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Briciole di pane

Sul futuro delle infrastrutture nel Mezzogiorno

L'interrogazione parlamentare n. 3-01841 dell'On. Matarrese e la risposta del Ministro Delrio

 CAMERA
– AULA –
11 NOV 2015

 


INTERROGAZIONE 3-01841 ON MATARRESE - Chiarimenti in merito alla realizzazione di opere infrastrutturali nel Sud Italia, con particolare riferimento al cosiddetto «Masterplan per il Mezzogiorno»

 

TESTO DELL’INTERROGAZIONE

 

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:

dagli anni ’90 la programmazione finanziaria si è caratterizzata per una sistematica riduzione delle risorse destinate alle infrastrutture del Mezzogiorno, con una rilevante differenza di investimenti per opere infrastrutturali tra Nord e Sud, a vantaggio delle regioni del Centro-Nord;

gli effetti di questa riduzione appaiono evidenti dall'evoluzione delle dotazioni infrastrutturali che nel Mezzogiorno hanno registrato solo modesti miglioramenti rispetto ad avanzamenti più significativi nel Centro-Nord; il risultato a livello europeo è che, secondo i dati più recenti (2013) sul Regional competitiveness index (Rci)-infrastructure ovvero in termini di «competitività regionale infrastrutturale», le regioni del Sud Italia sono agli ultimi posti nella graduatoria delle 259 regioni «Nuts 2» dell'Unione europea a 28;

secondo quanto si evince dai dati del rapporto Svimez 2015, gli interventi approvati dal Cipe alla fine del 2014 ammontano nel Centro-Nord a quasi 113 miliardi di euro, 11 miliardi in più rispetto all'ottobre del 2013, nel Mezzogiorno il costo delle opere ammonta a circa 36 miliardi di euro, quasi un miliardo in meno del 2013. Nelle regioni centro-settentrionali gli interventi deliberati dal Cipe rappresentano il 58,6 per cento di quelli previsti nell'allegato al documento di economia e finanza, mentre nel Mezzogiorno si fermano ad appena il 39,5 per cento. Inoltre, le opere con delibera Cipe ultimate nel Centro-Nord sono il 38,4 per cento di quelle ultimate nell'allegato al documento di economia e finanza e solo il 20,9 per cento nel Mezzogiorno;

nella programmazione delle risorse future andrebbe assegnata maggior priorità soprattutto alle infrastrutture del settore trasporti, alle interconnessioni tra le regioni italiane e ai completamenti e al potenziamento delle dotazioni infrastrutturali ferroviarie e portuali (e la connessa retroportualità), se si vuole realmente inserire gli scali meridionali nei corridoi infrastrutturali (Ten-T5) e commerciali, collegandoli, quindi, al Nord del Paese e all'Europa. Un buon sistema di trasporti contribuirebbe sicuramente a determinare non solo la competitività e la localizzazione delle imprese, ma anche la qualità della vita dei cittadini;

l'analisi dei dati riportati anche in molti articoli di stampa e relativi alle opere ferroviarie progettate da Rete ferroviaria italiana in alcune regioni del Sud Italia sono sufficienti per delineare un quadro, seppur non perfetto nei dettagli, delle esigenze in termini di risorse per il completamento delle dotazioni infrastrutturali ferroviarie nel Mezzogiorno: in Basilicata ammonterebbero a circa 1.863 milioni di euro, quelle relative alla Calabria ammonterebbero a 1.875 milioni di euro, mentre per la Sicilia si attesterebbero a circa 8,8 miliardi di euro;

 

in particolare, in Basilicata il contratto di programma del Governo con Rete ferroviaria italiana prevederebbe i seguenti interventi:


a)la variante di Amendolara e le rettifiche del tracciato sulla Metaponto/Sibari/bivio S. Antonello avrebbero un costo stimato di circa 260 milioni di euro;


b)la Potenza-Metaponto avrebbe un costo previsto di 646 milioni di euro;


c)per la tratta Battipaglia-Potenza il costo complessivo sarebbe di 491 milioni di euro;


d)per la tratta della nuova linea Ferrandina-Matera La Martella sarebbe stimato un costo complessivo di 265 milioni di euro;


