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Briciole di pane

Unione Europea, gruppo di lavoro per l'armonizzazione degli appalti

Il Comitato per la liberalizzazione degli appalti

Roma,5 ottobre 2011 - L’Unione compie un ulteriore passo avanti nello sforzo da tempo intrapreso per l’implementazione del settore Appalti, l’adeguamento e l’armonizzazione delle normative, la modernizzazione dei mercati.

Sul tema, ricordiamo ai nostri lettori la recente consultazione sul “Libro verde per la modernizzazione della politica UE degli appalti pubblici. Per una maggiore efficienza del mercato europeo degli appalti” (vedi anche Le strade dell’informazione: “Appalti pubblici, il processo di modernizzazione avviato dall’Unione Europea).

Nel lungo processo di formazione dell’Unione Europea, la liberalizzazione reale ed effettiva degli appalti pubblici ha costituito da sempre uno degli obiettivi prioritari della Comunità.

Sin dal 1987- con la costituzione di un Comitato di esperti, la Commissione ha iniziato un percorso di valutazione degli aspetti economici, tecnici, giuridici e sociali connessi con gli appalti pubblici, nel tentativo di comprendere meglio la problematica relativa all'applicazione delle norme comunitarie in materia,attraverso il mantenimento di stretti e continui contatti con gli ambienti economici che operano nel settore degli appalti pubblici di forniture, di lavori e di servizi.

Tale era lo spirito della Decisione 87/305 Cee che la recente Decisione 3 settembre 2011 interviene a sostituire integralmente.

Nuove importanti sfide attendono l’Europa. La politica in materia di appalti pubblici deve contribuire al conseguimento di obiettivi comuni a beneficio della società, compresa la lotta contro il cambiamento climatico e la promozione dell’innovazione.

Come sottolineato nella strategia Europa 2020, le norme in materia di appalti pubblici devono migliorare il contesto imprenditoriale, soprattutto per le piccole e medie imprese innovative, con l’obiettivo di agevolare il passaggio verso un’economia basata su un uso efficiente delle risorse e dei fondi pubblici, mantenendo aperti i mercati degli appalti in tutta l’Unione, soprattutto nel contesto di forti restrizioni di bilancio e difficoltà economiche in molti Stati membri.

In questo contesto, la Commissione ha ritenuto che il quadro creato dalla decisione 87/305/CEE  del 26 maggio 1987 non sia in grado di garantire  le competenze e i contributi pratici necessari per definire una politica sugli appalti pubblici in grado di far fronte alle sfide alle quali l’Unione è chiamata a rispondere in materia di appalti pubblici, sfide in costante evoluzione.

Di qui la necessità di istituire un gruppo di esperti sugli appalti pubblici - all’interno del mutato quadro giuridico -  che consentirà, da una parte, di adattare il funzionamento del gruppo al nuovo quadro della Commissione per i gruppi di esperti , e, dall’altra, di dare alla Commissione le competenze, l’esperienza e le conoscenze necessarie per far fronte alle nuove sfide in materia di appalti pubblici.

Il gruppo lavorerà per aiutare la Commissione a sviluppare un dibattito e una politica di alta qualità in materia di appalti pubblici collaborando, se del caso, a redigere relazioni e formula pareri finalizzati a sviluppare e ad attuare la politica e la legislazione dell’Unione in materia di appalti pubblici, ponendo in essere un costante punto di riferimento informativo, per i settori interessati,i sulla formulazione e l’applicazione delle regole dell’Unione in materia di appalti pubblici.

L’impianto della Decisione sembra assicurare la funzionalità del gruppo, anche sotto il profilo della composizione interna; saranno infatti chiamati a farne parte membri provenienti e da diversi ambienti e comprendere, ad esempio, professionisti del settore giuridico, esperti tecnici coinvolti in contratti di appalto, personalità del mondo accademico, rappresentanti di organizzazioni dell’industria o del commercio, di associazioni di amministrazioni aggiudicatrici o di enti aggiudicatori.

Un insieme che dovrà essere quanto più possibile equilibrato, sotto il profilo sia del genere che dell’origine geografica.

Aldo Scaramuccia

  La Decisione 3 settembre 2011