Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Sistema portuale italiano e competitività, l'orientamento del Governo

Allo studio una riforma complessiva del Sistema Portuale italiano

Roma, 14 giugno 2013 – Imprimere un passo diverso alla crescita di competitività del sistema portuale italiano, attraverso il quale passa circa l’ottantacinque per cento dell’import/export nazionale. E’ questa una delle linee programmatiche tracciate dall’attuale ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi che, nell’esporre gli indirizzi programmatici del Ministero, ha ricordato come la realizzazione e la compiuta, futura, operatività del porto di Al Faw, in Irak, porrà sulla mappa della logistica internazionale nei prossimi cinque anni, il terminale di un asse ferroviario e stradale che sposterà l’asse della competitività fra i porti all’interno del Mediterraneo ad un confronto tra questi ed il Golfo Persico.

 

Secondo dati Eurispes, le tre aziende che operano nei porti italiani di puro transhipment (Cagliari, Taranto e Gioia Tauro) occupano (tra occupati diretti, indiretti ed indotti nel sistema economico locale e nazionale) più di 9.200 unità,con un impatto economico stimabile in circa 213 milioni di euro con riferimento al 2009 e al solo sistema economico locale, di cui 132,8 milioni di euro (62,4 per cento del totale) in salari, stipendi e TFR netti, 49,3 milioni di euro (23,2 per cento del totale) di oneri sociali versati e 30,9 milioni di euro (14,5 per cento del totale) di imposte versate dagli occupati.

 

Tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009, si è registrato un eccezionale calo dei traffici di import-export, oltre 1/5 dei traffici dei primi 11 paesi del Mondo per attività di commercio con l'estero; nella sola Unione Europea, il valore complessivo delle esportazioni di beni nel 2009 è diminuito del 16,2 per cento rispetto al 2008 (da 1.306 a 1.094 miliardi di euro), mentre quello delle importazioni ha registrato una flessione del 23,3 per cento (da 1.564 a 1.199 miliardi di euro); in termini di volumi di TEU movimentati, anche i principali porti mondiali hanno registrato delle considerevoli contrazioni (-9 per cento Rotterdam, -15 per cento Anversa, -28 per cento Amburgo). Nello stesso periodo di riferimento, nei porti di Gioia Tauro e Taranto, l'attività di transhipment è diminuita, rispettivamente, del 17,6 per cento (da 3,4 a 2,8 milioni di TEU) e del 5,8 per cento (da 786.000 a 741.000 TEU).

 

Fenomeni di mercato in evoluzione ed oggetto di analisi. Come ricordato dal ministro Lupi, è allo studio una riforma complessiva dell’ordinamento portuale mirata a sviluppare una politica integrata per lo sviluppo della portualità e della logistica italiane promuovendo una effettiva autonomia finanziaria ed amministrativa  delle Autorità Portuali, quali fattori che possano incrementare la competitività di questi soggetti assolutamente centrali nella strategia che il Paese dovrà darsi al più presto.

Il quadro di riferimento normativo del settore - ancora caratterizzato da una fase sperimentale di applicazione - (vedi :articolo 5, comma 7-duodecies, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25, come modificato dall'articolo 11, comma 1, lettera b), del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14; ibidem comma 7-duodecies: «Nel rispetto delle finalità di cui al comma 7-undecies, in via sperimentale, per gli anni 2010, 2011 e 2012, nelle more della piena attuazione dell'autonomia finanziaria delle Autorità portuali ai sensi dell'articolo 1, comma 982, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, alle Autorità portuali è altresì consentito, nell'ambito della loro autonomia di bilancio e nel rispetto dell'equilibrio di bilancio, stabilire variazioni in aumento fino ad un tetto massimo pari al doppio della misura delle tasse di ancoraggio e portuale così come adeguate ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 maggio 2009, n. 107, nonché in diminuzione fino all'azzeramento delle singole tasse medesime»; 'articolo 1, comma 388, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità 2013), che ha da ultimo prorogato al 30 giugno 2013 la facoltà delle autorità portuali di variare le tasse portuali come adeguate dal citato decreto del Presidente della Repubblica 107 del 2009), ha permesso ai porti nazionali che operano sulle linee di navigazione del transhipment di recuperare, almeno in parte, competitività rispetto agli scali nordafricani ed europei concorrenti, ove risultano pressoché inesistenti lavori di costo legata a regimi tributari.

 

Per altro verso, un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, del 24 dicembre 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 5 gennaio 2013, n. 4, recante «Adeguamento dell'ammontare delle tasse e dei diritti marittimi ai sensi dell'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 28 maggio 2009, n. 107», ha previsto aumenti delle aliquote della tassa di ancoraggio e portuale derivanti dalla rivalutazione ventennale in base al costo della vita dei tributi portuali, in ragione del 29,4 per cento dal 2013, dal 2014 di un ulteriore 15 per cento.

 

Segnaliamo che il tema dell’autonomia amministrativa delle Autorità portuali in materia è all’attenzione del Governo sin dal 2010, anno in cui l’Esecutivo ha accolto un Ordine del Giorno (9/03725/013, Vico, Fadda) con il quale si assumeva l’impegno ad includere, in successivi provvedimenti, l'utilizzo degli avanzi di amministrazione delle Autorità portuali tra le modalità di copertura delle eventuali riduzioni delle tasse di ancoraggio.

Il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis, rispondendo ieri ad un’interrogazione parlamentare dell’On. Oliaro - che contestava come l'inasprimento dei tributi portuali possa essere in parte attenuato dalla possibilità per le autorità portuali di diminuire fino all'azzeramento l'importo delle tasse stesse - ha affermato che il Governo lavora per rendere strutturale tale facoltà, individuando uno strumento legislativo di proroga per tutto il 2013.

Aldo Scaramuccia