in Calabria si prevede il raddoppio della tratta Paola-Cosenza (tratta bivio S.Antonello-bivio S.Lucido), con un costo previsto di 718 milioni di euro. Per la stazione di Reggio Calabria e per l'abbassamento del piano dei binari e l'intubamento del tratto urbano occorrerebbero circa 200 milioni di euro;


i dati del contratto di programma della Sicilia evidenzierebbero che il complessivo ammontare degli interventi programmati dal Governo sarebbe di 12,53 miliardi di euro. Parte di queste risorse sono già state stanziate, ma restano da finanziare l'intervento relativo alla tratta Raddusa-Agira-Fiumetorto nell'ambito del nuovo collegamento Palermo-Catania che avrebbe un costo stimato di 5.277 milioni di euro e il raddoppio della tratta Giampilieri-Fiumefreddo sull'itinerario Messina-Catania che costerebbe 2,3 miliardi di euro;


l'indirizzo che il Governo intende dare alla politica infrastrutturale nazionale è sicuramente volto al potenziamento ferroviario nelle regioni del Sud Italia e questa tendenza si evince dal parere favorevole dato alla recente mozione Matarrese ed altri n. 1-01001 approvata dalla Camera dei deputati nella seduta n. 492 di martedì 29 settembre 2015. Nell'atto si impegnava l'Esecutivo a ridurre gradualmente e secondo obiettivi definiti e programmati il divario infrastrutturale nel settore dei trasporti tra le regioni del Sud Italia e quelle del Centro-Nord, con particolare riferimento alla rete autostradale e ferroviaria, nonché a completare i lavori di sviluppo infrastrutturale progettati da Rete ferroviaria italiana, con particolare riferimento alla necessità di potenziare i servizi e i collegamenti di Trenitalia nelle regioni del Sud Italia, al miglioramento dell'alta velocità e dell'alta capacità e all'introduzione di nuove tratte veloci in aree del Mezzogiorno ancora non coperte;


nel «Masterplan per il Mezzogiorno» presentato il 4 novembre 2015 dal Governo, inoltre, si fa esplicito riferimento alla necessità di potenziare le infrastrutturale del Sud Italia quale obiettivo fondamentale da raggiungere per consentire di riequilibrare il gap esistente tra le regioni del Nord e quelle del Sud;


i singoli Patti per il Sud contenuti nel Masterplan, che fanno riferimento agli interventi prioritari da effettuare nelle singole regioni del Mezzogiorno, dovrebbero essere sottoscritti entro fine dicembre 2015, per essere poi già operativi dal 1 gennaio 2016 –

se le opere infrastrutturali citate in premessa saranno parte integrante dei singoli Patti per il Sud del «Masterplan per il Mezzogiorno», quali altre opere prioritarie saranno previste per le altre regioni meridionali e quali saranno le risorse e le tempistiche programmate per il loro completamento. 

 

LA RISPOSTA DEL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE GRAZIANO DELRIO

 

Grazie, Presidente. Grazie onorevole, come lei immagina, nei tre minuti che mi sono consentiti sarà difficile riassumere, se non a grandi linee, quale sia l'intenzione del Governo con il Masterplan per il sud. Certamente di promuovere una ripresa autosostenibile, che oggi è solo osservata in parte – come avete visto c’è stata una prima inversione di tendenza nel prodotto interno lordo – ma continuiamo a dire che l'Italia sarà quello che sarà il Mezzogiorno, quindi la ripresa italiana sarà solida solo se il Mezzogiorno potrà effettivamente riprendere una strada di crescita.

 

Le infrastrutture, da questo punto di vista, sono al servizio di questa crescita – non sono la crescita in sé – servono al servizio delle aree logistiche delle aree industriali del Mezzogiorno. Noi abbiamo individuato e presentato proprio a Napoli l'altro giorno l'approvazione del programma operativo nazionale sulle infrastrutture approvato dalla Comunità europea di 1, 8 miliardi.

 

Lì abbiamo riassunto quali sono i punti chiave, le connessioni delle aree logistiche con i porti e con gli interporti, la connessione dell'alta velocità ferroviaria Napoli-Bari-Taranto e l'attivazione dell'alta velocità in Sicilia, appunto, su cui abbiamo, rispettivamente, già disponibili oltre 4 miliardi e oltre 3,5 miliardi.


