 11,25 circa, si è verificato il cedimento di una campata del viadotto Petrulla, al chilometro 4+500 della strada statale 626 dir. Licata-Braemi, tra i comuni di Licata e Braemi, in provincia di Agrigento. L'opera, costruita alla fine degli anni settanta, è costituita da 12 campate, con una lunghezza complessiva di 492 metri.
L'Anas, non appena ricevuta notizia dell'evento, ha prontamente inviato sul posto il proprio personale tecnico che, svolte le prime verifiche, ha ipotizzato quale possibile causa del cedimento strutturale del ponte, la rottura delle travi in cemento armato precompresso di sostegno all'impalcato. Si evidenzia che, sino al citato episodio, nessun segnale premonitore si era verificato sul viadotto, tale da evidenziare eventuali pericoli di instabilità dello stesso, neanche durante i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuati sull'opera d'arte (adeguamento delle barriere di sicurezza, sostituzione dei giunti di dilatazione eccetera).
L'Anas ha, quindi, nominato una commissione tecnica (presieduta dal professore Paolo Petrangeli, docente della facoltà di ingegneria dell'Università di Roma Sapienza, esperto in ponti e grandi infrastrutture) che il 10 luglio, dopo aver ottenuto l'autorizzazione dalle autorità di Polizia giudiziaria, ha eseguito un primo sopralluogo sul viadotto, necessario per esaminare le travi collassate e ispezionare tutte le altre campate; sono state, altresì, avviate tutte le attività utili al ripristino della viabilità sul ponte Petrulla.
Analoghi sopralluoghi sono stati immediatamente effettuati anche sugli altri otto viadotti situati lungo la statale 626, aventi caratteristiche costruttive simili a quelle del ponte Petrulla, per verificare la sussistenza di eventuali difetti strutturali.
Contestualmente, d'intesa con la Polizia stradale, gli enti locali e con il coordinamento della prefettura di Agrigento, sono stati individuati i percorsi alternativi per consentire la mobilità nell'area interessata dall'evento.
L'azione dell'Anas si è, quindi, concentrata sugli interventi di ripristino del tracciato della strada statale 123, da utilizzare quale collegamento alternativo alla strada statale 626 dir, con tempi di percorrenza leggermente superiori.
Il 25 luglio 2014 è stata aperta al transito la strada statale 123 «di Licata» (che costituisce, appunto, il più breve percorso alternativo alla strada statale 626 tra le località di Ravanusa e Licata); la strada è stata resa percorribile, con il solo divieto temporaneo di circolazione per i mezzi pesanti.
Nel contempo, sono stati definiti gli ulteriori interventi necessari per il completo riutilizzo dell'arteria alternativa che riguardano la manutenzione straordinaria relativa al ripristino delle pavimentazioni, delle barriere di sicurezza, il rifacimento della segnaletica e il consolidamento di un versante in frana, causa della attuale parziale chiusura della strada.
I lavori sono iniziati il 15 settembre con ultimazione prevista per il corrente mese.
Circa la strada statale 626 dir essa risulta chiusa al traffico dal chilometro 0,00 al chilometro 8,800 mentre per la restante parte, a seguito delle verifiche eseguite, Anas ha ritenuto di imporre la sola limitazione del divieto di transito ai mezzi pesanti tra il chilometro 16,300 ed il chilometro 19,300.
Inoltre, a seguito degli accertamenti effettuati dalla citata commissione tecnica, si è appurato che la causa del cedimento dell'impalcato è da addebitarsi alla corrosione dei cavi di precompressione posti all'interno delle travi. Il fenomeno corrosivo, assolutamente invisibile alle ispezioni esterne eseguite, ha determinato una progressiva perdita di capacità portante delle travi sino al raggiungimento del collasso della struttura.
Anche se in data 18 settembre il direttore regionale Anas per la Sicilia ne ha chiesto il dissequestro o in subordine la possibilità di accesso all'opera per l'esecuzione di verifiche tecniche, ad oggi il viadotto Petrulla rimane sotto sequestro giudiziario sino a quando i consulenti tecnici, nominati dalla procura della Repubblica di Agrigento, non avranno concluso l'attività di competenza.
Anas ha già predisposto il progetto per la ricostruzione della campata crollata e per il risanamento delle restanti, per un importo di circa 3/4 milioni di euro che potrà essere meglio precisato solo a seguito dell'esito delle necessarie prove.
Gli accertamenti conseguenti al collasso della struttura, subito estesi ai restanti viadotti, hanno evidenziato inoltre la necessità di procedere con interventi di ripristino delle condizioni di sicurezza statica, oltre che sul viadotto Petrulla, anche sul viadotto Salso che presenta caratteristiche costruttive simili.
Più in generale, si fa presente che questa Amministrazione, in relazione alle criticità del sistema infrastrutturale viario, ha dato avvio, negli ultimi anni, a programmi specifici relativi a interventi di manutenzione straordinaria di ponti, viadotti e gallerie.
In particolare, l'articolo 18, comma 10, del decreto-legge n. 69 del 2013, e relativa legge di conversione, ha previsto, tra l'altro, che con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è approvato il programma degli interventi di manutenzione straordinaria di ponti, viadotti e gallerie nonché degli ulteriori interventi mirati ad incrementare la sicurezza e a migliorare le condizioni dell'infrastruttura viaria...»; attraverso apposite convenzioni stipulate con Anas sono stati individuati, nel dettaglio, gli interventi di manutenzione straordinaria ritenuti prioritari.
Tali convenzioni assicurano anche una continua attività di verifica della realizzazione degli interventi previsti; inoltre l'Amministrazione, sia centrale sia periferica, può effettuare verifiche e ispezioni sullo stato di attuazione degli interventi.
Infine, con i predetti programmi di manutenzione straordinaria delle opere d'arte è stato previsto, per la rete stradale siciliana, un finanziamento di 37,9 milioni di euro (ex articolo 18, comma 10, del decreto-legge n. 69 del 2013) per n. 3 interventi e un finanziamento di 49,5 milioni di euro (ex articolo 1, comma 70, della legge n. 147 del 2013) per n. 33 interventi.