Ovviamente, abbiamo un programma di investimenti sui porti italiani. In questo momento, solo nei vari porti del Mezzogiorno indicherei una cifra abbastanza precisa dicendole che siamo su 1,3 miliardi di euro di investimenti in corso. Ovviamente, abbiamo cercati di accelerarli – e il caso di Taranto è un caso emblematico – ma anche presto credo che si noterà l'accelerazione nel porto di Napoli, perché nei nostri porti entra il 70 per cento delle merci e, in particolare, delle merci esportate dal Mezzogiorno verso i Paesi dell'Asia e del Mediterraneo e, dunque, i porti sono veramente la principale porta di uscita e di ingresso delle merci e, quindi, uno dei principali elementi di sviluppo positivo del Mezzogiorno.

Ma potrei citarle anche il piano di sviluppo degli aeroporti del Mezzogiorno. Abbiamo esempi di grande eccellenza, come l'aeroporto di Napoli, un aeroporto in ottima gestione, in continua crescita di passeggeri, con ottima accoglienza di livello internazionale. Abbiamo, poi, l'aeroporto di Catania, che sta crescendo a cifre importanti, e l'aeroporto di Palermo, a cui ho dato io personalmente, proprio due mesi fa, l'obiettivo di raggiungere 10 milioni di passeggeri, nei prossimi 10 anni, dai 5 attuali e, quindi, di potenziare e di rafforzare l'investimento infrastrutturale.
In questi aeroporti e in questi porti importante sarà la connessione con la linea ferroviaria. Uno degli elementi molto importanti è, per esempio, riuscire a portare le merci dall’hub di Gioia Tauro sulla linea adriatica, dove non vi sono limitazioni di gallerie o di altro tipo, per il trasporto di merci lunghe e di alta cubatura e, quindi, dove potremo trasportare container. I lavori sono in corso sulla linea Metaponto-Sibari-Paola e, quindi, anche lì stiamo cercando di potenziare, così come cerchiamo di potenziare tecnologicamente le due linee adriatica e tirrenica.

  Queste sono le linee principali, ma ovviamente il masterplan per il sud conterrà non solamente gli interventi infrastrutturali ma, come è stato riportato, appunto, e come sta coordinando la Presidenza del Consiglio, in maniera molto efficace, anche tutti i programmi di sviluppo e di stimolo all'impresa, che è il vero motore, crediamo, per la ripresa del Mezzogiorno.

 

LA REPLICA DELL’INTERROGANTE

 

Presidente, ringrazio il signor Ministro per le sue parole sul sud: «L'Italia sarà quello che sarà il sud» e in effetti è vero. L'auspicio è che si possa davvero dare mano a questa programmazione, che lei ha sinteticamente ma efficacemente rappresentato, che sono i punti cruciali per dare un'integrazione al modello economico del sud, a cui sottendere una programmazione infrastrutturale che sia di servizio.

È un punto ineludibile, è un punto importante, sul quale richiamo la sua attenzione e anche quella del Parlamento, affinché, nella programmazione con le singole regioni, non si arrivi al libro dei sogni delle regioni, ma si arrivi a far fare alle regioni quello che è utile per il Paese e non per il consenso politico.

Il sud deve uscire dalla polemica politica e deve diventare un comune afflato per uno sforzo complessivo di realizzare le opere in tempi certi, rapidi, al di fuori della burocrazia e nell'interesse del Paese.

Per troppo tempo il sud ha patito questa sperequazione infrastrutturale, con gravissime conseguenze economiche.

Dunque, questa è un'occasione importante. La mia interrogazione a risposta immediata aveva questo obiettivo, perché si facesse chiarezza, con le sue parole, in questo Parlamento, dove abbiamo approvato delle mozioni, tra le quali una a mia firma, che è un impegno preciso di questo Parlamento per ridurre il gap infrastrutturale ed economico del sud.

Quindi, la ringrazio per la risposta e la ringrazio, sin d'ora, per l'impegno che lei vorrà mettere, insieme a tutti noi in questo Parlamento, per fare del sud davvero una bandiera di rinascita e di ricrescita del nostro Paese. Il sud lo merita e lo merita questo Parlamento, per l'impegno che tutti noi ci stiamo mettendo